CAPITOLO 19

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<<Sono tre quarti d'ora che ti aspettiamo!>>

<<Scusa mi dispiace>>

<<Hai idea di quanto sia difficile tenere tre bambini fermi nel terminal di un aeroporto?>>

<<Posso immaginarlo. Perdonami, il solito contrattempo di lavoro. E voi!>>

Si rivolse duro alle tre pesti che erano là in piedi, fermi ed immobili come soldatini:

<<Perché non obbedite alla mamma?>>

Neanche a pensarci di ottenere una risposta: stavano lì impalati a fissarlo con quelle faccine contrite. Non aveva voglia di arrabbiarsi: era troppo contento di vederli.

Osservò la moglie ancora imbronciata. Sarebbe passata anche a lei. Quei malumori duravano sempre poco con Michela.

<<Dai andiamo! Ho noleggiato un'auto bellissima: il Jeep Renegade>>

Lavinia già esultava; si era innamorata della pubblicità di quella macchina e lui l'aveva scelta proprio per quel motivo.

Osservò i bagagli: praticamente non c'era nulla da portare! Ognuno aveva il suo zaino in spalla; Massimiliano compreso.

Guardò la moglie sconsolato.

<<Tutta qua la vostra roba? Ma almeno la biancheria di ricambio l'hai portata?>>

<<No! Abbiamo deciso di puzzare questi tre giorni e non abbiamo preso nemmeno dei calzini! Smettila e andiamo, sono stufa di stare in aeroporto!>>

Sebbene avesse riposto brusca, non era riuscita a nascondere il sorriso. Probabilmente stava pensando quanto lui fosse maniacale su certi aspetti e su come era preferibile viaggiare leggeri con il solo bagaglio a mano. Sentì forte il desiderio di baciarla, ma dovette respingerlo. Nessun atteggiamento equivoco davanti ai figli!

Aveva pianificato tutto: una volta saliti in macchina avrebbero iniziato il discorso. I bambini dovevano capire che quella vacanza non era un ritornare a vivere tutti insieme come prima. Lui e Michela, come concordato, avrebbero detto loro che erano stati molto impegnati in quei mesi e che di conseguenza non erano riusciti a risolvere tutti i loro problemi, ma che ci stavano lavorando. E poi le solite cose: noi vi vogliamo bene e ci vogliamo bene, ma abbiamo bisogno di tempo per riconciliarci.

Sentiva il peso di quelle parole e dell'impegno che lui e la moglie si stavano assumendo: una promessa di ritornare insieme. Sarebbe successo però? Li avrebbero veramente risolti quei dannati problemi? Si voltò ad osservare Michela. Seduta sul sedile accanto a lui era intenta a guardare fuori dal finestrino, gli occhi sognanti, persi in quel suo mondo lontano. - Ma sì - si disse, - ce la faremo. Con un po' di fatica, ma ce la faremo -.

In quel momento non poteva immaginare quanto fosse lontano dalla realtà.

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Quel viaggio era veramente lungo. Sembrava di non arrivare mai. Erano poco più di un centinaio di chilometri di distanza, tutti di autostrada, ma era un continuo rallentamento causa il traffico. - E poi dicono che solo da noi in Italia ci sono le code! –

Pensò fra sé e sé, prendendosela con i tedeschi e la Germania. Era veramente di malumore. Non tanto per il ritardo del marito, vabbè aveva sicuramente avuto un contrattempo sul lavoro, ma mentre parlavano con i bambini e di cose serie, si era più volte distratto a leggere dei messaggi sul cellulare. Chi gli scriveva con tanta insistenza? E perché lui era così solerte a rispondere? Aveva avuto la tentazione di prendergli quel dannato IPhone e controllare. Era riuscita però a fare leva sul suo orgoglio ed a trattenersi. Concentrò il pensiero sui figli, chiedendosi quanto avessero capito del discorso che lei ed Andrea gli avevano fatto. Non molto, sicuramente. Quando Lavinia aveva chiesto quali fossero i problemi che non riuscivano a risolvere, lui aveva ribattuto prontamente che quelli erano cose private fra mamma e papà. Che risposta del cazzo! Lei avrebbe detto loro la verità. Non le piacevano i segreti, soprattutto con i bambini, perché eccitano la loro fantasia. Qual era la verità, però? L'officina? Alfredo? Cose rimaste irrisolte dai tempi in cui Andrea lavorava a Berlino? O era soltanto la crisi dei quarant'anni? La figura di Debora con le tette prosperose messe in evidenza da quei vestitini super aderenti si materializzò davanti agli occhi, procurandole una fitta al cuore ed incupendo ancora di più il suo umore. Concentrò lo sguardo sul bosco di abeti a destra dell'autostrada.

Come, quando... (3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora