CAPITOLO 29

18 0 0
                                    

<<Vestiti e sistemati. Stasera noi due usciamo>>

<<Monica... Non ho voglia di uscire>>

<<Non fare storie! Sono più di tre settimane che te ne stai rinchiusa in questo appartamento!>>

<<Non è vero! Vado a lavorare ogni mattina. Quindi esco>>

<<Sì, per rinchiuderti in una stanza e non uscire nemmeno per mangiare. Sei pallida e magra. Tu hai bisogno di svagare la mente. Vai a vestirti>>

<<Monica sul serio. Non ho voglia di locali, gente... Poi lo sai, non bevo un goccio da una settimana>>

<<Ma noi non andremo in un locale>>

Michela guardò l'amica incuriosita.

<<Andremo ad un corso di psicologia>>

<<Un corso di che?>>

Adesso era proprio esterrefatta!

L'amica iniziò a raccontare di come avesse organizzato l'evento per un noto psicoanalista: una serata di presentazione ad un corso di introspezione del proprio io più profondo. Il programma prevedeva una serie di incontri, massimo dieci partecipanti. Tutti insieme, aiutati dallo specialista avrebbero iniziato questo viaggio alla riscoperta di sé stessi. Monica, aveva ovviamente avuto due biglietti omaggio per il primo incontro.

<<Quindi questa sera parteciperemo a questa prima seduta>>

<<Tu sei fuori di testa! Sai che queste cose non mi piacciono. Anzi mi spaventano!>>

<<Oh! Non fare la solita! Non ci può che far bene indagare su noi stesse. Se ci annoiamo, possiamo sempre andarcene. Non credo ci legheranno alle poltrone!>>

Si era già alzata ed era andata a rimestare nell'armadio. Dire "No" a Monica era veramente impossibile. Michela, rassegnata, prese l'abito che l'amica le porgeva. Tanto fuori o dentro casa, nulla cambiava.

Raggiunsero a piedi Palazzo Verità-Poeta, una dimora fiabesca nel centro storico di Verona, a pochi passi dall'Arena e da Castelvecchio. Palazzo Verità è il più bell'esempio cittadino di architettura Veneta del settecento. Alla sua costruzione e decorazione parteciparono durante la metà del XVIII secolo alcuni tra i migliori artisti italiani dell'epoca. Tra questi, Antonio Galli da Bibiena, famoso architetto di teatri in tutta Europa.

Era la prima volta che varcava il cancello di quella villa. Michela rimase stupita che un giardino tanto bello potesse trovarsi nel centro storico della città. Verona però era così; non finiva mai di sorprenderti. L'aveva sempre amata, fin da quella prima sera quando Andrea l'aveva portata a visitare i siti storici più importanti. L'ingresso era reso ancora più scenografico dalla scalinata "alla romana", caratterizzata da eleganti decorazioni barocche e fiocamente illuminata nel buio della sera. All'interno del palazzo vi era una moltitudine di affreschi e decorazioni settecentesche che impreziosivano l'ampio salone centrale.

Monica, con sicurezza la guidò verso una delle piccole sale, tutte raffinate ed eleganti, arredate con caratteristici mobili d'epoca.

Una decina di poltroncine in velluto cremisi erano state collocate a formare un semicerchio. Ovviamente l'amica occupò le due poste all'estremità laterale. Era evidente che voleva farsi notare dallo psicologo. - Probabilmente il suo nuovo amante -. Pensò Michela, provando quasi una specie di invidia. Monica conduceva una vita così ricca di emozioni. Il suo lavoro la portava a conoscere sempre tanta gente, a crearsi nuove amicizie ed a vivere intense avventure sentimentali. Aveva sofferto per la separazione dal marito. Michela ricordava bene quel periodo, ma quanto era durato? Tre, quattro mesi e poi, Monica aveva ripreso in mano la sua vita. Adesso, non sarebbe più tornata indietro, a quel matrimonio freddo e noioso.

Come, quando... (3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora