CAPITOLO 35

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Era emozionatissima.

Era così tanto tempo che sognava di andare a vedere il balletto della Giselle. Roberto era riuscito ad acquistare due biglietti in platea: quinta fila e centrali! La compagnia era niente poco di meno che quella di San Pietroburgo; il cosiddetto "Balletto sulla Neva". La storica compagnia era nata, per volontà di nobili borghesi russi, alla fine del milleottocento. Il corpo di ballo era formato da ballerini provenienti dalle migliori accademie di danza di Mosca, San Pietroburgo, Ufa e Perm. In tutti quegli anni avevano vinto numerosi concorsi internazionali di balletto. Verona era una delle poche tappe del tour italiano.

Lo spettacolo sarebbe stato sicuramente memorabile.

Si guardò intorno. Le piaceva il Teatro Nuovo; era uno dei teatri più importanti del Veneto. Era stato ristrutturato verso gli anni cinquanta. La Sala era all'italiana con due ordini di palchi, colonne in stile ionico, una balconata ed una galleria. L'ambiente, dalla sobria verniciatura bianca, era arricchito dalle decorazioni dorate, la moquette ed il velluto rosso porpora delle poltrone. La sala si stava riempiendo.

Peccato che Roberto fosse così seccato. Solo perché gli aveva detto che era stato l'ex marito ad acconciarle i capelli. Quante storie! Lo sapeva anche lei che era strano il rapporto che lei ed Andrea avevano in quel periodo. Però Andrea era il padre dei suoi figli. Non poteva mica cancellarlo dalla sua vita... Era normale che si parlassero, si vedessero e che qualche volta uscissero a mangiare una pizza insieme con i piccoli.

Fu distolta da quei pensieri, dall'abbassarsi delle luci. Il brusio cessò d'improvviso. Lo spettacolo stava per cominciare!

Ecco apparire una giovane contadina. È Giselle.

La scenografia rappresentava un villaggio medievale, durante la vendemmia. Giselle adora ballare e darebbe la vita per questa sua passione. Entrò subito in scena un giovane vestito da popolano, ma che in realtà è, sotto mentite spoglie, il principe di Slesia, Albrecht. Giselle ignora le sue nobili origini. In un primo momento è titubante, poi accetta la corte del giovane, di cui si innamora perdutamente. Giselle e Albrecht, nei panni del giovane contadino, danzano gioiosamente. I giovani innamorati affidano il destino del loro amore allo sfogliare i petali di una margherita.

Michela ormai completamente rapita dal ballo e dalla musica sussultò quando l'innocente gioco si concluse con un presagio negativo. Ecco, in un susseguo incalzante entrare in scena il guardiacaccia, geloso di Giselle. Il ballerino nota furtivamente il mantello del giovane sconosciuto e la sua spada con lo stemma. In lontananza, il suono di un corno annuncia una battuta di caccia. La corte entra nel villaggio per trovare ristoro. Tra i vari componenti del seguito, c'è anche la promessa sposa di Albrecht. Giselle offre loro del vino e la nobile fidanzata, impressionata dal candore, dall'innocenza e dalla dolcezza della giovane contadina, le fa dono del suo medaglione. Il guardiacaccia però, accecato dalla gelosia, smaschera il principe davanti a tutti, mostrando la spada con lo stemma. Giselle, follemente innamorata, nella disperazione prende la spada di Albrecht per uccidersi, ma poi impazzisce e muore per il dolore tra gli sguardi inorriditi dei presenti e lo strazio della madre.

Il primo atto si era concluso. Lo scroscio degli applausi fu fortissimo.

<<Roberto è bellissimo. Conoscevo la trama, ma non potevo immaginare nulla di simile!>>

Osservò il caldo sorriso sul volto del suo accompagnatore.

Anche lui adorava il balletto e probabilmente, la musica e le coreografie stupende gli avevano fatto tornare il buonumore. Si alzarono per bere qualcosa, commentando animatamente le scene che li avevano più impressionati.

Finalmente il secondo atto: una radura illuminata dalla luna nei pressi della tomba di Giselle. Il guardiacaccia, sconvolto dal rimorso per la morte della ragazza, si reca presso la sua tomba. Nelle vicinanze vi sono i suoi amici, che cercano di distoglierlo e portarlo via. Ad un tratto i giovani percepiscono intorno a loro una presenza irreale e, spaventati, fuggono. Entrano in scena le Villi, figure della mitologia slava. Sono gli spiriti di giovani fanciulle morte infelici, perché tradite o abbandonate prima del matrimonio. Vendicative e spettrali, incapaci di trovare riposo eterno nella morte, ogni notte vagano in cerca dei loro traditori e li costringono, con l'aiuto di rametti di vischio magici, a ballare convulsamente fino a provocarne la morte per sfinimento. Alla morte dell'amante, le Villi si dileguano e con esse svanisce, finalmente placato, il fantasma della fanciulla morta per amore.

Come, quando... (3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora