CAPITOLO 27

17 0 0
                                    

<<Ti va se dormo da te, stanotte?>>

Monica lo guardò sorpresa.

Erano quasi le tre di mattina e lei era sfinita. Aveva lavorato tutto il giorno come una pazza perché ogni dettaglio fosse perfetto quella sera all'inaugurazione di un nuovo ristorante a San Pietro in Cariano, un pittoresco paese situato nel cuore della Valpolicella. Dopo la telefonata di Alfredo, appena le era stato possibile, era corsa a casa di Michela. Aveva consolato l'amica per più di due ore, finché questa era crollata addormentata. Finalmente lei ed Alfredo avevano deciso di lasciare la donna dormire tranquilla e se ne erano andati. Lui la stava riaccompagnando a casa, per le vie silenziose del centro storico.

Era da un po' che lei e lo scultore avevano ripreso a fare sesso. Tutto era cominciato per caso, verso il finire dell'estate. Avevano passato una bella serata, loro due insieme a Michela, ridendo e chiacchierando in un locale all'aperto ed avevano tutti bevuto parecchio. Non erano ubriachi ma sicuramente alticci ed allegri. Una volta accompagnata a casa l'amica, i due avevano deciso di passeggiare ancora un po', godendosi l'aria fresca della notte. Si erano seduti su una panchina in Piazza Brà e di fronte alla maestosità dell'Arena si erano baciati languidamente. Erano ovviamente finiti a letto. A quella notte ne erano seguite altre. All'inizio capitava che si vedessero un paio di volte alla settimana, ma negli ultimi tempi gli incontri si erano intensificati. A lei piaceva scopare con Alfredo. Aveva avuto diversi partner in quell'ultimo anno ma l'artista era l'unico che la faceva godere veramente. Non esistevano tabù per lui: tutto era all'insegna del piacere più sfrenato. Le faceva di tutto e pretendeva che lei esaudisse ogni suo desiderio. Le posizioni del kamasutra non avevano più segreti per loro.

Un brivido di eccitazione la percorse tutta ricordando quella sera, quando lui l'aveva portata a casa sua e, nella stanza dove creava le sue opere d'arte, appesa al soffitto, vi aveva trovato una specie d'imbracatura.

<<Che cos'è?>>

Gli aveva chiesto curiosa. Non capiva proprio a cosa potesse servire un oggetto del genere.

<<Spogliati nuda e siediti sopra. Poi ti farò vedere a che serve>>

Aveva obbedito alle richieste dell'amante, curiosa ed eccitata.

Si era denudata, restando solo con il sandalo col tacco a spillo addosso. Lui l'aveva presa e fatta sedere e poi le aveva legato gambe e polsi. L'aveva fatta girare su sé stessa, lentamente ed aveva iniziato a togliersi i vestiti. Monica a quel punto aveva capito: quella era un'altalena del sesso!

Alfredo si era avvicinato, aveva afferrato le corde ed inginocchiato davanti a lei aveva cominciato a leccargliela, muovendo piano l'imbracatura. Lei aveva urlato per il piacere. Era incredibile quanto quel dondolio riuscisse ad amplificare le sensazioni. Ed avevano scopato. Su quell'aggeggio.

Alla fine lei aveva preteso che l'amante gliene regalasse uno anche per casa sua. Alfredo ovviamente l'aveva accontentata e Monica l'aveva fatto appendere nella camera da letto del suo attico, lontano da sguardi indiscreti.

Distogliendosi da quei pensieri, guardò l'uomo che camminava al suo fianco. Sembrava stanco e pensieroso.

<<Che succede?>>

<<Non ho voglia di restare solo questa notte. So che sei stanca. Prometto, ti lascerò dormire>>

Monica rimase stupita nel sentire quelle parole, ma neanche lei aveva voglia di stare da sola. Era sicura che, per quanto fosse sfinita, non avrebbe comunque dormito molto.

Trovare l'amica in quello stato l'aveva turbata. Michela era una donna forte e soprattutto era la madre di tre bambini ancora piccoli. Eppure era crollata!

Come, quando... (3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora