CAPITOLO 14

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<<Dai non fare la pigna e vieni!>>

<<Ti ho già detto di no. Non ne ho voglia!>>

<<Dobbiamo festeggiare! Ma ti sei resa conto di che successo è stato questo vernissage? Non sei felice?>>

<<Sì sono felice. Però sono stanca e voglio restare un po' da sola>>

Alfredo la guardava stupito. L'atelier era completamente vuoto: tutti se ne erano andati, finalmente.

<<Monica ha già organizzato tutto e se non verrai rimarrà delusa>>

Michela sapeva che l'amica l'avrebbe capita.

Perché Alfredo era così insistente? Mille pensieri stavano correndo veloci nella sua testa e lei voleva soltanto restare sola e metterli in ordine. 

Andrea non c'era. Dopo che era rientrata nella sala, l'aveva visto parlare con sua madre per poi raggiungere i colleghi. Lui non l'aveva mai guardata, mentre lei spesso si era ritrovata a buttare un'occhiata veloce da quella parte della stanza. Debora gli era stata appiccicata per tutto il tempo e ad un certo punto l'aveva vista sistemargli la cravatta. Quel gesto così confidenziale l'aveva infastidita e tanto. Non solo Andrea aveva lasciato fare, ma l'aveva guardata sorridente. Michela aveva distolto stizzita lo sguardo. Non poteva permettere a quella troietta di rovinarle la serata e non aveva più cercato il marito. Aveva raggiunto i figli sul soppalco ed aveva trovato il piccolo Max disteso a terra, con la testa appoggiata sulle gambe di Jacopo che dormiva. Andrea stava trascurando anche i figli, intento com'era a farsi corteggiare da quella bambolina! Cercò la suocera per chiederle di aiutarla. Lei non poteva certo lasciare il vernissage! Amina però le rispose sbrigativamente che non doveva preoccuparsi di nulla e che Andrea aveva già sistemato tutto, riprendendo a chiacchierare con le amiche. Anche quella risposta, data in modo secco, l'aveva ferita. Pensò rabbiosamente che non avrebbe dovuto trascurare così tanto i piccoli fidandosi di quei due. Poi però si era ritrovata di nuovo nel mezzo della festa a parlare e brindare con degli sconosciuti. Aveva rimandato tutti quei brutti pensieri a quando il party sarebbe finito e gli invitati se ne sarebbero andati. Aveva aspettato con ansia quel momento. Adesso però, si ritrovava Alfredo che non solo non la lasciava in pace, ma continuava ad allungare le mani.

<<Dai, piccola!>>

<<Non chiamarmi in quel modo! Te l'ho già detto un mucchio di volte. Mi fa incazzare Alfredo! Lo sai>>

Era stata dura e l'aveva spinto via con rabbia.

<<Ok, ok. Non innervosirti. Dai, voglio solo che questa sera tu sia felice. Che ne dici se ce ne andiamo da qualche parte tu ed io da soli?>>

L'uomo le si era riavvicinato e le aveva messo le mani sulle spalle provando a massaggiargliele. Si spostò, ma le venne da sorridere... Alfredo era veramente impossibile! Le piaceva però quel modo che aveva di fare. Spudorato ma sincero, le stava proponendo di andare a casa di lui, di farsi la doccia insieme e di scopare. L'aveva detto così, come se la stesse semplicemente invitando a mangiare una pizza insieme.

<<Lo so che stai aspettando lui. A me non la racconti. Ma lui non c'è, guardati intorno. Se ne è andato via con quel pezzo di figa con le tette enormi. E probabilmente loro si stanno già divertendo>>

Quindi anche Alfredo se ne era accorto! Che tristezza!

<<Perciò, siccome mio marito si scopa la segretaria ventenne, io dovrei scopare con te? E questo che mi stai dicendo? Ed a te ovviamente non darebbe fastidio sapere che per me sarebbe solo una ripicca>>

<<Assolutamente no! Sei un'amica a cui dare conforto. Lo sai che sono un uomo buono e generoso>>

Michela scoppiò a ridere, nonostante lo squallore di tutti quei discorsi. Alfredo riusciva sempre a far diventare leggeri i macigni che le pesavano sul cuore. Anche l'immagine del marito fra le braccia di un'altra.

Come, quando... (3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora