I pensieri rimbalzavano veloci; aveva l'impressione che nella sua testa si stesse svolgendo una partita a ping-pong.
Stavano camminando nella notte lungo le vie del centro. Andrea la sorreggeva, perché i piedi le facevano ormai davvero male e ad ogni passo sentiva una fitta acuta.
Dove stavano andando era ovviamente un mistero. Era con lui però, con suo marito. Quello che aveva sognato così spesso in quei mesi si stava avverando. Dove l'avrebbe portata? E che cosa avrebbero fatto? Andrea era stato chiaro: una notte di follie e nessun discorso serio. Quindi non avrebbero affrontato i loro problemi...
Non aveva importanza; lui era lì: per festeggiare con lei. E non con quell'orribile segretaria come aveva creduto. L'immagine di Debora però che gli sistemava la cravatta si riaffacciò per l'ennesima volta; per quanto si sforzasse non riusciva proprio a cacciarla via. Era nuova quella sensazione di fastidio, frammista a dubbi e paure, che faticava a gestirla. Il non essere in grado di razionalizzare poi, la urtava proprio. - Forse è perché ho bevuto troppo e sono ubriaca che non riesco a dare un senso logico a tutto quello che sta succedendo. Devo lasciarmi andare e smetterla con tutti questi pensieri -. Lasciò spazio alla curiosità: cosa aveva organizzato Andrea?
Stava ancora facendosi quella domanda quando entrarono al Gentleman of Verona, l'albergo più lussuoso del centro città: una gemma di lusso ed eleganza all'interno di una residenza cinquecentesca. Esitò, ma lui le prese la mano dicendole sole un dolce:
<<Vieni>>
Attraversarono la hall velocemente senza neanche fermarsi alla reception. Rimase incantata di fronte a tanta ricercata bellezza. Sembrava di camminare dentro un'opera d'arte: i velluti rosso cardinale dei divani, gli stucchi originali alle pareti ed un enorme lampadario del Venini ad illuminare il prezioso soffitto affrescato.
<<Entriamo così?>>
Gli chiese stupita.
<<Sì. Ho già fatto le registrazioni >>
Andrea aveva pensato proprio a tutto!
L'ascensore li portò al piano della loro camera. Ed anche lungo il corridoio lo stile lussuoso della hall continuava. Quadri ricercati alle pareti, il pavimento in marmo alla veneziana ricoperto da soffici tappeti, lampadari di cristallo appesi ai soffitti affrescati e splendidi punti luce alle pareti illuminavano tenuemente il percorso.
Quando però il giovane in livrea, che li aveva accompagnati silenzioso, aprì la porta della stanza, Michela restò incantata. Andrea aveva scelto per trascorrere quella notte la Camera dell'Opera. Una stanza che era un vero e proprio omaggio alla tradizione inglese del teatro. La carta da parati estremamente ricercata riproduceva infatti, le gallerie ed i palchi affollati di un teatro ottocentesco. Nello spazio d'ingresso, separato dalla camera da letto, era allestito un piccolo studio in stile déco con uno scrittoio, lampade che richiamavano i teatri londinesi ed una soffice poltrona in velluto color oro. Entrando sembrava di essere attori o testimoni di uno spettacolo unico al mondo. L'ambiente della camera vera e propria era occupato da un enorme letto matrimoniale con la testata in velluto dorato, come la chaise longuette che si trovava davanti. I lampadari, gli abat-jour, la biancheria, tutto era raffinato ed estremamente curato.
Curiosa entrò nel bagno e si trovò all'interno di una sala spaziosa, separata in tre ambienti con tanto di vasca jacuzzi con cromoterapia.
<<Andrea, Andrea... Vieni! C'è un'enorme vasca idromassaggio ed è anche piena d'acqua colorata!>>
La raggiunse sorridendo ma per nulla stupito. Lui aveva sicuramente già visto la stanza e l'aveva scelta per loro ed aveva fatto preparare ogni cosa: la jacuzzi, la bottiglia di champagne ed un mazzo di rose rosse.
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Come, quando... (3)
ChickLitAndrea è deciso a divorziare mentre Michela vuole a tutti i costi riconquistarlo, arrivando addirittura a coinvolgerlo nei suoi strampalati progetti. Un sentimento può logorarsi negli anni? Gli errori del passato e quelli del presente li porteranno...