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Mi sveglio con una sensazione di nausea e un cerchio alla testa non indifferente.

Ma quanto ho bevuto ieri sera?

Guardo l'orario sul telefono, è già mezzogiorno passato. Ho sprecato una mattinata dormendo. Beh, almeno il pomeriggio è salvo. Mi alzo dal letto e scopro di essere ancora vestita come ieri. Mi preparo psicologicamente a guardarmi allo specchio. Un disastro! Ho i capelli completamente annodati tra loro, il trucco mi è sceso fino a metà guance e ho il rossetto tutto sbaffato.

Ma io il rossetto non l'avevo messo ieri sera! Come ci è finito sulla mia faccia?

Sospiro e butto la testa all'indietro; mi metto sotto la doccia nella speranza di riuscire a rendermi almeno presentabile, ma con queste occhiaie ho qualche dubbio sulla riuscita dell'impresa. Quando ho finito mando un messaggio a Lorenzo per chiedergli dove siano lui e i ragazzi. Mi arriva dopo poco la sua risposta con la posizione del ristorante. Non so perché, ma in questa vacanza ho la sensazione di non aver fatto altro che mangiare. 

Lego i capelli in una coda alta e opto per un abbigliamento comodo e semplice: jeans corti e top, con sotto il costume. Prendo la borsa con le cose utili per il mare, infilo un paio di sandali bassi e mi avvio. Il ristorante non è molto distante dagli alloggi, in cinque minuti sono già arrivata e inizio a sentire lo stomaco fare strani versi di apprezzamento appena l'aria si impregna del profumino che viene dalla cucina. Cerco i ragazzi e vedo che sono seduti all'esterno, su un terrazzo gigante tenuto all'ombra da tendoni bianchi appesi che formano un soffitto soffice. Arrivo al tavolo e saluto tutti. Poi il mio sguardo si sofferma su Gianluca ed esplodo in una risata che fa girare mezzo ristorante.

«Oh mio Dio, ma cosa hai combinato?»
Ha una specie di frangetta storta, un ciuffo che gli sta dritto in mezzo alla testa facendolo sembrare uno dei Teletubbies, e i capelli toccano la spalla solo da un lato. 

«COME...» si porta un pugno alla bocca per non urlare.  «Come fai a chiedermi che cosa ho combinato?» Lo chiede a bassa voce, ma sembra come se volesse saltarmi alla gola.

Ma che problemi ha?

«Non so, vedi per caso una palla di vetro tra le mie mani? Ti sembro un'indovina?» Guardo gli altri ragazzi e stanno palesemente trattenendo una risata.

«Voi sapete che cos'ha?» chiedo a bassa voce indicando Gianluca.

«REBECCA!» Faccio un saltello sul posto perché mi ha fatto paura.

Ma che modi sono? Mi sono appena svegliata tra l'altro!

«Becca, non ricordi niente di ieri sera?» Mi chiede Lore divertito.

«Certo che mi ricordo! Vi ho raggiunti al ristorante, ho litigato con Valerio e siamo andati a bere in un locale.» L'ho riassunto di parecchio, ma alla fine è quello che è successo.

«E certo! Questa sintesi è degna di quella di tuo cugino quando recensiva film sul suo blog personale.
TITANIC: un giovane ragazzo vince un biglietto per fare un viaggio su una grossa nave. La nave affonda. Ricerca del gioiello sui fondali con sottomarino. Bella scena di tette.»

Giò scoppia a ridere e guarda mio cugino.
«Ma veramente?»

«Perché? Ho dimenticato qualcosa?» Chiede Lore facendo spallucce.

«Va beh, ma cosa c'entra con me adesso?» Continuo a non capire il nesso tra le due cose.

«Becca, ieri sera, dopo aver bevuto tequila come se non ci fosse un domani, hai deciso che sembravo Gesù con questi capelli, e hai ben pensato di tagliarmeli con le forbici che ti sei fatta prestare dal barista! Mi hai assicurato che sapevi cosa stavi facendo, e che il risultato sarebbe stato perfetto!»

Come Pioggia D'EstateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora