Continuo nel tentativo di non menomare Andrea aspettando che finisca la canzone e guardando di tanto in tanto Giò, che non si è spostato di un millimetro, e non ha accennato a mezzo sorriso.
Non sono andata da lui appena l'ho visto per due semplici motivi:
1- fondamentalmente non sto facendo niente di male, e se avessi smesso di ballare subito dopo averlo visto, sarebbe stato come ammettere che mi aveva beccata in flagrante.
2- se il vestito non ha sortito l'effetto desiderato, vedermi con un altro dovrà pur farlo ingelosire almeno un po'.Sono pesante, lo so. Me ne rendo conto da sola mentre penso che non ha fatto niente di male nemmeno lui, ha semplicemente deciso di passare una serata insieme ad altri ragazzi.
Magari aveva voglia di fare qualche rutto in libertà, o voleva parlare in santa pace di sport senza noi donne che a turno chiediamo spiegazioni. Probabilmente mi sono fasciata la testa per nulla. Cerco di ignorare la sensazione negativa che continuo a sentire nella pancia, e appena sento il ritmo cambiare segnalando la fine della canzone, sorrido ad Andrea e mi defilo cercando di essere il più gentile possibile.
Gli ho pestato i piedi tre volte, non posso essere troppo brusca.
Cammino verso Giò che è rimasto appoggiato ad una delle colonne, ed ha ancora le braccia incrociate al petto. Gli sorrido cercando di sembrare il più tranquilla possibile.
È vero che mi piace farlo un po' ingelosire, ma è anche vero che stavo ballando senza nessuna intenzione o malizia nei confronti di quel ragazzo.
La sua espressione seria non cambia a mano a mano che mi avvicino, e mi preparo mentalmente a tornare in camera sfinita, dopo l'ennesima discussione.«Ehi! Che ci fai qui? Sei con i ragazzi?» e mi guardo intorno continuando a sorridere, sperando di riuscire ad evitare un litigio. Già è stato difficile vederlo ignorarmi per tutta la giornata, se dovessimo anche litigare so che non riuscirei a restare calma.
«Ti stavi divertendo?» domanda gelido.
«Abbastanza, anche se le ragazze mi hanno stordito di chiacchiere. Credo di aver passato troppo tempo con Lore e Gianlu, non sono abituata a parlare così a lungo di gossip e moda. Un po' va bene, ma loro decisamente esagerano! E voi? Vi siete divertiti?»«Non quanto te credo. Chi era quello?» Vedo i muscoli della mascella irrigidirsi, mentre serra la bocca in una linea dura.
Calma Becca. Stai andando bene. Mantieniti su un tono neutro e nessuno si farà male.
«Andrea. Si è seduto per un po' con noi a chiacchierare. Voi dove siete stati di bello?»
«Ti piace?»
«Chi?»
«Non fare la tonta con me Becky! Quel ragazzo, ti piace?»
«Ovvio che mi piace, abbiamo deciso di sposarci domani in spiaggia, al tramonto possibilmente. Ma ci accontentiamo anche dell'alba. Quando c'è l'amore non si bada a certi dettagli.»«Certo che sai essere proprio stronza quando vuoi!» infila le mani in tasca e si avvia verso l'uscita.
Lo seguo facendomi largo tra la folla, cosa non facile quando hai un paio di tacchi alti dodici centimetri e un bel po' d'alcol in corpo.
Raggiungo l'esterno del locale e mi guardo attorno, cercandolo tra le persone ferme in strada a fumare e chiacchierare.Mi sposto di qualche metro e finalmente lo vedo, seduto su un muretto con le gambe a penzoloni mentre guarda distratto chissà cosa. Mi avvicino lentamente e vado a posizionarmi tra le sue gambe, allacciandogli le braccia al collo.
«Ehi...» appoggio la fronte alla sua e faccio una leggera pressione, costringendolo ad alzare la testa e guardarmi negli occhi. Sono un po' più cupi del solito, ma comunque bellissimi. Ci potrei stare le ore a guardarlo così.
«Ti avevo espressamente pregato di non fare la stupida stasera. Arrivo e ti trovo a strusciarti contro un altro, e non voglio neanche pensare a cosa sarebbe successo se non mi avessi visto! Ma è così difficile per te non sfidarmi continuamente?»
Faccio un respiro profondo e cerco di mantenere il controllo.
Ha usato un tono duro, ha parlato con l'intento di ferirmi, quindi è chiaro che ci sia qualcosa che non va.
Non è da lui parlarmi in quel modo, non lo farebbe mai, lo conosco.«Giò, ti prego... È da oggi che sei strano: mi ignori, decidi di passare la serata solo tra uomini, e adesso te ne esci con questa specie di scenata di gelosia. Non avrei fatto altro con Andrea, e tu lo sai bene. Che cosa c'è?» Continuo a guardarlo negli occhi sperando di convincerlo a dirmi la verità.
«Scenata di gelosia? Ma per favore! E di chi dovrei essere geloso? Di quello stramboide? Ma hai visto com'era vestito? Sicuramente è uno che ci prova con tutte quelle che si vestono come zitelle arrapate. Si sa che queste cose si basano sul calcolo delle probabilità: se tenta con cento, almeno una dovrà capitolare!»
Faccio spallucce decisa a non dargli la soddisfazione di urlargli contro che è un coglione, perché è chiaro come il sole che non aspetta altro.
«Probabile. Non che mi interessi, onestamente. Non mi hai ancora raccontato della tua serata, che avete fatto voi maschi?»
Fa una risata amara e mi allontana, scendendo dal muretto.
«Wow! Certo che tu sai come stupire un uomo! Mi sono scelto una pantera dalla risposta sempre pronta e mi ritrovo una gattina affettuosa. Come mai questo cambiamento? È bastata qualche scopata per farti ammorbidire così?»La cosa veramente triste e preoccupante è che, nonostante tutto ciò che ha detto fino ad ora, quello che mi ha fatto più male è il fatto che abbia chiamato 'scopata' quello che abbiamo fatto noi due.
Quello non era scopare, quello era amore!
Ma perché non riusciamo mai a fare due passi avanti di fila io e lui?
Perché ogni volta ci deve essere qualcosa a spezzare l'incantesimo?Non voglio che sia rose e fiori tutti i giorni, ma non posso nemmeno stare sempre sull'attenti in attesa del prossimo passo falso che potrebbe farci cadere.
È snervante.E le cose snervanti mi mettono di cattivo umore.
E quando sono di cattivo umore non ragiono, do fiato alla bocca.
Mi si blocca il filtro del buonsenso e tanti saluti al mio autocontrollo.«Senti, bello! Tra i due quella con le ovaie sono io, eppure sembra proprio che quello che si comporta da mestruato acido sia tu. Fai una cosa: c'è una farmacia a pochi metri da qui, facci un salto e fatti dare un antidolorifico, poi passa al market e fai una bella scorta di cioccolato, caramelle e gelato! Strozzatici anche, se possibile, e torna quando ti sarà passata questa sclero che ti porti dietro da stamattina!» giro i tacchi e mi incammino verso l'entrata, sentendo le lacrime che iniziano a pizzicarmi gli occhi.
«Ecco, brava, vai! Quello lo sai fare benissimo! La conosco a memoria la tua schiena ormai!»
Continuo a camminare alzando il braccio e mostrandogli il dito medio.Ecco perché avevo paura. Il male che sa farmi lui, io, non riesco a reggerlo.
L'odore di alcol e sudore mi esplode nelle narici non appena rimetto piede dentro al locale. Raggiungo il tavolo pronta a prendere la mia pochette e a tornare agli alloggi, quando Cristina mi si avvicina.
«Ehi, tutto okay con Giò?»
Le faccio un sorriso tirato e annuisco appena.«Tutto a posto, sì. Mi è scoppiato un mal di testa allucinante, però. Credo che tornerò agli alloggi.»
«Ti accompagno!»«Oh... ma no, non preoccuparti. Goditi pure il resto della serata con le ragazze.»
«Tuo cugino mi ha dato il compito di non farti fare più di dieci metri da sola, e da qui alle stanze sono decisamente di più! Se ti perdi, mi ammazza!»Scoppio a ridere immaginando Lorenzo che si raccomanda con lei di non lasciarmi vagare come un'anima in pena nel villaggio.
«Grazie, allora.»
Va ad avvisare Bea e Sonia, che saluto da lontano, e torna verso di me. Nell'attraversare il locale vedo Giò appoggiato al bancone del bar mentre sorseggia una birra con l'aria mezza sconsolata.Ma vaffanculo!
Distolgo subito lo sguardo da lui, perché mi conosco, e so che se continuassi a vederlo con quell'espressione triste mi verrebbe da andare verso di lui e abbracciarlo nel giro di dieci secondi.
E stasera, decisamente, non lo merita.
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Come Pioggia D'Estate
ChickLitRebecca ha ventotto anni, una relazione stabile con le gaffes e il sarcasmo che le scorre nelle vene. Condivide la sua vita con un cugino che è più un fratello, un amico che ha evidenti problemi con la lingua italiana, un'amica innamorata dell'amore...