Chapter 9: Le fottutissime prove.

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Ayano's pov
Ed eccoli, finalmente, Taro e Budo. Entrambi mi guardarono, e si diressero verso di me per parlarmi.
<< Ehy Taro...Budo...Come state?>> dissi io molto imbarazzata.
<<Bene, se ieri mi aveste calcolato>> disse Budo facendo scoppiare una risatina sia a me che al mio Senpai. Era fottutissimamente bono. Soprattutto quando rideva.
<<Yan, andiamo in classe dai>> disse Budo prendendomi la mano. Mi sentivo calda, forse stavo arrossendo. Non feci in tempo a salutare Taro, che mi ritrovai nella sala delle arti marziali.
<<Budo ma che cazz->> provai a dire io, ma Budo mi interruppe.
<<SFIDAMI>> mi urlò. Come cazzo sapeva che ero abbastanza brava nelle arti marziali?
<<No. Non dovevamo andare in classe?>> chiesi.
<<Dai Yan-chan!>> mi disse lui.
<<Ok, ti accontento. Ma se poi muori, non è colpa mia>> dissi io per mettermi davanti a lui. Iniziammo a lottare, Budo era eccellente nelle arti marziali. Ed era anche molto carin- EHM, SIMPATICO. Solo simpatico. Gli diedi un calcio che lo fece cadere a terra ma, nonostante ciò, rideva. Mi prese la mano. Lo aiutai ad alzarsi, prendendomi anche un suo abbraccio a casissimo.
<<SCUSAMI>> urlò lui disperatamente.
<<Uhm, fa niente haha>> dissi io.
Lui mi fece notare che avevo la stringa slacciata, ed entrambi ci accovacciammo per allacciarla. Ci guardammo negli occhi. Si avvicinò a me, sentivo il suo respiro.
<<Ehy Budo sensei co->> disse Mina, entrando nell'aula. Lei e Shima ci guardarono sorridendo, mi presero la mano e mi portarono fuori. I ragazzi, andarono da Budo.
<<Shima, Mina, posso spieg->> provai a dire io.
<<NO , TU NON DEVI SPIEGARE UN BEL NIENTE>> mi disse Mina.
<<AYANDO IS REAL>> Disse Shima abbracciando Mina e quasi piangendo dalla felicità.
<<Ma a me non pia->> dissi io. La campanella suonò.
<<NON ME NE FREGA SE NON TI PIACE, IO CONTINUERÒ A SHIPPARVI>> disse Shima. Si voltò e, insieme ad una Mina felicissima, andarono in classe. Io e Budo? Ma anche no. Siamo a malapena amici. Comunque mi avviai in classe. Mi sedetti e presi dalla cartella i libri.
Entrò un ' insegnante di un'altra classe, che mi chiamò e mi invitò a seguirla. I ragazzi che facevano parte della recita, erano presenti. Compreso il mio Taro.
<<Ora, dovremmo essere tutti. Ayano, tu sei la protagonista, Kizana si è ritirata. Spero che tu sappia le battute a memoria, altrimenti dovremo cancellare lo spettacolo>> si rivolse a me la professoressa. Info è stata brava, non pensavo che Kizana avesse mollato così.
<<Si, professoressa. So ogni cosa>> risposi. Si sente aprire la porta in modo furioso, è Kizana. Ed ha perso la voce, per questo non potrà recitare. Furba Info. Ed è anche molto scaltra.
<<Ayano, Taro, atto 2 scena 2>> urlò la professoressa.

Inizio prove

Romeo (Taro): Ride delle cicatrici chi non è mai stato ferito. Ma, piano, quale luce erompe da quella finestra?
È l'oriente, e Giulietta è il sole! Oh, sorgi bel sole,
e uccidi la luna invidiosa che è già malata e pallida di rabbia, perché tu, sua ancella, di lei sei tanto più bella.
Non servirla più, quell'invidiosa: la sua vestale
porta il malsano costume verde indossato solo dai buffoni.
Gettalo via! Oh, se sapesse che è la mia donna,
il mio amore! Oh se lo sapesse!
Ella parla, pur senza dire parola. Com'è mai possibile?
Sono i suoi occhi a parlare, e io risponderò loro.
Sono troppo ardito. Non è a me che parla.
Due tra le stelle più luminose del cielo, dovendo assentarsi,
supplicano i suoi occhi di voler brillare
al loro posto sin che abbiano fatto ritorno.
E se i suoi occhi fossero in quelle sfere,
e le stelle sul suo volto? Le sue guance luminose
farebbero allora vergognare quelle stelle,
come il giorno fa impallidire la luce di una torcia.
E i suoi occhi, in cielo, scorrerebbero nella regione dell'aria
con un tale splendore che gli uccelli,
credendo finita la notte, riprenderebbero a cantare.
Guarda come appoggia la guancia alla sua mano:
potessi essere io il guanto di quella mano,
e poter così toccare quella guancia!

Giulietta (Ayano): Ahime!

R(T): Ma parla...
Oh, dì ancora qualcosa, angelo splendente,
così glorioso in questa notte, lassù, sopra la mia testa,
come un messaggero alato del cielo quando abbaglia
gli occhi stupiti dei mortali, che si piegano all'indietro
per guardarlo varcare le nubi che si gonfiano pigre,
e alzare le vele nel grembo dell'aria.

G(A): Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?
Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome,
oppure, se non vuoi, giura che sei mio
e smetterò io d'essere una Capuleti.

R(T): Devo ascoltare ancora, o rispondere subito?

G(A): È solo il tuo nome che m'è nemico, e tu sei te stesso
anche senza chiamarti Montecchi. Cos'è Montecchi?
Non è una mano, un piede, un braccio, un volto,
o qualunque parte di un uomo. Prendi un altro nome!
Cos'è un nome? Ciò che chiamiamo rosa,
con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo,
così Romeo, se non si chiamasse più Romeo,
conserverebbe quella cara perfezione che possiede
anche senza quel nome. Romeo, getta via il tuo nome,
e al suo posto, che non è parte di te, prendi tutta me stessa.

Fine prove

<<STOP>> Urlò la professoressa.
<<Taro,sei stato bravissimo. Ayano, sei stata perfetta. Voi due insieme farete uno spettacolo indimenticabile e sarà la perfezione!>> ci disse la professoressa.
<<Siete pronti per la scena del bacio?>> chiese la prof. Vidi Taro sgranare gli occhi, forse non era ancora pronto. O forse non voleva. Forse perché sono stronza o ho carattere di merda... E quindi non sono perfetta per lui.
<<No professoressa. Ancora non siamo pronti...>> rispose Taro. A quelle parole, il mio cuore si frantumó, e scoppiai a piangere nella strada per andare al bagno.

We should be lovers, instead... -Ayando-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora