capitolo sette

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[Pov's Ciro]

È mattina oramai, quando mi risveglio.
Sono da solo nella stanza.
Milagros è andata via.
Metto su un piccolo broncio, perché avrei voluto che mi salutasse.

"Cirù, sveglio sei?" Entra mio fratello Pietro nella stanza.
"Mhh si" Gli rispondo piano.
"Cre sto broncio?"
"Ma niente, Pietro che vuoi?" Gli rispondo un po' scocciato dalla sua presenza.
"Ma io voglio sapere perché tieni il broncio"
"Ma cre stamatin Piè?! Sei qui da due minuti e già m'agg cagat u cazz!" Ringhio nervoso.
"Ahh ora ho capito perché stai nervoso!" Ride Pietro.
"Ma c sfaccim te ridi ah?"
"Tu stai così perché Milagros se n'è andata!" Ride ancora Pietro.
"Ma ancora che ridi? T'aggia vattr o Pietro?"
"AHAHAHHAHAH, se ti giri sul comodino trovi una foto."
Io mi giro sentendo ancora quel cretino di mio fratello ridere.
Trovo davvero una foto.
È una Polaroid.
Ci siamo io e Milagros addormentati.
Siamo sdraiati entrambi sullo stesso fianco, il destro.
Io ho il volto rivolto verso la finestra dell'ospedale, lei appoggiato sulla mia spalla e rivolto verso di me.
Il braccio con la flebo sopra il suo, e le stringo la mano.
Lei una mano la ha stretta alla mia, con l'altra si è raggomitolata su di me poggiandola sul mio torace.
Ho una sua gamba che mi circonda il bacino e l'altra intrecciata alla mia.
Sorrido.
"Ti piace?" Mi chiede Pietro.
"Si .. Chi l'ha fatta?"
"Io, eravate proprio belli. Ti piace eh Cirù?"
"Tanto Piè .."
"Si vede fratm, si vede. Siete belli proprio." Sorride mio fratello.
È la prima volta che parliamo di queste cose.
Non mi è mai capitato di avere un momento di spensieratezza di questo calibro con mio fratello, in cui parliamo di cose normali, che fanno i ragazzi come noi.
No, noi abbiamo sempre dovuto parlare di droga, armi, mafia.

"Mi manca .." Sussurro.
"Lo so, Cirù. Ma domani esci da qua e torni all'IPM, così stai con lei."
Lui si avvicina e mi abbraccia.
Cosa mai successa nella nostra vita.
"Ti voglio bene Cirù. Sei il miglior fratello che avesse mai potuto capitarmi." E mi da un bacio sulla guancia.
"Te ne voglio anche io Pietro."
E gli do uno schiaffo leggero sulla nuca.

[Pov's Milagros]

Stamattina presto Pietro ci ha riportato all'IPM e sia io che Edo, siamo tornati senza problemi alla nostra cella, senza che nessuno notasse nulla.
Stanotte ho dormito benissimo.
Ero tranquilla con Ciro.
Non ho avuto il panico.
Solo che ora, sono molto pensierosa.
Ciro fa parte di una famiglia mafiosa, pericolosa, spietata.
E io sono disposta ad accettare tutto questo?

I miei pensieri vengono interrotti da Liz che ci porta in giardino.
Ora d'aria, finalmente.
Chi vuole di noi, può pure farsi fare i capelli.
Oltre al parrucchiere , o meglio, barbiere per i maschi (di cui Edo mi ha detto che Ciro è fissato, andando ogni tre giorni a farsi sistemare la sua pettinatura) c'è pure la parrucchiera per noi.

Decido di avvicinarmi alla sala che si usa come "salone dei parrucchieri" e Liz si avvicina a me.
"Cre Milà, t vuò acconcià?"
"Mh non so .. Vorrei, tu che dici Liz?"
"Secondo me ti starebbero benissimo i capelli neri ..
Dovresti provare!"
"Tu dici?"
"Si fidati, prima di fare questo lavoro, facevo la parrucchiera!"
"Ok allora entro, mi hai convinta."
Entro e mi accomodò su una sediolina.
Chiedo gentilmente alla parrucchiera se mi fa cambiare il colore dei capelli, e se quindi mi tinge di nero, e lei subito comincia a preparare il composto per tingermi.

Nero.
Come Ciro.
Subito ci penso e sorrido.
Poi ripenso alle mie paure e subito scuoto la testa, scacciando i brutti pensieri e concentrandomi sulla mia nuova tinta.
Resto nella sala per un'oretta, più o meno.

Oggi la giornata è passata piuttosto velocemente.
Dopo essermi tinta (e Liz aveva ragione .. Mi piacciono tantissimo!) , siamo andate in sala comune e Filippo e Naditza hanno suonato il piano per noi.
Poi siamo andati a cena e ora siamo di nuovo nelle celle.
Mi arrampico sul davanzale e mi siedo, pronta ad osservare il mare.
"Amò?" Mi richiama Nad.
"Ehi amò, dimmi"
"No è che te vedo pensierosa, tutt'appost?"
"No .. È che avrei bisogno di parlare.."
"E vieni qua ja, c parlamm nu poc ij e te!"
Scendo dal davanzale e mi siedo sul letto di Naditza.
"Allora amò?"
Le racconto tutto quello successo stanotte con Ciro e delle mie paure per quanto concerne la famiglia da cui proviene Ciro.
"Amò io posso consigliarti di stare attenta ovvio, di seguire il tuo cuore e magari di far capire a Ciro che non ti piace quella vita .."
"E secondo te mi ascolta?"
"Se davvero gli hai fatto perdere la testa, e me sembra proprio de si da quello che mi racconti, secondo me ti ascolterà."
"Grazie amò."
E la abbraccio.
Lei mi stampa un bacio sulla guancia.
E ci addormentiamo assieme.

[Pov's Ciro]

È finalmente giovedì mattina, quindi il giorno delle mie dimissioni dall'ospedale.
Lino mi sta facendo la borsa con tutte le mie cose e io mi sto allacciando le scarpe, con molta calma e attenzione, siccome ho ancora i giramenti.
Mi alzo piano dal letto, e prendo le stampelle accanto alla sedia vicino al mio letto.
Mi hanno dato le stampelle per via delle vertigini e dei capogiri.
Mi aiutano a camminare, siccome senza, cado.
I dottori mi hanno detto che pian piano le vertigini e i capogiri andranno via.
Ma non posso fumare per un bel po'.
Attrezzato di stampelle, mi appoggio per camminare e lentamente riusciamo ad arrivare alla macchina della polizia penitenziaria che mi riporterà all'IPM.

Mi guardo dallo specchietto del conducente e noto che ho delle profonde occhiaie, oltre all'essere ancora un po' cadaverico.
Ho i capelli più lunghi e mossi, senza gel.
Non vedo l'ora di tornare a farmeli fare.
Per ora non se ne parla, anche per via del cerotto che ho per la ferita che mi ha fatto Milagros facendomi sbattere contro le sbarre del letto.
Ci ripenso e accenno un sorrisetto.

Non sono mai stato così contento di tornare all'IPM , non vedo l'ora di rivederla.
Il comandante parcheggia all'entrata e scende dalla macchina avviandosi.
Lino invece prende le stampelle e me le porge aiutandomi a scendere dalla macchina.
"Mh cre s'è scurdat e buon manier o comandà?" Chiedo a Lino ironico.
"Ja nun c pensà" E mi aiuta, stando attendo che io non cada.
"Cre Cirù che te sei fermato?"
"Oh Gesù Linù, m gir a cap" E chiudo gli occhi sperando mi passi il senso di vertigine e di vomito che si sta facendo sempre più insistente.
"Vabbuò fermati e aspetta che chiamo il comandante"
"Eh arò aggia ij secondo te accussì?"
Dopo pochi minuti arriva il comandante, che mi prende in braccio e mi porta dentro.
"Cre Cirù, sij pesant eh!" Ride il comandante.
"Ma vafangul comandà!" Rido anche io.
Si avvicinano a noi i miei amici che cominciano a farmi tantissime domande.
Milagros rimane nel campetto femminile a guardare e non si avvicina.
"Uagliù con calma, che tiene giramenti di testa e il senso di nausea. Cre tutto sto burdell?" Il comandante calma gli animi dei miei amici e mi porta assieme a Lino nella mia cella.
"Fa o brav Cirù, m'arraccumann. Tra un po' poi passa la direttrice." Mi dice Lino chiudendo la cella e andandosene.

Io rimango da solo con me stesso.
Con i miei pensieri.
"Stavolta, o mi salva o mi uccide."
E per ora, sono ancora vivo.

•spazio autrice•
spero vi piaccia il nuovo capitolo e scusate per l'attesa!
fatemi sapere cosa ne pensate e cosa succederà nel prossimo secondo voi!
a presto.
love u all.
instagram: @unmondodigiacomooo

Tutto Può Succedere | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora