capitolo diciassette

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[Pov's Milagros]

Ciro mi ha confessato una parte dei suoi tormenti, ed improvvisamente, mi sento il nulla più assoluto.
Mi fa tenerezza, lo vedo come un bimbo sperduto.
E io mi sento eccessivamente fortunata, per non aver mai vissuto queste situazioni.
Io bene o male, sono sempre stata libera di scegliere.

Gli ho appena detto "ti amo" e lui mi ha stretto forte a sè.
Restiamo così, abbracciati, cuore a cuore per alcuni minuti.
Non mi sono mai resa conto di alcuni piccoli particolari che caratterizzano la persona di Ciro.
Il profumo che indossa, ad esempio, che è una colonia maschile molto accentuata.
Non mi piacciono i profumi piuttosto intensi, ma questo odore sa di Ciro, è Ciro.
Ed è diventato il mio nuovo odore preferito.
O dei capelli perfettamente ingellati, che non si muovono di un millimetro.
O magari delle sue mani, grandi, ma molto sfinate, con alcune ferite sopra.
Sembrano bruciature, alcuni tagli e altre cicatrici.
Ma nonostante ciò, ha delle bellissime mani.

Un'altra cosa che ho notato, è che ha un accenno di barba, che si accinge a nascondere, rasandosi ogni giorno.
O che quando sorride, raramente, gli vengono le guanciotte rosse.
Ho anche notato che non si fa toccare sulla parte bassa della schiena e sulle spalle.
È molto restio a quel tipo di contatto, ma non capisco perché.

"Che c'è?" Mi chiede lui staccandosi e accennandomi un
sorriso.
"Stavo riflettendo." Ripenso pensierosa ai particolari che lo caratterizzano. E soffermandomi, sulle spalle e sulla schiena.
"A cosa amò?" Mi chiede lui accarezzandomi una guancia.

Sorrido al nomignolo che mi ha dato.
"Ai tuoi particolari"
"Ai miei particolari?" Corruccia le sopracciglia interessato a quanto sto dicendo.
"Si"
"E sentiamo, che particolari ho?"
"Ti poni come un boss perfettino .. Ma non ti scoccia dare questa immagine?" Sputo fuori velocemente.
"Si in effetti si .." Sospira lui.
"Vieni con me!" Mi alzo e lo prendo per mano convincendolo ad alzarsi.
"Ma dove andiamo?"
"Vieni e fidati"

Ci dirigiamo verso il bagno della sala comune e lo spingo dentro per poi entrare anche io.
Lui mi guarda in attesa della mia prossima mossa.

"Mettiti vicino il lavandino"
Lui stranamente non ribadisce, ma obbedisce in silenzio.
"Guardati allo specchio. Cosa vedi?"
"Me stesso, un boss. Una brutta persona. Ecco cosa vedo.."
"Guardati per l'ultima volta, perché da oggi in avanti quel Ciro non esiste più, intesi?"
"Intesi."

"Abbassa la testa"
Lui fa come dico e apro l'acqua del rubinetto.
"Ah è fredda!"
"Scusa amore, la metto sulla calda. Ma che uomo sei che ti lamenti per un po' d'acqua fredda?" Gli dico io, ridendo, per provocarlo un po'.
"Poi ti faccio vedere dopo che uomo sono!"
E ride anche lui, di gusto.
Prendo un poco del sapone che ci eravamo portate prima per lavarci e comincio a lavargli i capelli.
Finisco in fretta, siccome non ha i capelli lunghi quanto i miei.

Corro dietro il palco a prendere dalla mia borsa un'asciugamano, la spuma e il phon.

Lo faccio uscire dal bagno per farlo sedere sulla sediolina disposta dietro il palco.
"Ho sempre sognato che la mia ragazza mi facesse i capelli, mi rilassa un sacco."
"Abituatici, amo fare queste cose!" Gli rispondo io sorridendo.
E si rilassa nelle mie mani, chiudendo gli occhi.

Passo una buona dose di prodotto e comincio a dare del movimento ai suoi capelli aiutandomi con le mani e con il phon, a cui ho attaccato il diffusore.
Dopo una decina di minuti, spengo il phon soddisfatta.

"Guarda che sei bello!"
Lui apre gli occhi e si guarda allo specchio.
Con i capelli mossi.
"Mi piacciono, sembro un'altra persona."
"Sei molto più bello così, e poi, lasciati crescere un po' la barbetta che hai, sembri più maschio."
"Tu dici?"
"Fidati, a diciassette anni sbarbato così sembri un piciu!" Rido.
"Che vuol dire piciu?"
"È una maniera che usiamo a Torino per dire che pari un bamboccio, in questo caso.
In realtà è un insulto, vuol dire il tuo amichetto là sotto."
"Ah quindi sembro il mio amichetto?" Si alza e si gira verso di me.
Mette una mano sul mio fianco sinistro per non farmi muovere e l'altra mano la mette sul mio viso.
Si avvicina alle mie labbra, sfiorando con le sue.
"Mh, non mi rispondi?"
"Si sembri un bamboccio e a me piacciono gli uomini.
Mi piace quando fai l'uomo e mostri che tieni le palle."
"Ah si? T piac sij facc l'omm?" Mi chiede in napoletano.
"Si." rispondo sicura delle mie parole.

Sposta il suo viso sul mio collo e comincia a mordicchiare la mia pelle, alternando ai morsi la lingua.
Io metto una mano alla nuca del suo viso e lo avvicino più a me, tirando indietro la testa, appagata del piacere che mi sta donando.
Dopo un paio di minuti si stacca soddisfatto e toccandomi con il pollice il succhiotto che mi ha fatto.

"Mo sono stato uomo?" Mi chiede con un sorrisetto.
"Puoi fare di meglio!" Lo sbeffeggio io ridendo.
"Ah si?"

"Ciro, Milagros! Ma cosa fate ancora qui?" Entra Beppe in sala comune interrompendoci.
"Eh Beppe, mi ha solo lavato i capelli non vedi?"
"Eh noto, noto, e pari più grande sai?"
"Vedi? Beppe capisce tutto!" Mi rivolgo io verso Ciro.
E uscendo dalla sala seguita dall'uno e dall'altro.

Arriviamo davanti al dormitorio femminile.
"Vabbuò, siccome io non sono scemo, saluta la tua ragazza Cirù!" Dice Beppe girandosi.
Lui si avvicina e mette entrambe le sue mani sul mio viso.
"Ti amo, principessa. Fai sogni belli, buonanotte"
"Ti amo Ciro."
E lui si avvicina dandomi un bacio.
Poi si stacca e mi accarezza la guancia.
"Grazie. Ti amo. Ci vediamo domani mattina."
E mi da un altro bacio.

"Eh vabbuò Cirù ja, abbiamo capito che la ami, mo basta, dobbiamo andare!" Dice Beppe dandogli uno schiaffo dietro la nuca.
Ed entrambi si dirigono verso il dormitorio maschile.

Io mi dirigo verso la cella mia, di Nad e Silvia, ed entrò.
"Amò aro stav?"
"Come dove stava Nad? Non vedi che era con Ciro? Guarda che succhiotto ha qui!" Ride Silvia, scatenando la curiosità di Nad.
Racconto loro il tutto e dopo un interrogatorio infinito, possiamo finalmente andare a nanna.
Sono stanchissima e non vedo l'ora di stendermi.

Un foglietto alla finestra attira la mia attenzione.
Mi alzo e lo prendo in mano.
"Amò cre?"
"Non so Nad, mo apro e ti dico."

"Faccio di tutto per te. Ti amo.
Buonanotte amò, fai sogni belli."

"È Ciro amò, mi ha scritto un biglietto."
Faccio leggere loro il messaggio, e dopo aver scritto anche io un bigliettino a lui, e averglielo inviato, ci stendiamo tutte e tre sul letto, finendo un'altra giornata.

"Ti amo anche io. Stai tranquillo, ci sono io con te.
Sogni d'oro amore."

•spazio autrice•
spero vi piaccia e niente come al solito fatemi sapere.
vi posterò una domanda su instagram e ci terrei che rispondeste sinceramente ..
grazie per l'attenzione e per i messaggi super carini che mi mandate.
senza di voi, non sarebbe nulla la storia.
grazie.
love u all!

Tutto Può Succedere | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora