capitolo ventotto

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"Perché non c'è una colpa da cercare
Se non c'è nessun colpevole!
C'è solo un'altra strada da trovare
Non c'è il forte, non il debole
Ma mentre tu dormivi io spiavo il cielo ..."

...

Pov's Milagros

Mi risveglio e noto che non sono più all'IPM, ma in ospedale, dalle pareti bianche che mi circondano.
Mi metto lentamente a sedere, cercando di non agitarmi ancora di più.
Mi osservo e noto che al mio braccio è attaccata una flebo e che ho alcuni macchinari attaccati alla mia pancia ormai abbastanza visibile.
D'improvviso mi torna in mente il motivo del mio svenimento: Ciro.
Sto per interrogarmi su come stia, dopo che Pino lo ha accoltellato, quando entra nella stanza Pietro.
"Oi, Piè"
"Mannaggia Milagros, la smetti di agitarti che fai stare male mio nipote?" Mi rimprovera Pietro appoggiando una mano sul mio ventre.
"Ah grazie per la considerazione eh!" Ribadisco io ridendo.
"Sisi, ciao Milagros" Mi saluta lui distrattamente.
Niente da fare, quando c'è di mezzo suo nipote, non vede nient'altro.
"Amore dello zio Pietro! Ma come sei bello! Ma lo vogliamo dire alla mamma di stare tranquilla che io e te dobbiamo giocare quando lascerai, si?"
Pronuncia lui con una vocina demenziale che mi fa sorridere.
"Però una cosa te la devo dire Milà" Mi bacchetta ancora Pietro, in vena di chiacchierare oggi.
"Ja e ric!"
"Crè sto napulitan?! Ae o munn gir o contrarij!" Esclama lui.
"Però potevate chiamarlo Pietro, voglio dire, sono lo zio più figo al mondo! Mio nipote meritava un nome bellissimo, non Francesco come il migliore amico e fratm!" Conclude lui pavoneggiandosi e ridendo.
"Eh diglielo a tuo fratello, che vuole chiamarlo a tutti i costi Francesco, sai quanto ci tiene! Ed ora che ha ritrovato il suo migliore amico, ancor di più!"
"Ma a proposito... Come sta?!" Mi rabbia ricordandomi della rivolta di Pino all'IPM.
Vedo Pietro che sbianca in viso e che si allontana di scatto da me.
"Pietro! Cosa sai che non vuoi dirmi?!" Urlo io innervosita.
"Ja e nun alluccà, Milà!" Sospira lui.
"Eh allora parla!" Sbotto tremendamente innervosita dal comportamento di mio cognato.
"Promettimi che non ti agiti però..."
"Lo prometto, ma muoviti." Urlo ancora, innervosendomi e agitandomi ancor di più.
"A me non sembra che tu non ti stia agitando però" Ribadisce lui.
"Pietro mi hai rotto il cazzo!" Prendo la bottiglietta d'acqua vicino al mio comodino e gliela lancio contro.
Purtroppo per me, e per fortuna per lui, manco l'obiettivo, suscitando le risate di mio cognato.
"Pietro, se non mi dici subito, giuro che ti faccio venire a prendere dal comandante!"
"Ok, si scusa... Ciro è in coma, Milagros.
Mi dispiace..." Si avvicina lui per abbracciarmi.
Io lo scanso urlando.
Lacrime salate bagnano le mie guance.
Dolore.
Dolore.
E altro dolore.
Intenso.
"Milagros non ti agitare che fai male a Francesco!"
Ma io non lo sento, continuano imperterrite le lacrime sul mio viso.
Non mi accorgo nemmeno che in stanza sono entrati il comandante, mia suocera, un dottore e un'infermiera.
È tutto un attimo, e io crollo addormentata dal calmante che mi hanno iniettato.

Pov's Ciro

Mi ritrovo d'improvviso seduto su un molo di un porto, a vedere il mare.
Ma vedo tutto bianco, contornato da una luce bianca, pura.
Sento una presenza alle mie spalle e mi giro di scatto.
Francesco, il mio migliore amico.
"Francè, che fai qui?" Chiedo sorridente e facendogli cenno di sedersi accanto a me.
"Sono venuto a tenerti compagnia, Cirù!" Sorride anche lui a sua volta.
"Sono morto?" Chiedo impaurito dal lasciare da sola Milagros con mio figlio.
"Non lo so Cirù... Io sono venuto solo a farti compagnia, come ai vecchi tempi, ti ricordi?"
"Si fratm, mi ricordo eccome! Ma come stanno Milagros e mini Francesco?"
Chiedo apprensivo.
"Male Cirù, come devono stare? Non ti stai svegliando più ... Sei in coma, Cirù!"
"Come in coma, se sto parlando con te?"
"Io sono apparso a te in sogno, Cirù... Mi dispiace."
Le lacrime scorrono e le sento bagnare le mie guance.
"No Cirù non piangere, tu sei forte! Fidati di me!"
"Francè..."
"Dimmi Cirù"
"Devi farmi una promessa."
"Dimmi."
"Seriamente, Francè. Simm cumpagn ij e te?"
"Assai e cchiù, Cirù, o sai. Tu sij fratm!"
"Anche tu per me. Promettimi che se non dovessi farcela, guarderai tu Milagros e mini Francesco.
Promettimelo Francè, ho bisogno di sapere che staranno in mani sicure.
Giuramelo!"
"Te lo giuro Cirù, ma non dire così..."
"Francè, guardami in faccia."
"Ti voglio bene, assai, Francè, lo sai.
"Ti voglio bene anche io, fratm."

E Francesco sparisce, lasciandomi solo, in balia dei miei pensieri.
Nel nulla.
Solo io e me stesso.

*spazio autrice*
spero vi piaccia! un enorme grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi!
Grazie, Grazie, Grazie.

Tutto Può Succedere | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora