capitolo ventuno

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[Pov's Pov's Milagros]

Tutto può Succedere, ed è successo tutto due giorni fa quando mi sono sentita male, svenendo tra le braccia di Ciro.
Sono in ospedale e con me c'è Liz.
Mi trovo sdraiata sul mio lettino, guardando fuori dalla finestra e cercando di trovare un senso a tutto questo, che proprio senso, non ha.
"Milagros, sei in dolce attesa"
Mi aveva detto ieri il dottore.
Io gli ho chiesto se fosse sicuro di cosa mi stava comunicando, impanicata, per via dei miei diciassette anni.
Lui ha confermato, e con un enorme sorriso sul volto, mi ha fatto vedere le analisi che confermavano il mio essere in dolce attesa.

È da ieri, che sono immobile sul letto e che fisso il mare insistentemente, come se potesse darmi conforto.
Liz cerca di starmi vicino, e sembra molto contenta della notizia.
Io invece, mi sento impaurita.
Non voglio vedere nessuno, e mi sembra di essermi ritirata a vita spirituale, per come sto messa.
Un inetto, insomma.
"We Milà, poco fa ho sentito il comandante e non sai che casino sta facendo Ciro in IPM." Mi dice lei sforzando un sorriso.
"Perché casino?" Rispondo io, continuando a fissare il nulla, con una voce totalmente apatica.
"Come perché? Perché vuole vederti, vuole venire a trovarti, ma non può. La direttrice non gli ha dato il permesso, e lui sta uscendo di capa."
"Menomale così." Sputo velenosa queste parole.
"Come menomale così?"
"Non voglio vedere nessuno, e men che meno Ciro."
"Ma perché non vuoi vederlo? È il padre della creatura che porti in grembo Milagros .. Ha diritto di saperlo!"
"Perché non voglio vederlo e punto!" Urlo io, scaraventando a terra una bottiglietta che avevo sul comodino.

Liz esce dalla stanza impaurita e stranita dalla mia reazione.
Mentre io continuo a pensare cosa ne sarà della mia vita.
Ciro sicuro non lo vorrà questo bambino, quindi, non so che fare.

[Pov's Ciro]

Sono due giorni che non vedo Milagros, da quando è svenuta tra le mie braccia.
Inutile dire che alla preoccupazione si stia aggiungendo la rabbia nei confronti di punto e virgola.
Ha talmente paura della mia reazione che mi ha fatto chiudere in cella, e non mi fanno fare nulla, come se fossi in isolamento.
Colazione, pranzo e cena in cella, niente lezioni, e solo con me stesso.
Fanno uscire solo Edoardo dalla cella.

"Cirù eccomi" Mi saluta Edo, rientrando in cella dopo la colazione.
Io dal nervoso, non ho nemmeno mangiato.
"Vien a ca!" Gli ordino con tono nervoso.
"Dimmi Cirù."
"Stasera io devo vedere Milagros. Non c'è santo che tenga, anche a costo di dover uccidere punto e virgola, ci siamo intesi?" Gli ringhio prendendolo dalla maglia.
Devo aver spaventato talmente tanto Edo che annuisce velocemente e mi conferma che stasera quando uscirà lui per la cena, uscirò anche io, grazie a Lino.

"Eduà tieni una sigaretta?" Continuo a innervosirsi, secondo dopo secondo.
"Cirù ma avevi quasi smesso, non perdere tutti i progressi perché sei nervoso.. Ti parlo con il cuore in mano, cumm nu frat!" Mi dice lui cercando di distogliermi dall'idea di fumare.
"T'agg ritt c vogl na sfaccimm e sigaretta e c t'aggia fa i cazz toij!" Urlo rivoltando la scrivania e tutto quello che ci sta sopra.
Edoardo subito annuisce, tremendamente spaventato e porgendomi una sigaretta che subito mi appresto ad accendere.

Faccio un lungo tiro, cercando di calmarmi, ma in realtà mi sto innervosendo di più e con un gesto scattante spengo la sigaretta contro il muro della cella.
Comincio a rivoltare tutta la cella, sto buttando tutto all'aria e poi mi siedo per terra, scoppiando in un pianto senza fine.

Subito Edo si siede vicino a me.
Non dice nulla, a volte il silenzio è la miglior compagnia, ma sta lì con me e mi accarezza i capelli facendomi sfogare.
"Piangi Cirù, ti fa bene, piangi tanto. Sfogati, che ne hai bisogno .."
Sussurra lui continuando a confortarmi.

Poco dopo, Gennaro fa entrare nella nostra cella anche Pino, Pirucchio e Totò, che si siedono per terra con noi e anche loro, mi confortano.
Sono i migliori amici che potessi mai avere, e non me ne sono mai reso conto.

"Ma che erano quelle urla?" Chiede Pino a Edo sussurrando, mentre io continuo a piangere, però in silenzio ora.
Ho calmato i singhiozzi, ma le lacrime continuano a scorrere imperterrite, violente.
"Eh punto e virgola non lo fa uscire per andare a vedere Milagros .."
"E qual è o problem .. Stasera facimm o bordell Cirù e vedi come ti fa uscire!" Pino mi da una pacca rincuorandomi.

Riescono dopo un bel po' tra battute a tirarmi su il morale, con la promessa di fare una rivolta stasera a cena, per farmi avere il permesso di andare all'ospedale a vedere Milagros.

"Cirù, vengo con te stasera" Si impone Edo, facendomi annuire.
"Allora chiamo Pietro, così ci viene a prendere in macchina"

Mi dirigo in bagno ed estraggo dalla tasca il mio mini telefono.
"O Piè?"
"Cirù, come stai?" Fortunatamente, mio fratello risponde subito.
"Milagros sta male, stasera facciamo rivolta perché punto e virgola non mi fa uscire per vederla. Alle 22 devi esser qui , hai capito?"
E stacco la chiamata, non dandogli tempo manco di rispondere.

Salgo sul letto e mi distendo a peso morto, cercando un appiglio in me stesso.
"Sii forte Cirù, tutto passa. Ci sei tu con te stesso!"
Me lo ripeto in testa, una, due, tre volte.
Cercando di autoconvincermi.
Che sono io la mia unica forza.

" E dimmi, dimmi, perché sei l'unica forza che ho .."

•spazio autrice•
spero vi piaccia e ci vediamo al prossimo!
love u all.
instagram: @unmondodigiacomo

Tutto Può Succedere | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora