capitolo ventitré

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[Pov's Ciro]

Io e il comandante usciamo dall'IPM e noto mio fratello accanto alla direttrice.
Sembrano un po' sconvolti, ma non ci faccio caso, preso dall'ansia di vedere Milagros.
"Direttrì eccovi Ciro" Mi annuncia il comandante, come se poi avesse bisogno di annunciarmi.
Come se la direttrice non vedesse un cristo alto quanto me, ma chi lo capisce al Comandante, è bravo veramente.

"Va bene, Massimo, grazie. Lo accompagna Pietro, tu torna dagli altri e cerca di ristabilire l'ordine! Voi andate e mi raccomando Pietro, a cosa ti ho detto. Ciro devi tornare stasera in IPM, d'accordo?" Mi chiede lei, facendo un occhiolino a mio fratello.

Salgo in macchina dalla parte del passeggero e mio fratello fa il giro per sedersi al posto del conducente.
Lo vedo che si siede, e poggia le mani sul volante, ma non accende la macchina.
Poi improvvisamente sbatte il pugno sul volante e comincia a piangere, facendomi spaventare.
Non ho mai visto Pietro piangere, cadere.
È sempre stato la mia colonna portante, il forte della situazione ed io non so cosa fare per tranquillizzarlo.
"Oh Piè, ma che succede? Perché sei così agitato?" Gli chiedo con la voce tremolante, preoccupato.
"Cirù non ce la faccio .."
"Ma a fare cosa? Che succede? Ti senti male? Ti fa male qualcosa?"
"No Cirù, non mi fa male niente. Mi fa solo male il cuore .."
"Ma perché, che è successo?" Comincio ad alterarmi perché mio fratello non parla.
E lui lo sa quanto odio quando gira attorno alle cose.
Se mi devi dire qualcosa, me lo dici subito, diretto, crudo.
Non sopporto i fronzoli che si fanno per aggirare il discorso.
Preferisco una verità brutta, che una bugia bella, e questo Pietro lo sa, ma ogni volta si ostina a farmi perdere la pazienza.
"Pietro, m vo ricr c sfaccimm è succies o t'aggia vattr?" Ringhio ad un centimetro della sua faccia prendendogli il viso con le mani.
"Cirù, ti devo dire sue cose, ma non ti arrabbiare .."
"Ancora Pietro? Che cazzo! Parla. Primm e mo, primm c Francesco resuscita e t fac a grazia!" Continuo ad urlare nervoso.
"Ok, ma stai tranquillo che ti vedo leggermente agitato .."
Con una mano Pietro mi spinge verso il sedile, per farmi star seduto bene e composto.
Mi sa che è davvero importante allora, per fare così.
"Mamma non è morta." Sputa quelle quattro parole, facendomi piovere addosso un peso enorme.
"Cosa hai detto?"
"Che mamma non è morta. Non è vero che è morta. Papà ha mentito."
Io non rispondo, ma porto indietro la testa lasciandola cadere sul sedile e mi porto una mano alla fronte.
Spalanco gli occhi sconvolto e mi sembra tutto irreale.
Talmente tanto irreale, che se mi dicessero che gli asini volano, probabilmente in questo momento, ci crederei pure.
"Cirù t'appost?"
"Ti sembra che sia tutto apposto a te?" Urlo dando un pugno al cruscotto della mano, sentendo la mano pulsare.
Mi sa che mi sono fatto male, ma non mi interessa, non sento dolore, l'unica cosa che mi fa male ora è il cuore.
"No.. Ma tu non l'hai mai conosciuta, ed era giusto dirtelo Cirù. Papà non ti ha mai detto nulla, ma ha cercato di ucciderla. La ha allontanata da noi, da te.
Ha scoperto da poco tempo che ti chiami Ciro.. Ha fatto in tempo solo a tenerti una volta tra le braccia. Poi papà l'ha allontanata e cercato di ucciderla."
"Chi è Pietro?"
Sussurro sconvolto e con le lacrime agli occhi per il tradimento di mio padre.
Non mi aspettavo che proprio lui, l'uomo che ho sempre considerato come eroe, mi tradisse così.
Io che per lui mi sono fatto rinchiudere qui dentro.
Che schifo. Riesco a provare solo schifo, rabbia e rancore verso quell'uomo squallido.
"La direttrice Cirù.. La direttrice è nostra madre. Io me la ricordo vagamente, tu non sai nulla, quindi ti tocca fidarti."
"Dai Pietro, non mi va di scherzare."
"No Cirù, seriamente. Nostra mamma è zoppa per via dell'incidente con papà. Era bionda e con gli occhi azzurri, ed era molto bella. Io me la ricordo Cirù.. E pensa che mi ricordo quando sono tornato da scuola e le ho chiesto un fratellino maschio, con cui giocare alle macchinine." Conclude Pietro accennando una risata.
"Poi alle macchinine con me non ci hai mai giocato però .." Accenno una risata anche io.
"Hai ragione Cirù, non abbiamo fatto un sacco di cose per colpa di papà. Ricominciamo Cirù, ricominciamo una nuova vita. Saremo Pietro e Ciro, due fratelli, con la mamma e che vivono felici. Fuori da qualsiasi giro malavitoso, con una vita normale. Dove si lavora, si festeggia, si vive, ma in pace Cirù. In pace.
Io non voglio più questa vita. Non voglio stare con papà, è un uomo cattivo Cirù .. E prima o poi se non ci togliamo da questa vita, moriremo uccisi o in carcere.
È questo quello che vuoi Ciro?"
"No.. Io non lo voglio Pietro. Voglio essere libero.
Voglio fare il magistrato anti mafia." Ribatto convinto di quello che dico.
Pietro mi guarda un po' sconvolto dalle mie parole.
"Cirù .. Il magistrato? Sei sicuro?"
"Si. Voglio rimediare dove ho sbagliato."
"Cirù non ti prenderanno mai a fare il magistrato, sia perché non hai le competenze, sia perché hai un cognome che non ti permette una roba del genere..
Non c'è altro che vorresti fare?"
"Il parrucchiere o l'avvocato."
"Questi mi sembrano più fattibili, ma devi studiare Cirù."
"Eh quando esco da qui mi metto a studiare. Anzi, appena ritorno in IPM convinco mamma a farmi studiare legge."
"Cosa hai detto? Come l'hai chiamata?"
"Mamma, perché? Come la devo chiamare?"
"No.. Niente. È che è bello sentirtelo dire .. Non hai mai detto mamma.." Si commuove mio fratello.
Mi abbraccia.
"Comunque sono fiero di te, Cirù. Legge è una bella cosa, e sono sicuro che diventerai un grandissimo avvocato. Sono proprio fiero."
Mi fa sorridere.
"Ma cosa mi dovevi dire di altro?"
Pietro sospira e si guarda attorno.
"Pietro?" Lo richiamo, notando che si è un po' innervosito.
"Mado, proprio mo che eri felice.. Giura che non ti incazzi."
"Giuro che non mi incazzo." Ma già sento la vena al collo pulsanti, e quindi mi sa che sono già sulla buona via dell'incazzamento.
"Milagros non vuole vederti."
"E perché non vuole vedermi?" Chiedo stringendo i denti.
"Perché stasera vuole abortire .. Me lo ha detto mamma che ha sentito Liz che è lì con lei."
È tutta questione di secondi, prima che io perda la ragione.
"C sfaccimm hai ritt? Che cazzo vuole fare quella?" Urlo, fuori di me.
Sono talmente rosso in viso di rabbia che mi sento bollente, bruciare.
"Cirù calmati prima che ti senti male di nuovo e torni ad avere i capogiri."
"Ma che cazzo me ne fotte dei capogiri Pietro! Tu ora metti in moto sta macchina e mi porti all'ospedale. Che quell'altra mi sente. Io divento papà e questa non vuole? La uccido con le mie mani."
Continuo ad urlare.
Pietro si è messo paura, perché mi guarda impaurito.
"Muoviti." Ringhio, accendendogli la macchina.
Pietro obbedisce silenziosamente, senza guardarmi, perché ha paura che io possa arrabbiarmi di più.

Mi metto un dito in bocca e mi mangiucchio le unghie mentre guardo fuori dal finestrino.
Menomale che c'è il mare fuori ..

Dopo un quarto d'ora ci ritroviamo all'ingresso dell'ospedale.
E Pietro si assicura di farmi scendere dalla macchina con lui vicino, impaurito dalla mia possibile reazione.

"Sono il fidanzato di Milagros García. Dove sta?" Chiedo a denti stretti all'infermiera del triage.
"La signorina non vuole vedere nessuno."
"E io ti ho detto che sono il fidanzato e che ti devi muovere a dirmi aro cazz sta!" Urlo alla ragazza a me di fronte.
"Lo scusi, è solo un po' nervoso, può gentilmente dirci dove si trova mia cognata? Siamo venuti a portarle delle cose." Interviene mio fratello, convincendo l'infermiera che gli dice il numero della stanza.
"Ma guard tu sta zoccl!" Sbotto nervoso camminando per i corridoi con Pietro di fianco.
"Cirù calmo, mi raccomando. Non farti allungare la pena. Falla ragionare, ma stai tranquillo."
"Si, sto tranquillo."
"No Cirù io non mi fido, sei viola dalla rabbia. Entro con te."
"Entro da solo e non rompere."
"Ciro" Mi guarda mio fratello contrariato.
"Ti giuro che non la tocco. Per chi mi hai preso eh?"
"No è che quando sei incazzato non vedi chi hai di fronte."
"Ma c sfaccimm vaij ricenn Pietro. Ma vafangul!" E spalanco la porta della stanza di Milagros facendo sobbalzare Liz.

Lei è seduta sul letto, con le gambe incrociate, rivolta verso la finestra mentre guarda il mare ..

•spazio autrice•
la resa dei conti è arrivata, come pensate che continuerà?
spero vi piaccia e fatemi pensare cosa ne pensate.
grazie dei messaggi.
love u all.
instagram: @unmondodigiacomo

Tutto Può Succedere | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora