capitolo undici

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[Pov's Milagros]

Sono passate due settimane da quella sera.
Ciro sta meglio, fortunatamente non ha più i capogiri e le vertigini, e riesce a camminare da solo.
Sembra tutto perfetto ..
Ma io e lui non ci parliamo.
O meglio lui tenta in tutti i modi di avere un confronto con me, ma io non gli do modo di poterlo avere.
Non riesco ad aprirmi con lui, complice la sua situazione familiare.
Non ho paura, sia ben chiaro.
Ma so che se mi affeziono, prima o poi mi toccherà andare a portargli un fiore al cimitero.
Ne sono certa.
E questa cosa mi impedisce di vivermi le sensazioni che provo.
È inutile negarlo, sono innamorata di quel ragazzo stronzo.
Talmente innamorata che preferisco lasciarlo andare, piuttosto che vivermi una cosa impossibile.

Edo mi dice continuamente insieme a Nad di parlare con lui, di spiegargli la situazione.
Di cercare di trovare una soluzione assieme.
Ma secondo me Ciro non capirebbe.
Oggi la giornata è molto pesante.
Abbiamo la giornata delle pulizie noi femmine, mentre i maschi dovranno riparare la barca che sta nel magazzino.
O meglio, Edo, Pino, Pirucchio, Totò, Carmine, Filippo faranno questo.
Ciro starà seduto tranquillo e beato.
Questa è un'altra cosa che mi infastidisce.
Lui è tale e quale agli altri, le sue parti di fatiche non le devono fare i suoi amici.
Possibile che suo padre sia così potente da permettere al figlio in carcere di fare nulla?

Ma a questi pensieri, si aggiunge il bellissimo pensiero della serata di ballo.
Stiamo facendo da una settimana tutte le sere lezioni di ballo a coppie.
Ha detto la direttrice che ci farà pure fare una serata danzante appena impareremo a ballare decentemente.

Perciò ci mettiamo tutte in silenzio a lavorare, aspettando il momento di svago di stasera.

"Amò cre, c stai pensando?" Mi richiama Nad.
"Non vedo l'ora sia stasera per ballare." Accenno un sorriso.
"Ma non sei così contenta.. Come mai?"
"Davvero Nad, non è nulla.. Solo qualche pensiero!"
"Si un pensiero alto più o meno un metro e ottanta, con i capelli neri e con un taglio al sopracciglio vero? Perché stasera non gli parli? Secondo me ti capirà ..
Sta tanto male. Si vede che ti ama. Ok che è Ciro Ricci, ma si vede che è sincero nei suoi sentimenti amò.
E non si merita di stare male, se tu lo ricambi. Pensaci."
Conclude Nad lasciandomi in balia dei miei pensieri.

...
"Ragazzi, ragazze, forza a cambiarvi che si balla!" Ci sprona Beppe.

L'abbigliamento per noi ragazze consiste in una gonna lunga con una canottiera e una pinza con un fiore per legare i capelli.
Per i maschi i jeans neri con una maglietta a maniche corte bianca, semplice.
Sembrano dei pinguini.
Invece a Ciro sta benissimo.
Sembra un figurino.
Per lui è la prima lezione da quando è guarito.

La sfortuna vuole che faccia coppia con me.
Si avvicina e mi prende la mano come gli dice Beppe e cerca di riprodurre i passi che gli fa vedere, ma è davvero negato per il ballo.
È un pezzo di legno.
Mi sto innervosendo a stare con uno così, che non sa ballare.
"Beppe devo ballare con sto qui o puoi farmi andare con Edo che sa muoversi almeno?"
Sputo velenosa.
"Milagros!" Mi rimprovera lui.
Ciro sta zitto.
Una volta si sarebbe ribellato per come l'ho chiamato..
Si vede proprio che mi sta sotto.
"Vabbeh, io ballo con Edoardo e punto."
Mi sposto e mi avvicino ad Edo prendendolo per mano e cominciando a ballare.

Vedo Ciro seduto che ha uno sguardo che brucia.
Potesse uccidermi con lo sguardo, sarei già morta.

"Frì, stai esagerando. Era il caso di trattarlo così,  perché non sa ballare?" Mi sussurra Edoardo.
"Che fai lo difendi?"
"No, ma lo stai facendo penare davvero tanto.
Dagli almeno la possibilità di parlare con te. Non ce l'hai solo tu Fri, quindi anche meno. Perché stai facendo la stronza." Mi dice lui alzando un poco la voce.
E il bello è che ha ragione.
"So che hai paura, ma parla con lui! Ti capirà, fidati." Continua Edo addolcendosi.

"Vabbuò ragazzi per stasera basta, tutti in cella."
Urla Beppe spegnendo la musica.
Vedo Ciro fare un segno a Lino e lui annuisce.
Escono tutti dalla stanza in fila, e sto per uscire anche io, ma vengo tirata da un polso.
È Ciro.

"Che vuoi?" Replico fredda.
"Te. Ti prego parliamo." Mi dice lui guardandomi negli occhi.
"Non ho niente da dirti io." Replico sempre fredda.
"Ah davvero? Eh vabbuò, te lo dico io. Mi piaci, Milagros. Ma sei una stronza. E mi sto scocciando di fare il tuo zerbino." Mi dice lui alterandosi.
"Non ho niente da dire." Lo fisso col braccia incrociate.
"Eh allora perché stai qui?"
"Perché mi stai bloccando l'uscita."
Lui si sposta, ma io non mi muovo.
"Cre Milagros? Ora puoi uscire."
Non mi muovo.
Continuo a fissarlo.
"Eh allora vai, su. Che fai ancora qui?"
Sta per aggiungere qualcosa, ma non gli lascio il tempo per finire, che lo bacio.
Capovolgo la situazione e ora quello che è con le spalle al muro è lui.
Lo bacio con trasporto, passione.
Mi sembra di essere tornata a respirare.
Mi mancava.
Mi stacco per prendere fiato e lui mi guarda cercando di capire cosa voglio fare.
"Ti devo dire una cosa" Gli sussurrò appoggiando le mie labbra sul suo collo e cominciando una tortura di baci lenti.
"Eh dici" Mi risponde lui balbettando e ansimando sotto il mio tocco.
Ma io mi sposto e lo bacio nuovamente.
Con una mano gli tengo la nuca e l'altra la poggio sulla sua testa facendo una pressione perché capisca che si deve sedere a terra.
Lui scivola per il muro e si siede a terra.
Io mi metto a cavalcioni su di lui e continuo a baciarlo.
Pochi secondi dopo, gli tolgo la maglia.
Lo voglio a tutti i costi.
Lui mi guarda con occhi di desiderio e mi chiede il permesso per poter contribuire anche lui.
Glielo do.
Mi toglie la maglia e mi avvicina  al suo corpo facendomi calore.
Io tremo.
Successivamente mi sgancia il reggiseno.
Io gli tolgo in un gesto veloce sia i jeans che i boxer, e lui fa lo stesso con me.
"Sei sicura?"
Annuisco.
E lui entra dentro di me piano.
Io mi aggrappo al suo corpo perché ho freddo e per il piacere che sto provando.
Lui si muove ed io con lui.
Ci bastano poche spinte per trovare il punto di non ritorno.
Lui appoggia la testa al muro e sospira più rilassato, mentre io mi accascio sul suo corpo nudo.
Lui mi abbraccia cercando di farmi caldo.
"Che mi dovevi dire?"
"Ne parliamo poi Cirù.."
E poggio la mia testa sul suo petto.
Lui mi accarezza i capelli mentre io mi godo questa vicinanza il più possibile.
Mi è capitato parecchie volte di fare sesso.

Non sono più vergine da quando avevo tredici anni, ma non mi sono mai fermata con nessuno dopo.
E non mi sono mai lasciata coccolare.
Solo con lui.
Mi rendo conto che è bellissimo essere innamorati.
Mi sento nel posto giusto con lui.
Anche se siamo seduti su un pavimento di una stanza di un carcere, al buio.
"Ti amo .." Mi sussurra lui addormentandosi, pensando che io dormissi già.
Mi scoppia il cuore.
E lo accarezzo dolcemente, prima di cadere anche io in un sonno profondo.

"C'è una parola potentissima, che ci fa tremare.
Esplosa tra le mani, la chiamano Amore .."

•spazio autrice•
spero vi piaccia questo capitolo e se vi va, fatemi sapere. cosa succederà nel prossimo? è pace tra Milagros e Ciro? chissà. ci vediamo al prossimo capitolo! e colgo l'occasione per ringraziarvi immensamente di tutti i bei messaggi che mi mandate.
love u all.

Tutto Può Succedere | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora