capitolo due

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Mi hanno lasciata da sola con questo ragazzo che ha una spiccata personalità napoletana.
Si vede da com'è vestito, da come si atteggia e da come mi fissa.
"Ti piace cosa vedi?" Gli chiedo senza troppi scrupoli.
"Ma tu lo sai chi sono io?" Mi risponde con voce calma e roca. Sembra piuttosto stanco e tormentato.
"No, e manco mi interessa saperlo. Però se posso permettermi, hai un po' la faccia da piciu, ad essere sincera!"
"Cosa?" Mi chiede incredulo, non capendo il significato di piciu.
"Vabbuò, comunque è bene essere educati con le nuove arrivate. Soprattutto che bell femmen! Io sono Ciro .. Ciro Ricci." Si presenta con uno spiccato accento napoletano.
Il cognome mi è familiare ..
Ma sì certo, Milagros! Ciro Ricci, il figlio di Don Salvatore. Il boss mafioso più potente di Napoli.
"Intanto anche meno con i complimenti, perché non mi conosci. E mi da fastidio un tuo complimento, dato che effettivamente, non posso ricambiare. E così .. Tu saresti il boss qui dentro?"
Lo vedo che stringe la mandibola e nervosamente si porta alla bocca la sigaretta per poi accenderla, fare un lungo tiro e rilasciare il fumo.
Lo sto facendo innervosire, probabilmente, non è abituato a qualcuno che mantenga un dibattito.
Fa altri due o tre tiri, e poi si gira e si dirige verso la finestra, per ammirare il mare.
"Ti piace il mare?" Mi chiede in un italiano quasi perfetto.
Ha capito che non sopporto la parlata napoletana, e quindi si limita a parlarmi in italiano.
"Mi piace il mare in tempesta, ma preferisco la montagna."
Lui si volta nuovamente verso di me e mi guarda fisso negli occhi.
Ha gli occhi neri.
Scuri.
Grandi.
In quegli occhi non vedo emozioni.
Sono così apatici ..
Ha delle profonde occhiaie che contornano i suoi occhi scuri e un sottotono violaceo.
Probabilmente, non è un gran fan del sonno.
Soffre di insonnia, e si nota.
Perché ne soffro anche io.
Ma a me aiuta il trucco, a lui no.
Sospira.
"Ah si? Perché la montagna ..?" Mi guarda in attesa che io gli dica il mio nome.
"Perché la montagna è alta. Grande. Immensa. Se tu ti trovi nel punto più alto di una montagna, sei in bilico.
Potresti cadere. O chissà farcela.
Però ti senti vivo."
"Mh, ho capito. E hai anche un nome signorina montagna?"
"Ovviamente. Ma non te lo dirò!"
Lui di scatto si avvicina a me facendomi indietreggiare e sbattere contro la parete alle mie spalle.
Prima che io possa reagire, a causa dei polsi doloranti, lui mi prende per il collo e comincia a stringere violentemente.
"M'agg rutt o cazz e pazzià cu te. Fors nun a capit c chi tien a che a fà. Ca dint cumman ij quind puort rispett uaglincè" Mi urla in faccia, stringendo sempre più forte la presa attorno al mio collo.
"Cirù che cazzo stai facendo?!"
"Gennà nun rump o cazz"
Gennaro apre la cella e lo leva da addosso a me.
"Ma tu sei tutto scemo!" E gli tira uno scappellotto sul collo.
"Muoviti, vieni dalla direttrice." E lo spinge fuori dalla nostra cella per portarlo dalla direttrice.
"A te, piccolina sta arrivando o comandant" Mi dice prima di portare via Ciro.
Questo è tutto quello che ricordo, prima di svenire per la mancanza di aria.

Mi risveglio nell'infermeria dell'IPM e noto che accanto a me c'è il comandante.
"Ben svegliata piccolì, come stai?"
"Sto bene. Non è nulla."
"Come non è nulla. Guarda che lividi tieni attorno al collo!" Mi informa il comandante porgendogli uno specchio per farmi vedere, ma lo tiene lui, perché noto di avere una flebo attaccata al braccio.
"Mi vuoi dire cos'è successo?" Continua il comandante.
"Nulla. Non è successo nulla."
"E come mai Ciro ti ha messo le mani addosso?"
"Stavamo giocando."
"Vabbuò va, tu stai peggio di lui. Ora che finisce la flebo ti riporto in isolamento. Ti cambio la cella o torni in quella con Ciro?"
"Va bene con lui, non ho paura."
"Vabbuò ma stai attenta." Mi fa una carezza sul viso e poi il comandante esce dalla porta per parlare con il dottore.

Osservo il braccio destro dove ho la flebo e noto che ho il polso ridotto proprio male.
Poi giro il volto verso il braccio destro, e noto che effettivamente anche il polso sinistro è messo piuttosto male.
Appena rientreranno il comandante e il dottore chiederò delle fasciature sui polsi che mi fanno male.

Tutto Può Succedere | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora