capitolo tre

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[Pov's Ciro]

Mi sveglio di soprassalto e sento la ragazza accanto a me agitarsi.
"Peccato, stavo dormendo così bene .."
Il mio io interiore deve sempre fare capolino nei momenti meno opportuni, ovviamente.
"Ma c vai ricenn Cirù?" Mi rispondo da solo.
A stare in isolamento, sto sicuramente diventando stupido.

Ritorno sul pianeta terra e vedo che la roscia effettivamente è tutta sudata e sta respirando male, è affannata.
Non so cosa fare, sta avendo un attacco di panico.
Che si fa in questi casi?
"Ehi.. Svegliati!" Provo a scuoterla leggermente, cercando di non farla spaventare e quindi non farla agitare inutilmente.
Non si sveglia.
Continua ad agitarsi.
La vedo sempre più ansimante.
"Ok Cirù, fossi tu, cosa vorresti facessero per te per farti calmare? Mh forse che mi svegliassero e che mi tranquillizzassero."
La scuoto un altro paio di volte e lei finalmente apre gli occhi.
Mi guarda impaurita, e con la poca aria che le rimane nei polmoni mi sussurra di aiutarla.
La aiuto a sedersi sul letto e io la abbraccio da dietro, appoggiando la sua schiena sul mio torace.
"Ehi allora guarda, segui me per respirare."
E cerco di mostrarmi il più tranquillo possibile, ma la verità è che sono più in ansia io, che lei.
È la prima volta che vedo una persona stare male davanti a me, e sono terribilmente impreparato.
E sono sicuro che non avrei mai aiutato qualcuno.
Non so perché con questa ragazza, mi viene naturale.
Lei cerca di seguire il mio ritmo cardiaco e dopo pochi minuti finalmente si calma, permettendomi di respirare tranquillo.

"Ma c succies?"
Le chiedo spaventato.
"Mi devi lasciare stare. Non mi devi toccare. Mi fai schifo e non ti ho ancora perdonato per prima."
Mi urla lei spingendomi violentemente e facendomi sbattere la testa contro l'asta di ferro che sorregge i letti.
Emetto un gemito di dolore e subito mi tocco la testa e noto un liquido rosso.
Perfetto, sangue.
"Ma sei scema?" Le urlò incazzandomi.
"Mi devi lasciare stare!" Urla a sua volta.
"Faj chell c cazz vuo tu, scem ij ca t'aiut."
Le rispondo visibilmente alterato e allontanandomi prima di pestarla nuovamente.
Mi dirigo in bagno cercando di fermare il sangue che fuoriesce dalla mia testa, ma non vedo bene e quindi i miei sforzi si stanno rivelando inutili.
Dopo un po' di tempo, mi raggiunge in bagno e si lava le mani nel lavello dove io sto cercando di fermare i residui di sangue.
"Ma guard a sta stronz ca manc m'aiut"
Penso da solo, osservandola.
"Cre nun m'aiut?" Le chiedo ringhiando.
"Scusa?" Mi guarda con un sorrisetto sghembo.
"Ma pensa come mi devo ridurre per essere aiutato. Io, Ciro Ricci che devo chiedere aiuto. Questa è bella!"
"Non è che mi dai una mano?" Le chiedo con un tono nervoso.
"Mhh.. Ci devo pensare."
"C'adda pensà?!"
"Non mi tocchi mai più."
"No, non ti tocco mai più. Basta che mi aiuti."
"Okay"
E mi aiuta a fermare il sangue.

"Gira un cicinin la testa"
"Cosa?"
"Un po', cicinin significa un po'."
"Ma dove?"
"A Torino da me."
"Ah e quindi sei del nord.."
"Non proprio, ma lo scoprirai. E ora gira la testa verso di me, che ti ripulisco il sangue in eccesso."
Faccio come mi dice e giro la testa verso di lei.
Siamo vicinissimi.
Se uno dei due si muove, ci baciamo.
Mamma quanto mi attrae sta ragazza.
Lei sposta il suo viso e lo avvicina al mio orecchio.
"Che è? Ti agito?"
Mi chiede sussurrando e soffiando piano tra il mio collo e il lobo dell'orecchio.
Mi sale un brivido per la schiena e purtroppo si nota che io mi stia agitando, sia per via della pelle d'oca sia perché è troppo vicina al mio corpo.
"Spostati." Ringhio con voce insicura e molto bassa.
"E se non volessi?" Continua lei dandomi un bacio sul collo e cominciando una tortura con una serie di piccoli baci e morsi sul collo.
"Mi stai provocando?" Le chiedo in italiano, cosicché mi capisca.
"Io? No! Sei tu che ti stai agitando, piciu."
E si allontana di scatto, uscendo dal bagno e tornando a letto lasciandomi immobile in bagno.
"Mamma mia cosa mi provoca sta ragazza.." Penso tra me e me con il fiato corto, ancora agitato dall'accaduto di poco fa.
Decido di farmi una doccia gelida per calmarmi e pian piano ci riesco.

Esco dal bagno e mi dirigo verso il letto.
Sto per salire su quello superiore, quando lei mi ferma.
"Dormi con me che ho freddo?" Mi chiede con una vocina impastata dal sonno.
Sospiro e mi metto vicino a lei.
Non la tocco.
Non sia mai che mi uccida nel sonno.
"No, così no! Che tengo freddo!"
Mi prende le braccia e le avvolge sul suo corpo.
E poi si stringe forte a me in cerca di caldo.
Accenno un sorriso.

"Sta femmn m farà ascì pazz."
E chiudo gli occhi, ri addormentandomi più sereno e stringendola a me, felice del mini traguardo raggiunto.
Quello di dormire con lei.

"Cre Cirù, t piac sta femmn?"
"Mo basta tu eh. C vuò? Non m piac sta femmn no."
"Se lo dici tu Cirù .." Mi apostrofa la mia coscienza.
"Si, lo dic ij. E mo fatt e sfaccimm re cazz toij c'aggia dormì."
E mi zittisco da solo, ponendo fine ai miei pensieri.

•spazio autrice•
spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate e cosa succederà secondo voi nel prossimo capitolo!!!
siete curiosi?
instagram: @unmondodigiacomooo

Tutto Può Succedere | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora