Cap. 30

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Yunseo

Questa è la prima volta che penso seriamente che le lezioni di educazione fisica non siano così inutili.

Quella merda del bus aveva saltato la fermata all'ospedale, quindi io e Jimin siamo dovuti scendere a quella dopo e, adesso, stiamo correndo in mezzo alla folla per arrivare il prima possibile a quell'edificio bianco che odio profondamente.

«Ma perché improvvisamente c'è tutta questa gente?!» dice esasperato Jimin, portandosi indietro i capelli.
«Seokjin è bloccato nel traffico invece, quindi non siamo messi meglio.» sospiro, osservando i messaggi da parte del migliore amico di mio fratello.

«Allora andiamo in mezzo alla strada.» propone il biondo, mettendo le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
Io, come è giusto che sia, sgrano gli occhi «Ma sei scemo?» e lui in risposta sorride ancora di più «Staremo vicino al marciapiede, ma almeno avremo via libera.»

Oh Dio Santo, Jimin è impazzito.

Senza aspettare la mia risposta, mi prende per mano, iniziando a correre. Superiamo la folla e scendiamo in strada, vicino alle macchine ferme, e iniziamo a seguire la strada per arrivare all'ospedale il più velocemente possibile.

L'aria gelida mi trapassa la pelle, impendomi di sentire le mie gambe, assieme al vento altrettanto freddo che mi scompiglia i capelli e mi fa socchiudere gli occhi.

Però, in tutto questo, l'unica cosa che vedo è la mia mano intrecciata a quella di Jimin. La sua, a differenza della mia, è calda, e riesce in qualche modo a scaldarmi tutto il corpo.

Mi spunta un sorriso sulle labbra e il cuore aumenta il battito.
Concentrandomi sulle nostre mani, mi dimentico del freddo e dell'affaticamento dovuto alla corsa.

Cazzo, vaffanculo Jimin. Vaffanculo che mi hai rovinato la vita e, in pochissimo tempo, sei riuscito a migliorarla. Perché dovevo innamorarmi proprio di te? Di te che sei la persona che mi ha letteralmente rovinato la vita. Ma soprattutto, perché finiamo sempre per innamorarci delle persone che nemmeno avremmo voluto conoscere? Perché non possiamo controllare questo sentimento?

Jimin

Sento il cuore battere a mille, ma non è perché sto correndo. Mi è già capitato di avere un contatto fisico con Yunseo, quando ci siamo abbracciati al parco, ma era durato poco. Adesso, invece, le nostre mani sono intrecciate tra loro da più di due minuti.
Alle medie il contatto fisico che avevamo era quando la picchiavo, e adesso mi fa quasi strano pensare che stia tenendo per mano proprio Yunseo, oltretutto per portarla dal fratello e non per portarla in un angolino della scuola a farle del male.

Quando arriviamo all'ospedale, notiamo subito come la hall sia piena. La maggior parte degli sportelli sono occupati, quindi dovremo aspettare un po' di tempo prima di poter visitare Yoongi. Cioè, in realtà io sto solo accompagnando Yunseo da suo fratello, perché non credo che lui voglia vedermi.

Dopo aver preso il biglietto, andiamo a sederci sulle poltroncine.
Vedere adesso come Yunseo sia preoccupata per Yoongi, mi ricorda il me stesso del passato. Posso più o meno capirla, anche se nel mio caso non era un mio parente.

Dovrei tenerle la mano per rassicurarla? Ma se le desse fastidio? Forse allora è meglio non fare nulla.
Se poi pensasse che sono insensibile? Cazzo, quanti problemi mi sto facendo? Scuoto la testa, è forse l'unica occasione che ho per fare la prima mossa.

Senza rimuginarci troppo, poso la mia mano sulla sua, accarezzandole il dorso lentamente, sperando di non darle troppo fastidio.

Lei si gira verso di me, di scatto, guardandomi.

Ecco, ho fatto una cazzata.

«N-non volevo darti fastidio, scusa.» dico a bassa voce, togliendo la mia mano.
Che cosa mi aspettavo, era ovvio che rifiutasse, sono sicuro che in realtà mi odi ancora.

«Ma no, non mi hai dato fastidio.» ridacchia, portandosi una mano davanti alle labbra «Sei troppo insicuro Jiminie, abbi più fiducia in te stesso.» mi dà una pacca sulla schiena, facendo intrecciare nuovamente le nostre dita.

Abbasso la testa, nascondendo il mio sorriso e le mie gote arrossate. Non solo non le dà fastidio il fatto che ci teniamo per mano, ma adesso usa anche gli onorifici con me!

Stiamo finalmente facendo qualche passo avanti.

Hoseok

Quando sono tornato al punto dove eravamo prima con Jimin, non c'era più nessuno. Ho chiamato sia lui che Yunseo, ma nessuno dei due mi ha risposto. Mi hanno però scritto che c'era stata un'emergenza ma di non preoccuparmi e di tornare pure a casa.

Ma come faranno quei due scemi a comprare i regali di Natali se vanno avanti così?

Sospiro, mentre ritrorno alla fermata del bus.

Stringo appena il telefono, solo a ripensare alle parole di Irene sento il sangue ribollire nella vene!
Non solo mi ha tradito e, nel modo in cui mi ha lasciato, sono caduto io nel torto, ma ha anche baciato Jimin solo per far sembrare tutto normale!

«Hobi, cos'è quella faccia imbronciata?» alzo la testa, ritrovandomi davanti due figure familiari. Non appena li vedo, vado ad abbracciarli entrambi.

«Ma che è tutto questo affetto?!» strilla quasi Chaeyoung, portando il busto indietro, cercando di allontanarsi da me.
Al contrario, Taehyung ricambia l'abbraccio stringendomi a sé.

«Scusa Chae, ma oggi per me è stata una giornata no.» sospiro, una volta staccato dai due, portando una mano sulla nuca.

Entrambi si guardarono, per poi avvicinarsi a me preoccupati.
«Abbiamo l'intero pomeriggio da passare assieme, almeno ti facciamo svagare un po'!» propone Tae, mostrandomi il suo tenero sorriso.

Be', almeno non avrò Irene per la testa.

Jungkook

«Ti ringrazio ancora per avermi aiutato.» mi ringrazia lui, sospirando.
«Se non ci fossi stato tu, probabilmente nessuno mi avrebbe aiutato.» ridacchia poi, portandosi una mano tra i capelli.

È stato tutto troppo veloce per capire esattamente cosa stesse succedendo, ma vedendo come questo ragazzo stesse male l'ho aiutato subito.

«Non dovresti sforzarti troppo data la tua situazione.» gli dico preoccupato, per poi allungargli la mano «A proposito, io sono Jungkook.» gli sorrido «Hyunjin, piacere mio.»

Poco dopo, prende il cellulare, digitando un numero e chiamandolo.
Io non dico nulla, osservando la scena.

«Scusami un attimo, sto chiamando la mia ragazza.» mi avvisa, mentre sento dall'altra parte una risposta.

«Scusa se ti chiamo così all'improvviso, Irene.»

Spazio autrice
Piccolissima cosa che non ti importa a nessuno ma voglio dirvi comunque: io apprezzo davvero tanto quando vedo i vostri commenti, mi fa davvero un sacco piacere anche perché sono una scrittrice inesperta e voglio migliorare per raggiungere il mio sogno, quindi grazie🥺

E poi, be', Irene è proprio stronza.

➳Fault || p.jm. [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora