Capitolo19- SOS

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<< Giochiamo alla Wii? >>

<< No >>

<< Guardiamo un film?>>

<< No >>

E' da cinque minuti buoni che sono seduta sul divano a gambe e braccia incrociate e che rispondo sempre allo stesso modo alle domande di Charles. Sono nera con lui, devo studiare, ho un lavoro immane da fare prima di domenica e lui pretende che io stacchi per una serata intera! È matto, non ci sono altre spiegazioni.

<< Mi terrai il broncio per tutta la sera? >> chiede divertito.

<< Sì >> rispondo senza guardarlo.

<< Dai Elly Belly, sono qui per aiutarti >>

<< E come di grazia? Sai risolvere le equazioni differenziali? Sai battere centomila parole al minuto?  Perché a meno che tu non sappia fare queste cose non puoi essermi di nessun aiuto>>

<< Ti faccio una proposta >>

<< Se non implica me che studio non sono interessata >>

Charles alza gli occhi al cielo e sorvola sul mio malumore, ancora una volta.

<< Adesso tu ed io prepariamo la cena, mettiamo qualcosa tra i denti, guardiamo qualcosa in tivù e poi sarai libera di dormire o passare la notte sui libri >>.

Sono realmente tentata da questa sua proposta, non nego di avere fame e non nego di avere una voglia matta di passare del tempo con lui ma mi sentirei troppo in colpa a tralasciare lo studio.

<< Andiamo Ellie hai bisogno di riposare il cervello, con la stanchezza addosso non risolverai mai nulla >>

E quegli occhi verdi che mi implorano sono il colpo di grazia, non ce la faccio a resistergli, non posso dire di no a quello sguardo che racchiude in se molto più di una preghiera, mi sta dicendo che ha bisogno di me, c'è quel bagliore che aveva a Barcellona e io sono stata troppo concentrata su me stessa per rendermene conto, sono un'idiota.

<< Va bene >> cedo e gli regalo un sorriso.

<< Davvero? >>

<< Davvero >>

<< Evvai >> esulta come un bimbo e mi strappa una risata.

<< Cosa vuoi mangiare? Muoio di fame! >>

<< Cosa prevede la tua dieta? >>

<< Posso mangiare un po' di tutto >> scrolla le spalle.

<< Mh... Ho del salmone, potremmo farlo al forno con le patate >>.

<< Mi sembra un'ottima idea. Da dove cominciamo? >>.

<< Sai cucinare? >> chiedo scettica mentre tiro furi gli ingredienti e li sistemo sul bancone.

<< Non proprio >>

<< Allora pela le patate e lascia fare il resto a me >> rido.

Laviamo le mani e, da bravi immaturi, facciamo a gara a chi finisce per primo di sbucciare le patate, vinco io ovviamente. Sperando che non si amputi un dito, gli spiego che dobbiamo tagliare tutto a dadini e stranamente fila tutto liscio. Mettiamo a marinare le patate in acqua e sale per un po' e, mentre Charles apparecchia il tavolino da caffè così da poter cenare davanti alla tivù, recupero il mio telefono. Ho delle chiamate perse da mia mamma ma ormai è abituata alla mia assenza, sa che ho una consegna improntante, mi farò viva appena possibile, magari la chiamerò domani. Rispondo a una foto che mi ha inviato Federica su instagram, dico a Max che non lo sto volutamente ignorando e poi apro l'ultimo messaggio non letto, è di Charles, di un paio d'ore fa, c'è solo l'emoji di un gelato; lo sapevo che c'era qualcosa che non andava, sono una deficiente. Poso il mio telefono sul bancone e raggiungo il ragazzo seduto sul mio divano, non mi importa di Giada, di Max, della Ferrari, sta soffrendo e ha bisogno di me. Mi siedo sulle sue ginocchia e lo sorprendo con un abbraccio, inizialmente resta interdetto, quasi non respira ma, quando gli inizio a massaggiare la nuca lentamente si scioglie e mi avvicina ancora di più al suo corpo. Restiamo così per un tempo indefinito, lui con le spalle posate allo schienale del divano e io seduta sulle sue gambe con la testa accoccolata all'incavo del suo collo.

Quanto ti ho aspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora