Capitolo24-Visite notturne

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Anche Maggio sta volgendo al termine, negli ultimi due mesi ho viaggiato più di quanto abbia mai fatto in tutta la mia vita, dopo il GP di Shanghai siamo volati in Bahrain dove ho lavorato con la Prema, è stato un buon weekend per noi, Charles è arrivato terzo alla Feature race e ha vinto la sprint race alla fine della quale ho potuto guardare la gara della Ferrari con Seb sul gradino più alto del podio. Sono tornata in Italia per una decina di giorni, ho lavorato in Prema, Charles ha passato tutto il suo tempo al simulatore, l'ho a malapena incontrato in mensa. È stata poi la volta della Russia con la Ferrari, weekend molto positivo per noi con Seb e Kimi entrambi a podio, da Sochi siamo tornati in Spagna per un doppio weekend per me con Prema e Ferrari. Ed eccoci nuovamente a oggi, ventisei maggio, giorno della Feature race del GP di Monaco. Tornare qui è stato molto difficile per me, Max ha insistito affinché rifiutassi di stare in hotel e dormissi con lui, ho tentennato per un po' ma alla fine ho deciso di accettare, ho già dormito altre volte con lui negli ultimi tempi, la prima volta è stata in Cina, l'ultima sera dopo la gara prima di partire. Max è molto comprensivo con me, sa che non me la sento ancora di andare oltre e non mi fa pressioni, durante la notte mi stringe a se e non gli importa se gli si addormenta il braccio, vuole che io mi senta a mio agio. Sono così grata di averlo nella mia vita, è un fidanzato premuroso e dolce quando siamo solo noi due, è attento a me anche quando siamo in pubblico ma abbiamo concordato insieme di non voler dar troppo nell'occhio, vogliamo tenere tutto questo per noi. Eppure c'è una piccola parte di me che mi dice che sto sbagliando tutto, mi urla che sono una persona orribile, che sto ingannando Max perché non sono concentrata su di lui al cento percento. In questo momento più di tutti mi sento uno schifo perché siamo a Montecarlo, dove tutto è andato in pezzi, dove tutto è cominciato con Max, dove c'è Hervé. Non ho ancora avuto il coraggio di andare a trovarlo, ho paura di incontrare qualcuno della loro famiglia, ho paura di averlo deluso, ho paura e basta. L'aria è tesissima nel box Prema, è la gara di casa per Charles, ci sono tutti a guardarlo, Giada e la sua famiglia sono qui dietro di noi e li sento gli occhi della ragazza che mi seguono qualunque cosa io faccia, vedo come si avvinghia al ragazzo ogni volta che provo ad avvicinarmi solo per dirgli che la macchina è pronta o quanto manca all'inizio. Capisco che sia gelosa, lo sarei anche io al suo posto ma così non si può lavorare, ho bisogno di parlare con il pilota, ho bisogno che resti concentrato senza che inizi a sudare freddo ogni volta che ci ritroviamo tutti e tre a respirare la stessa aria. Riesco a fare il mio lavoro tra uno sbuffo e l'altro, Mario e René concordano con me sull'invadenza eccesiva di Giada e lo fanno presente a Charles che però sembra essere su un altro pianeta. È davvero un pessimo weekend per noi, Charles partito dalla Pole si è dovuto ritirare per un problema alle sospensioni, uscito dalla macchina non ha proferito parola, non ha guardato nessuno, non si è nemmeno tolto il casco, è andato dritto verso il motorhome. Avrei tanto voluto seguirlo, avrei voluto confortarlo, avrei voluto dirgli che abbiamo ancora la sprint race ma non ho potuto fare niente, non è questo il mio ruolo, non sono nessuno per lui, posso soltanto impegnarmi a rimettere a posto il suo veicolo per domani. Max passa a salutarmi alla fine delle FP2, Chiara miss naso rifatto male non gli toglie gli occhi di dosso nemmeno per un secondo e sbuffa quando gli lascio un bacio sulle labbra dicendogli che ho tanto da lavorare e sicuramente farò tardi.

<< Va bene, ti lascio qualcosa da mangiare in frigo >> mi saluta l'olandese e mi da un ultimo bacio prima di tornare a casa.

<< Eli andiamo a dormire >> mi dice Mario alle undici e mezza , sono ore che lavoriamo sulla macchina e sembra tutto a posto ma c'è qualcosa che non mi convince, ho la sensazione che abbiamo tralasciato qualcosa ma il circuito sta chiudendo e noi dobbiamo andare.

Mario insiste per darmi un passaggio fino a casa di Max ma rifiuto, posso tornare a piedi, la città è ancora piena di gente e io ho bisogno di camminare, devo chiarirmi le idee. Percorro il lungomare con la musica a farmi compagnia, guardo i riflessi della luna sull'acqua e mi domando cosa fare, mi chiedo se quello che sto facendo sia giusto, se sto realmente dando il massimo al lavoro o se mi sto spingendo oltre le mie capacità. Mi domando se abbia fatto la scelta giusta con Max ma, più di ogni altra cosa, mi domando se riuscirò mai ad avere lo stesso legame di mesi fa con Charles; ed è proprio mentre questa domanda riempie i miei pensieri che il mio ipod riproduce Fix You dei Colpdplay, la nostra canzone. Mi sento così confusa, così persa, non so che fare ma so dove andare così fermo un taxi parcheggiato davanti a un ristorante e gli chiedo di portarmi all'ospedale.

Quanto ti ho aspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora