Capitolo26- Inarrestabile

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Ci sono notizie per cui non si è mai pronti, sono quegli avvenimenti che sai che prima o poi accadranno, passi tutta la vita a preparati ma, quando arrivano, il mondo ti crolla addosso, la terra ti manca sotto i piedi e il respiro ti si blocca in gola. Ero in aeroporto con il resto del team Prema, stavamo aspettando l'imbarco per il nostro volo diretto a Baku quando ho ricevuto quel messaggio, quello che speravo non sarebbe mai arrivato.

" Papà è morto "

Diceva solo questo e non mi è servito leggere il mittente per sapere che si trattava di Charles. Le lacrime hanno iniziato a scorrere copiose sul mio viso, non riuscivo a muovermi, fissavo quelle tre parole e continuavo a non crederci, non Hervè, non lui, meritava di vivere, meritava di vedere i suoi figli realizzare i propri sogni.

<< Eli >> ha sussurrato Anna al mio fianco.

<< Ehi Eli che succede? >> si è aggiunto Antonio.

<< Hervè >> è l'unica cosa che sono riuscita a dire tra le lacrime.

<< Chi? >> ha chiesto la ragazza.

<< Il padre di Charles >> ha risposto Antonio << Cosa gli è successo? >>

<< E' morto >> ho detto in un sussurro.

I due si sono pietrificati accanto a me, non sapevano che stesse male e non sapevano che lo conoscevo, ma non ho avuto la forza di raccontare loro tutto, riuscivo soltanto a pensare che non dovevo salire su quel volo, io dovevo andare a Monaco.

<< Non parto con voi oggi >> ho avvisato alzandomi in piedi.

<< Che dici? >> ha detto Anna scioccata.

<< Vado a Monaco, vi raggiungerò poi a Baku >>.

Non ho lasciato il tempo a nessuno di dire o fare qualunque cosa, ho preso i miei bagagli e sono andata alle casse automatiche, ho comprato un biglietto per Monte-Carlo e ho lasciato la squadra interdetta alle mie spalle, potrei anche perdere il posto ma non mi interessa, Hervè aveva la priorità.

Sono atterrata intorno all'ora di pranzo, ho preso un taxi e sono andata a casa di Max, sono ferma qui sotto da dieci minuti buoni, non so cosa fare, non so se entrare o se andare in hotel ma mi faccio coraggio e giro la chiave nel portone. In ascensore cerco di darmi una sistemata per quanto la situazione lo permetta e con le mani tremanti apro la porta, ci sono le valigie all'ingresso anche lui parte oggi per Baku, ci saremmo dovuti vedere lì.

<< Che ci fai tu qui? >> chiede Max spaventato quando nota la mia faccia distrutta ferma nell'ingresso di casa sua.

<< Io... >> non riesco a parlare, sono a pezzi.

Gli corro incontro e lo abbraccio, lo tengo stretto, mi aggrappo alla sua maglietta per non crollare ma è tutto inutile, il dolore che provo è implacabile.

<< Ellie, piccola che succede? >> domanda Max preoccupato.

<< Hervè è morto >> dico tra i singhiozzi.

Sento i muscoli del mio ragazzo irrigidirsi, conosceva il padre di Charles, ai tempi del karting era sempre nel paddock con il figlio così come Jos era sempre al fianco di Max.

<< Ecco perché eri qui a marzo >> capisce tutto.

<< Aveva chiesto di conoscermi, non ho potuto dire di no >> spiego sapendo di instillare in lui molti dubbi sul perché abbia fatto questa richiesta se Charles ed io non stavamo insieme ma vengo salvata dal campanello che suona.

Quanto ti ho aspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora