Capitolo22- Cambio di rotta

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<< Che succede? Ellie stai piangendo? >> Max è preoccupato.

<< Non so dove sono, non so come tornare a casa >> tiro su con il naso e mi alzo per tornare di nuovo sulla strada.

<< Cosa posso fare? Chi posso chiamare? >> dice sempre più agitato.

<< Sono a Monte-Carlo Max >> confesso << Ti prego vienimi a prendere >>.

<< A Monte-Carlo? >> è sorpreso, comprensibile << Cosa vedi intorno a te? >>

<< C'è il lungomare >> dico mentre mi guardo intorno << Vedo un chioschetto con dei tavolini rossi e... >> mi concentro per poter dare indicazioni più precise << Oh dall'altro lato della strada c'è un pub, O'Connor's Irish Pub >>.

<< Non muoverti, sarò lì tra poco >> dice secco e stacca la chiamata.

Il sole inizia a calare e qui sul mare tira una leggera brezza, mi stringo nel mio giubbotto di pelle e rabbrividisco, questa giornata va sempre peggio, ci manca solo che io mi ammali. L'immagine di Charles che bacia Giada è ancora nitida nella mia mente, credevo che non mi avrebbe fatto effetto più di tanto, prima di partire ero preparata, ero convinta che non mi avrebbe infastidito. Evidentemente mi sbagliavo e di grosso anche. Non so se Hervè avesse ragione a dire che siamo destinati a stare insieme, ora come ora penso di essere io l'unica stupida a tenerci e a sentire questo legame speciale. Le parole di Charles fanno male e lo faranno a lungo, non sono nessuno per lui ed è anche giusto, ci conosciamo da così poco eppure mi ero illusa di aver costruito qualcosa. Istintivamente la mia mano si posa sul braccialetto con il ciondolo a forma di gelato, questa sarebbe una situazione da Ben and Jerry's ma devo essere forte, l'ho promesso ad Hervè. Sono una stupida, nonostante tutto voglio tenere fede alla mia promessa perché lo sguardo speranzoso di quell'uomo non andrà mai via dalla mia testa, sarà sempre lì a ricordarmi che l'ho illuso, che ho dato false speranze a un uomo in punto di morte, sono una cretina. Una Aston Martin nera accosta proprio davanti a me e il mio salvatore scende a tutta velocità, gli vado incontro e mi fiondo tra le sue braccia.

<< Scusami >> piango contro il suo petto.

Max mi stringe, mi stringe forte ed io mi sento protetta, accarezza i miei capelli, li bacia e mi tranquillizza.

<< Che ci fai tu qui? >> chiede senza lasciarmi andare.

<< E' una storia lunga, ti va di accompagnarmi a casa? >> domando senza guardarlo in faccia, mi vergogno.

<< Certo >> sussurra.

Saliamo in macchina, allacciamo le cinture e il suono paradisiaco del motore che si accende riempie le mie orecchie.

<< Sono a casa di Daniel e Laura >> lo informo.

<< Va bene >> annuisce senza staccare gli occhi dalla strada.

<< Grazie Max >> sussurro guardandolo di sottecchi.

<< Mi hai fatto spaventare >>

<< Lo so, scusami tanto >>.

<< Non importa >> mi tranquillizza e posa una mano sulla mia gamba.

È una strana sensazione, il contatto con lui mi fa sentire strana, ma è una stranezza positiva, mi piace, sembra così familiare e protettivo. Ma non è paragonabile a quello che sento con Charles, quando lui mi sfiora io vado a fuoco, il mio petto si accende e la mia pelle risponde solo e soltanto a lui. Che stupida che sono. Prendo la mano di Max tra le mie e mi aggrappo a lui per rimanere con i piedi per terra, mi aggrappo a lui per non crollare.

Quanto ti ho aspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora