22° Capitolo

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- wow sorella, quindi hai trovato il tuo albatros che altro non è che il nostro Can?

Faccio segno a Polen di abbassare la voce, possibile che ogni volta che decido di fargli una confidenza lei rischia di farla sentire a tutto il quartiere?

- giuro che non ti racconterò più nulla!

In risposta lei fa il segno del silenzio e poi mi salta addosso d'improvviso abbracciandomi.

- non ci credo, la mia sorellina innamorata e di Can per giunta, sapevo che tra voi due sarebbe successo qualcosa prima o poi.
Yigit era convinto che ci fosse del tenero tra te ed Emre e invece io non ci avrei scommesso un soldo.

Ricambio l'abbraccio e mi accoccolo poi sulle sue gambe come quando ero bambina.

- con Emre ci lega una forte amicizia fraterna, ci siamo consolati, supportati e sostenuti a vicenda.
Per me tra tu e Osman non c'è nessuna differenza.

Mi accarezza i capelli.

- anche con Can eri legata da una profonda ed intensa amicizia.

Ed è vero, con l'unica differenza che il mio cuore lo ha amato in silenzio, tanto che ho aspettato fino ad oggi per sentirlo io stessa.

- con lui è diverso, è sempre stato diverso, vorrei spiegarti tutto ma sorellina devo andare.

Guardo l'ora ed è davvero tardi.

- d'accordo, ma poi voglio sapere tutto, adesso corri dal tuo albatros.

L'abbraccio ancora una volta prima di abbandonare la sua stanza.
Mamma e papà mi hanno chiesto dove fossi stata per l'intera giornata visto che sono uscita dall'azienda prima di pranzo e non ho fatto più ritorno.
Fortuna non si sono accorti anche dell'assenza di Can perché non mi hanno fatto nessuna domanda su di lui.
Ho mentito anche se odio farlo, raccontando che sono stata fuori per raccogliere alcune idee sulla pubblicità del profumo di Serkan.
In fondo lo faccio spesso, amo cercare ispirazione fuori dalle quattro mura di una stanza, e adesso ho giustificato la mia assenza raccontando loro una sorta di verità.

Quindi dopo averli salutati mi avvio fuori casa e poco dopo sono già davanti casa di nonna Remide.
Ad accogliermi è stata Melahat calorosamente come sempre.
Poi è stato il turno di nonna Remide.

Io con gli occhi cerco Can ma è proprio la cara nonna che come a leggermi nel pensiero, mi dice che si trova in cucina.
La ringrazio dicendo che lo cerco per parlare di un qualcosa di lavoro, scusa che lei fa credere di sorbirsi dato che dal suo sguardo credo che ci sia dell'altro.

Imabarazzata lascio la grande sala da pranzo e raggiungo Can.
Non appena mi vede il suo sguardo si illumina e mi sorride.
Sorriso che io ricambio anche se in verità vorrei tanto buttarmi tra le sue braccia e salutarlo come si deve.

- allora cosa stai preparando di buono? Posso darti una mano?

Lui mi indica qualcosa sul banco della cucina cercando di proposito un contatto con me, contatto che a me provoca mille brividi.

- puoi preparare l'insalata amore mio.

Dice a bassa voce giusto per farsi sentire da me.

- amore tuo.

Pronuncio dolcemente.

- il mio unico.

Sono talmente emozionata che potrei mettermi a saltellare adesso come una bambina, ma non vorrei rifare la figura della pazza ancora una volta.
Quindi facendo il suo stesso gioco prendo il necessario per preparare l'insalata, strusciando di proposito il mio corpo al suo.

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