8° Capitolo

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Vederla lì, sotto la luce del sole che la illumina e la rende se è possibile ancora più bella è qualcosa di paradisiaco.
Per qualche momento mi chiedo come sarebbe stato vederla ogni mattina con il viso rivolto verso l'alto che si lascia accarezzare dai primi raggi del sole.

Ieri è stata una serata un po movimentata.

Il mio ritorno, la mia famiglia, lo scontro con Emre, il bacio alla sconosciuta che poi si è rivelata essere la mia dolce Sanem con cui poi ho discusso.
Mi aspettavo da parte sua questa delusione, ma non pensavo di averle provocato questo dispiacere,in fondo se ho fatto quel che ho fatto è stato per proteggerla così come volevo proteggere Emre.

Il bacio?
Ci si può innamorare così? E soprattutto, è amore quello che provo adesso per questa dea che ho di fronte?
Non lo so per certo, in fondo io sono sempre un po fuggito da tutto quello che a me era sconosciuto.
Lei è sempre stata una parte di me, nutrivo da sempre qualcosa che non volevo riconoscere o accettare.
Ma se prima potevo pensare che fosse un sentimento infantile il mio, adesso ho la certezza che forse questa creatura mi rubo il cuore tanto tempo fa, che da sempre gli era appartenuto.
Ma lei?
Lei vede in me un uomo adesso?
O vede soltanto quell amico con cui è cresciuta e che la deluse tempo fa.
Un fratello forse?

Scaccio immediatamente questo pensiero.
Il rapporto fraterno non è di certo quello che voglio.
Lei ed Emre avevano questo e forse lo hanno ancora.
Io non lo voglio, non so esattamente a dire il vero cosa voglio, ma di sicuro non voglio essere un suo semplice amico.
Non vorrò mai essere quella spalla su cui piangere quando mi racconterà dell uomo di cui si innamorerà.
Non vorrò consolarla spingendola verso le braccia di un altro.
Io la voglio tra le mie braccia.
Voglio baciare di nuovo e ancora quelle labbra che mi hanno imprigionato.
Voglio inspirare quel profumo e sentirlo addosso alla mia pelle.
Toccare quel corpo che mi ha fatto perdere la ragione.
Io voglio Sanem.

Ma quando lei mi chiese che tipo di decisione non avevo avuto il coraggio di prendere e che mi ha tormentato oggi più che mai, non ho avuto il coraggio di ammettere che era lei la mia decisione non presa e sofferta.
Lei, per non averla portata via con me ed essermi beato in questi anni della sua presenza.
Lei che adesso prenderei e porterei via senza pensarci nemmeno un momento.
Ma non potevo dirlo, non ora.
Forse non lo avrei mai fatto visto che ieri l ho ferita ancora con la mia stupida impulsività.
Le ho detto che sarei andato via di nuovo e ho intravisto nei suoi occhi la delusione.
Ma la verità è che adesso non sono più sicuro di niente tranne che voglio lei.

La sua piccola mano nella mia mi trasmette una tranquillità mai provata fino ad ora.
La lascio soltanto nel momento in cui saliamo in macchina.
Parliamo un po e le chiedo di questi anni.
Lei mi parla un po di tutti ma in verità io voglio sapere solo di lei in questo momento.
Mi racconta della discussione avuta con quella donna ieri sera.
Rido al suo modo di enfatizzare e gesticolare, rido perché sono felice di averla accanto e bearmi della voce.

Tenta di farmi qualche domanda su di me ma io cerco di sviare il discorso.
Non è il momento e lei sembra averlo capito perché non è tornata più sull'argomento.
Arrivati in agenzia senza nemmeno rendermi conto le riprendo la mano che lei accetta con naturalezza.
Entriamo dentro l edificò e un mix di ricordi riaffiorano.
Non appena varchiamo l entrata della sala vedo molti occhi di uomini posarsi su di lei con adorazione.
La cosa mi procura un fastidio non indifferente, soprattutto perché lei sembra non accorgersi nemmeno dell'effetto che ha sugli uomini, anzi, è troppo presa a rimandare occhiatacce alle ragazze presenti che mi hanno puntato non appena entrato.
Questa sua reazione mi diverte ma provoca in me un certo piacere, ma cerco di non illudermi tanto perché potrebbe provare questo anche Emre, magari è così con tutte le persone a cui vuole bene.

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