Adalwin prese Evander per un braccio e lo trascinò sorridendo di fronte a Taide, dicendogli sottovoce: «Vieni, Evander voglio presentarti una persona».
Anche Evander aveva atteso con impazienza il momento di parlare con il capitano della nave che era venuta in loro soccorso e, come Adalwin, aveva solo aspettato il momento giusto, ovvero quando la situazione si fosse stabilizzata.
Evander si lasciò quindi trascinare di fronte al capitano senza opporre resistenza, ma vide che quest'ultima era tutt'altro che felice di vederlo. Aveva un'espressione glaciale e uno sguardo cattivo ed accigliato.
Evander la guardò di rimando, cercando di indagare il motivo del suo risentimento nei propri confronti.
Adalwin sembrò non accorgersi di quella cattiva disposizione d'animo del capitano per Evander e, con voce allegra ed un aperto sorriso, dichiarò: «Taide, ti presento mio fratello Evander. Evander, ti presento Taide, la donna che amo».
Evander si girò sorpreso a guardarlo. Come aveva fatto a non saperne niente fino a quel momento? Cercando di riprendersi dallo stupore, disse: «Sono molto felice di conoscervi, Taide... E vi ringrazio davvero per tutto quello che state facendo per noi. Ci avete salvato...».
«Non ringraziarmi, Fenice» lo interruppe freddamente Taide, incrociando le braccia sul petto: «Fino ad un'ora fa ti avrei strangolato con le mie stesse mani».
Quelle parole furono accompagnate da uno sguardo che le rendeva molto convincenti.
Evander non finì la frase e il suo braccio - che aveva teso in avanti per stringere la mano a Taide qualche secondo prima - crollò lungo i fianchi. Il sorriso sul suo volto si sciolse.
«Non posso darvi torto...» rispose. «Lo avrei fatto anche io, al vostro posto. In ogni caso, vi ringrazio per averci salvato la vita».
«Ad essere sincera, non mi è ancora passata la voglia di vedervi morto, Fenice» disse lei per tutta risposta, senza cambiare tono.
Evander non seppe cos'altro dire.
Adalwin lanciò un'occhiata eloquente a Taide e intervenne: «Perdonala,vEvander. Taide non ti conosce: ha conosciuto solo la Fenice e...Ecco, ha ben ragione di odiarla».
Ma quelle parole non tirarono affatto su il morale di Evander. Cupo, rispose: «E con lei, tutto il nostro popolo. Come potranno mai seguirmi contro Vlastamir?».
«Non preoccuparti di questo, Fenice» disse Taide: «Non seguiranno te, ma seguiranno il Sommo Monaco».
Quel nome gli era familiare, ma Evander non ricordava dove l'avesse già conosciuto. Era ben felice, in ogni caso, di scoprire di aver un potente alleato. Da solo, sapeva di non riuscire a portare l'Impero alla vittoria.
Siccome lei non accennò a dargli spiegazioni, Evander ripeté: «Il Sommo Monaco? Dovrei sapere chi è?».
Reymond, che era poco distante da loro ed aveva origliato tutto, si intromise ridendo nel discorso: «Proprio così, Evander: il Sommo Monaco! Lo abbiamo incontrato insieme, non ricordi?».
Il sorriso ammiccante di Reymond non fece che confonderlo ancora di più. Evander lo guardò senza sapere cosa rispondere.
Reymond, deluso, spiegò: «Al Nido delle Aquile... Quel vecchio monaco pazzo che ci ha predetto il futuro, non ricordi? Quello che ha detto che saresti morto a breve!».
Evander ricordava bene quel giorno, ma non aveva mai saputo che il Sommo Monaco fosse in realtà quell'ascetico profeta seduto su un pagliericcio per uccelli. Guardò divertito Reymond ed esclamò: «Meno male che non ci ha azzeccato, allora!».
STAI LEGGENDO
Triplania- La rivelazione
Science FictionUltimo volume della trilogia di Evander. Zadok è stato sconfitto. Evander ha fatto ritorno. Ma non è di lui, che c'è bisogno ora: c'è bisogno di Alekym. Ritornato da pochi giorni alla vita, Evander deve mettere da parte sé stesso per diventare i...