«Sire... End Sept è morto nell'incendio che ha bruciato la stazione del teletrasporto».
La voce di Yvnhal usciva a fatica dalla sua gola contratta.
Parlava lentamente, stringendo con forza la radio che lo metteva in collegamento con il reggente Vlastamir, che si era rifugiato nella Torre Dravedia.
Il Ragno teneva gli occhi fissi sulla piccola grata trasparente della cabina di reclusione di fronte a lui.
Attraverso quella grata, poteva vedere una donna giovane, con un lieve accenno di gravidanza.
Aveva appena ricevuto l'ordine di togliere la vita sia a quella donna, sia alla creatura che essa portava in grembo.
Sebbene quel bambino fosse ancora soltanto un'idea, per Yvnhal quell'idea era più concreta e più vera di qualsiasi altra cosa.
«Era previsto».
La voce del reggente infastidì Yvnhal: Vlastamir non sembrava affatto turbato dalla morte del Serpente Bianco.
Yvnhal aprì bocca per rispondere, ma il reggente lo anticipò. Con una punta di malignità, insinuò: «Il Serpente ha dato la propria vita per il suo sovrano, cosa che avreste dovuto fare anche voi, Yvnhal, se non vi foste rivelato un codardo».
«Sire» disse Yvnhal, con dignità: «Voi avete già preso questa decisione al posto mio, non è così? Ormai, non ho più scelta. Ditelo pure apertamente, Vlastamir: mi volevate su questa nave, a combattere una battaglia aerea che sapevate che gli endar erano destinati a perdere, solo per togliermi di mezzo».
«Questa non è la prima delle mie ragioni. Prima di volere la vostra morte, voglio quella dei traditori. Ma sì, lo confesso: mi siete di impiccio. Rassegnatevi: avete fatto il vostro tempo, vecchio».
Yvnhal annuì. Finalmente tutta la sua rabbia repressa di quegli ultimi mesi e tutta la frustrazione provata dopo la scoperta che Zadok era Alekym venne alla luce. Con voce dura, esclamò:
«Sì, forse la mia ora è giunta. Ma quello che voi non sapete, Vlastamir, è che anche la vostra è vicina. Voi non avete né la forza, né l'intelligenza per sconfiggere vostro fratello. Evander non si tirerà indietro di fronte a nessun pericolo: fidatevi di ciò che dico, poiché io... io lo conosco molto bene».
«Vecchio, non preoccupatevi di lui. A meno che non sappia davvero risorgere dalle sue ceneri, a quest'ora la Fenice vaga per lo Spazio sottoforma di pulviscolo».
Quelle parole gettarono Yvnhal nel panico. Sconvolto, sottovoce, balbettò: «Che cosa... volete dire?».
«Se non l'ha già fatto, lo farà a breve: Evander sta per farsi trasportare a bordo della vostra nave per salvare la sua donna, ed ignora che la vostra stazione di teletrasporto è fuori uso».
«Voi! Siete un assassino!».
«E voi non siete da meno, mio caro Yvnhal. Uccidete la donna, se ci riuscite... altrimenti, tenetele la mano fino a che la nave non collasserà insieme a voi. Per me poco importa come muoia, purché muoia. E con lei quella creatura bastarda che porta nel suo ventre infedele. E, quanto al mio fratellino, che le sue ceneri riposino in pace nel suo tanto amato Spazio».
«Era il vostro piano fin dall'inizio!» gridò Yvnhal, e la voce gli si strozzò in gola.
«Non esattamente. Il piano non era mio, ma di End Sept. Egli vi ha battuto in intelligenza ed in coraggio. La vostra ragnatela non miete più vittime come un tempo: ha perso la sua aderenza. Al contrario, persino ora, la lingua velenosa del Serpente non ha ancora smesso di uccidere. Addio, vecchio!».
STAI LEGGENDO
Triplania- La rivelazione
Ciencia FicciónUltimo volume della trilogia di Evander. Zadok è stato sconfitto. Evander ha fatto ritorno. Ma non è di lui, che c'è bisogno ora: c'è bisogno di Alekym. Ritornato da pochi giorni alla vita, Evander deve mettere da parte sé stesso per diventare i...