36. il duello

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Passarono molti minuti, prima che la porta invisibile della torre ruotasse sui cardini, mostrando le sue fauci nere e rigettando fuori un endar.

La porta si richiuse subito alle sue spalle e la superficie della torre tornò ad essere una lastra nera senza soluzione di continuità.

Il guerriero che Vlastamir aveva scelto per uccidere il fratello non era il gigante tutto muscoli che Evander si era aspettato: la sua sagoma nell'ombra della torre appariva quasi scarna.

L'endar si mosse velocemente fino ad arrivare proprio di fronte al suo avversario.

Appena Evander lo riconobbe, divenne dapprima pallido per lo spavento, poi rosso di rabbia.

Mormorò: «Tu eri morto!».

«Non è ancora nato l'uomo che possa uccidermi!» gli rispose End Sept, con un crudele sorriso di trionfo.

«Come hai fatto a sopravvivere, Serpente?!» esclamò Evander sconcertato.

End Sept diede in un'aperta risata vuota.

«Credevi davvero che sarei morto in un modo così stupido?! Mi avevi sottovalutato, Fenice: un errore che pagherai caro! Perché mai avrei dovuto farmi teletrasportare a bordo della nave di Yvnhal con la tua cara mogliettina? La nave era spacciata: sarebbe collassata a momenti! No: mentre Jayden veniva teletrasportata sulla nave che tu avevi quasi colato a picco, io venivo teletrasportato su un'altra nave endar, al sicuro. Il mio compito era far sì che Jayden e tuo figlio morissero e che tu li raggiungessi per condividere la loro stessa fine. Ma io non avevo alcun desiderio di morire con voi, e poi, l'imperatore mi voleva con sé ad Edresia, per darmi il ruolo di capitano degli endar, al posto di quel rammollito del Ragno! Yvnhal e la tua donna erano convinti che io fossi bruciato nell'incendio, perché non mi hanno più visto comparire tra le fiamme. Che stupidi ingenui!».

Evander capì che il Serpente aveva ragione: avrebbe dovuto saperlo, che End Sept non poteva essere così stupido da morire in quel modo. Avrebbe dovuto aspettarsi il peggio da lui, come sempre. Come in quel momento.

«La pagherai per essere quasi riuscito ad uccidere Jayden!» gli disse tra i denti.

End Sept lo ignorò e disse: «Il principe Vlastamir mi ha ordinato di fare in fretta con te: è impaziente di ucciderti. Mi ha dato un'ora di tempo. Ma non voglio lasciargli tutto il piacere! Prima, voglio divertirmi un po'».

«Goditi il divertimento, allora, perché sarà l'ultima cosa che farai, Serpente!».

End Sept rise della sua rabbia.

«Avanti, Evander, basta con le parole! Ho aspettato questo momento troppo a lungo per ritardarlo ancora!».

Nel dir così, Sept partì all'attacco.

Per quanto Evander fosse veloce, Sept lo era di più: prima che potesse parare il colpo, Evander si ritrovò un grosso taglio sulla spalla. Represse un'esclamazione di dolore.

Fece appena in tempo a parare il colpo successivo. Non lo aveva visto arrivare, ma lo aveva previsto: sapeva che Sept avrebbe colpito di nuovo la spalla ferita. La sua tecnica era sempre quella: colpire l'avversario di sorpresa, nei suoi punti deboli, senza lasciargli il tempo di riprendersi.

Era una buona tecnica, e Sept la impiegava alla perfezione.

Ma Evander la conosceva, e questo gli dava una probabilità di riuscire a contrastarla.

Fin dai primi colpi, capì, tuttavia, che non poteva competere con la velocità del suo avversario.

Sept era agile, incredibilmente veloce, e, soprattutto, crudele.

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