32. La liberazione

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«Amici endar, deponete le armi».

Queste furono le parole che echeggiarono improvvisamente per tutto il campo di battaglia, rimbombando nelle teste confuse dei combattenti, tintinnando sulle armi sfoderate e bagnate di sangue, cogliendo tutti di sorpresa e producendo un effetto immediato e incredibile come quello che avrebbe prodotto l'atterraggio di una nave aliena in mezzo al campo di battaglia.

Tutti smisero di combattere ed alzarono lo sguardo sulla gigantesca faccia di Yvnhal che compariva ad intermittenza sulla superficie liscia e scura della Torre Dravedia.

Fino a che la trasmissione non si fu stabilizzata, il suono dell'incrociarsi di qualche spada ritardataria o distratta si fece ancora sentire in qualche angolo della piazza circolare.

Ma, appena la voce di Yvnhal riprese a spargersi ovunque grazie ai numerosi e potenti altoparlanti, calò il silenzio: tutti attendevano che Yvnhal continuasse quello che sembrava un discorso di importanza decisiva.

«Questo messaggio» continuò la voce: «É rivolto a tutti voi, endar che mi siete rimasti fedeli e che ora state combattendo di fronte alla Torre Dravedia dove il reggente Vlastamir si è rifugiato. Senza dubbio, mi avrete riconosciuto: sono Yvnhal, l'uomo che per vent'anni avete seguito e chiamato "capitano". Non potrò mai ripagarvi per la vostra lealtà. Ma, soprattutto, non potrò mai restituirvi ciò di cui vi ho privato: la vostra famiglia, i vostri ricordi, la vostra coscienza e la vostra identità. Vi ho mentito così a lungo da arrivare io stesso a convincermi della verità delle mie proprie menzogne. Ma ora voglio dirvi la verità. E la verità è che io ho sbagliato. Che Vlastamir ha sbagliato. Che questa guerra è sbagliata».

Ci fu una pausa, poi la voce riprese:

«Io non sono il vostro capitano. E Vlastamir non è il vostro imperatore. Evander lo è. Evander è il vostro unico e legittimo imperatore».

Dopo un istante, Yvnhal continuò: «So che molti di voi preferiranno credere che queste parole mi siano state estorte con la forza, trovandomi io prigioniero dei Ribelli. Ma non è così. Vi sto dicendo una verità che io stesso ho fatto fatica a riconoscere ed accettare, ma vi dico questo: non commettete lo stesso mio errore. Io ho impiegato molto tempo a capire che avevo sbagliato, ma adesso vorrei poter tornare indietro per cambiare ciò che ho fatto. Darei la mia vita, per questo. Ma il passato non si può cambiare, ci si può solo pentire».

Di nuovo, Yvnhal rimase un momento in silenzio.

«Ed io mi pento» disse infine: «E la prova è che ho deciso di confessare ora a tutti voi il mio crimine più grande. Ebbene: Evander non è un traditore. Non è lui, l'assassino. Non è lui, l'usurpatore. Vlastamir lo è. Io lo sono. Ventidue anni fa, Vlastamir mi ingaggió per togliere di mezzo suo fratello di soli tre anni solamente perché quest'ultimo era stato scelto dal padre, l'imperatore Leandros, per divenire suo futuro successore sul trono di Triplania. In cambio di quell'assassinio, Vlastamir mi promise il comando supremo degli endar. Ed io accettai perché bramavo il potere. Ma il compito non era terminato: il principe Adalwin, di soli cinque anni, sebbene non costituisse una grave minaccia, fu allontanato dal regno e portato alla Fortezza in modo che non potesse rivendicare in futuro alcun diritto al trono. Per finire, il vecchio imperatore fu avvelenato lentamente per ordine di Vlastamir, e rinchiuso in una torre perché non potesse costituire un ostacolo alla sua ascesa al trono. Ebbene, io non potrò mai ringraziare End Mida, che ha fatto tutto il possibile per salvare il vecchio imperatore. E, soprattutto, non potrò mai ringraziare il mio più vecchio amico, End Conor, o meglio, Lord Robert Valt, per aver salvato il principe Alekym. Ed oggi voglio onorare la sua memoria, restituendogli l'onore che io stesso gli ho tolto. Egli comprese l'ingiustizia del compito che gli avevo affidato ed ebbe il coraggio di disertare l'Ordine degli endar e tradire la consegna. Ciò che vi chiedo ora è di seguire il suo esempio: deponete le armi, non portate a compimento l'ordine che vi è stato dato da Vlastamir. Non lasciate che un parricida, fratricida e traditore salga sul trono arrampicandosi sul cadavere del padre e del fratello! Abbiate il coraggio di fare ciò che è giusto! Il mio non è un ordine. Io non ho più alcun diritto di comandarvi. Da oggi, voi siete uomini liberi. La libertà vi è stata concessa dal principe Alekym, ovvero Evander, nostro legittimo imperatore. Prendete la vostra decisione liberamente, come lui vorrebbe per tutti voi».

Triplania- La rivelazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora