Erano passate alcune ore.
Ormai Jayden era sicura che Taide non sarebbe riuscita a rimettere a posto i controlli della nave.
Potevano dire addio alla speranza di tornare a terra.
Sarebbero morti tutti lì, nel nulla più totale a così breve distanza in linea d'aria da Edresia, dove la battaglia tra i ribelli e gli endar infuriava senza che lei sapesse chi stava vincendo e chi no. Evander era sicuramente in mezzo a loro a combattere. E, forse, aveva già perso la vita. Forse, gli endar avevano vinto.
Forse tutto era giunto alla fine.
Yvnhal, che fino ad allora aveva mantenuto un sacro silenzio, disse: «Principessa Jayden, perdonatemi se disturbo i vostri pensieri, ma vorrei...».
Jayden si voltò di scatto verso di lui, a metà tra il fastidio di sentire la voce di quell'uomo odiato in un momento simile e la curiosità di sapere cosa avesse da dirgli con quel tono così stranamente gentile.
«Io vorrei» continuò lui, «poter fare qualcosa per aiutarvi».
Jayden cercò di mantenere un tono calmo, e disse: «Come vedete, Yvnhal, non possiamo fare nulla. Non potete aiutarci voi più di quanto non possa farlo io. Possiamo solo aspettare la fine... chiedendo perdono per i nostri peccati».
Yvnhal sapeva che quelle parole erano rivolte a lui, ma non si lasciò mettere a tacere: «Non intendevo fare qualcosa per salvare noi da questa situazione che, lo comprendo, è fuori dalla mia portata. E, credetemi, principessa, non ho fatto altro che chiedere perdono per i miei peccati da ore».
«Per i vostri peccati, le ore non bastano. Ci vogliono gli anni!» mormorò Jayden, con una punta di cattiveria.
«Infatti non credo che avrò il tempo sufficiente, per cui non è questo ciò che vorrei fare adesso».
«E cosa vorreste fare, sentiamo?».
«Con il vostro permesso, principessa, io vorrei fare qualcosa per la Ribellione. Io credo che...».
«Voi vorreste aiutare la Ribellione?! E cosa potete mai fare voi?!»esclamò Jayden, ridendo.
«In questo preciso momento, Jayden, l'esercito dei Ribelli starà già combattendo contro gli endar di Vlastamir...».
«Gli endar di Vlastamir? Non gli endar di Yvnhal?» lo interruppe Jayden.
Ma lui continuò:
«Gli endar sono tanto deboli su un'aeronave quanto forti sulla terraferma. Per cui, per quanto l'esercito possa essere cento volte più numeroso, sappiamo tutti e due che gli endar sono molto più potenti e, se anche perdessero, farebbero comunque una strage di enorme portata. Se voi volete salvare le vite di quei soldati ribelli ed affrettare la loro vittoria, io so che esiste un modo. E solo io posso aiutarvi».
«E come?» chiese Jayden, con sincero interesse. Incominciava a pensare che, forse, valeva la pena di ascoltare ciò che aveva da proporle.
«Avete detto bene voi stessa: sono gli endar di Yvnhal, e non gli endar di Vlastamir. Per quegli uomini io sono ancora il capitano. Avete visto con i vostri occhi quanti di loro mi hanno abbandonato per seguire Evander: solamente duecento. E voi dovreste capire che quei duecento sono già fin troppi, sapendo che gli endar odiano il tradimento e, di conseguenza, odiano Evander considerandolo il primo fra i traditori. Ma se io rivelassi a tutti loro la verità - tutta la verità -, non sarebbero più soltanto quei duecento a passare dalla parte dei ribelli, ma potrebbero essere anche mille, se non tremila. E, se non altro, perderebbero tutti la loro sicurezza: la forza di un endar deriva dalla convinzione che la causa per la quale si batte è quella giusta, ma, se io rivelassi la verità, scoprirebbero che non è così. Non potrebbero negare l'evidenza. Perderebbero fiducia in me, in Vlastamir, e nella causa. E, forse, smetterebbero addirittura di combattere».
«E voi, Yvnhal, sareste davvero disposto a confessare di fronte all'intero popolo il vostro crimine più grande?!» mormorò Jayden, che non riusciva ancora a credere a quella conversione così inaspettata da parte dell'uomo che per decenni era stato il suo secondo peggior nemico.
«Sì, lo sono. E dimenticate, principessa, che quello non è solo il mio crimine più grande, ma anche il crimine più grande di Vlastamir. E lui verrà sconfessato dalle mie parole quanto me».
«Ma crederanno che sia stata io, ad obbligarvi a dichiarare quelle cose, visto che siete prigioniero su questa nave».
«No, se saprò essere convincente. Lasciate che faccia almeno un tentativo».
«Ma come facciamo a mandare in diretta imperiale la vostra confessione in piena battaglia? Chi mai la ascolterà?».
«Restituitemi il mio thoraken, Jayden, ed io saprò esattamente come fare».
«Restituirvelo? No, mai!».
«Voi non vi fidate di me. Lo capisco. Ma questa è l'unica possibilità: il mio thoraken è collegato ad un congegno che si trova nella torre Dravedia: un altoparlante di grande potenza ed un dispositivo olografico che riprodurrà la mia immagine sulla superficie nera e liscia della facciata frontale della torre. La battaglia sarà senza dubbio di fronte a Dravedia, perché Vlastamir si è rifugiato al suo interno. La mia voce sarà udita ad alto volume per tutta Edresia, e nessuno potrà evitare di sentirla. Se non altro, questo distrarrà gli endar dalla battaglia».
«Voi davvero potete questo?!» esclamò sconcertata Jayden.
«Capisco che a voi possa sembrare pura fantascienza. Ma vi sarà sembrata fantascienza anche quando siete salita per la prima volta su un'aeronave. Ditemi: non avete pensato, in quel momento, che l'Impero dovesse tenere nascoste delle risorse tecnologiche all'avanguardia in possesso degli endar? Ebbene, è proprio così. Gli endar sono in possesso di una tecnologia dieci volte più avanzata di quella di un'astronave, cento volte più avanzata di quella di uso quotidiano dell'impero».
«Come posso essere sicura che mi diciate la verità e che non utilizzerete il thoraken per altri scopi?».
«Jayden, riflettete un momento. Se io lo utilizzassi contro di voi, la nave sarebbe spacciata. Voi e Taide siete le uniche persone a bordo che possono portare questa nave a terra. Insieme a voi, condannerei anche me stesso».
«Ma, invece di confessare pubblicamente i vostri peccati come mi assicurate, potreste decidere di fare un discorso di incitamento agli endar. O potreste azionare qualche strana arma che condanni la Ribellione a morte certa. O... non so neppure io cosa potreste farci!».
«Non ho certo bisogno di fare qualcosa di simile: gli endar vinceranno contro la Ribellione con ogni mezzo a loro disposizione, anche senza un ordine esplicito da parte mia. Se credete, invece, che potrei far saltare la nave, e morire con voi pur di essere certo che vostro figlio non minaccerà in futuro il trono di Vlastamir, allora vi dirò questo: non farò mai due volte l'errore che ho commesso in passato. L'aver tentato di assassinare Evander ancora bambino è ciò che più di ogni altra cosa pesa sulla mia coscienza e sul mio cuore: non potrei mai assassinare suo figlio! So che la cosa potrebbe risultarvi incredibile e persino ripugnante, ma io provo per Evander un affetto paterno, che non ho mai provato per niente e per nessuno. Suo figlio è sacro, per me».
«Ci avete impiegato molto, per capirlo».
«È vero: è così. Non mi è stato per nulla facile. Ma ora non potrei mai tornare indietro».
«D'accordo, vi restituirò il vostro thoraken. Spero solo che non tradirete la mia fiducia».
Jayden gli restituì il congegno e tenne d'occhio Yvnhal mentre lo azionava. Non riusciva a comprendere le sue mosse, ma non se ne perdeva una.
Non poteva essere certa che le parole di Yvnhal fossero davvero ascoltate da tutti gli endar dell'Impero, ma ancor prima di sentirle, guardandolo negli occhi mentre si apprestava a fare quel discorso nel microfono, fu certa che Yvnhal era stato sincero e che non l'aveva ingannata.
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Triplania- La rivelazione
Science FictionUltimo volume della trilogia di Evander. Zadok è stato sconfitto. Evander ha fatto ritorno. Ma non è di lui, che c'è bisogno ora: c'è bisogno di Alekym. Ritornato da pochi giorni alla vita, Evander deve mettere da parte sé stesso per diventare i...