"Il respiro dei ricordi riscalda il cuore."
* * * *Staillars è distante da Camelot, ed io nonostante sarei capace di arrivarci in pochi minuti, ho deciso di prendermela comoda...
Non sono molto entusiasta di allontanarmi dal mio regno, dal mio popolo. Da casa mia.
Be' e allora perché lo faccio?
Solo perché ho raggiunto da poco la maggiore età, e come volere di mia madre prima che morisse, sto intraprendendo questo viaggio verso Camelot, la grande e famosa Camelot.
Non ho mai capito perché mi avesse chiesto di andarci, ma glielo avevo promesso e mantengo la parola data.
La mia parte razionale mi dice di tornare a casa.
E ci sarebbero molti motivi per dargli ascolto.Per prima cosa è un posto nuovo, in cui sono andata solo una volta molti anni fa, lì le persone mi osserveranno.
E sicuramente la mia storia sarà già sulla bocca di tutti.
La famosa ragazza che ha perso tutta la sua famiglia, ora va a Camelot, come per chiedere aiuto.
O almeno io la vedevo così.Non mi è mai piaciuto apparire debole agli occhi degli altri, sono sempre stata forte, o perlomeno ero costretta a sembrarlo.
Un'altra cosa che sicuramente non mancherà saranno gli sguardi indagatori delle persone, per via del mio aspetto, del mio comportamento o del mio modo di vestire e parlare, diverso da come dovrebbe essere una regina, troppo "inusuale" direi!
E poi non si è mai vista una ragazza che sa combattere, tantomeno come me, dopo tutto sono il capo dell'esercito di Staillars.
I miei occhi dorati saranno il problema principale. Lo sono sempre stati.
Non passeranno mai inosservati, ed anche se ci ho fatto l'abitudine, mi da un senso di malessere sentirmi sempre osservata.Okay meglio non pensarci, ormai ho deciso. Devo mantenere la promessa fatta a mia madre.
Nel percorso verso Camelot ripenso a tutto quello che mi ha spinta a diventare ciò che sono ed a fare quella scelta, se non altro per cercare di non cambiare idea e tornare indietro.
Ritorno con la mente a 7 anni fa.
I racconti del mio passato sono senz'altro una parte straziante... ma ricordarli mi aiuta, non voglio essere un mostro, come mi avrebbero considerata molti umani sapendo cosa sono. E ricordare perché sono ciò che sono.
Perché ho quest'indole gentile, mi aiuta.Poi però ripenso alle mie sorelle. A come le ho perse.
Non sono mai riuscita a perdonarmi per quello che è successo, e sono tutt'ora convinta che sia stata colpa mia.
Sembrava un giorno come tanti, quello di 5 anni fa.
Ma come si suol dire:
L'apparenza inganna.Infatti quel giorno si consumò la disgrazia che mi ha segnato per l'eternità. E che mi ha lacerato l'anima, tutt'ora frantumata.
Come usanza della nostra specie, a undici anni tutti i giovani, maschi o femmine che siano, dovevano combattere contro L'Alpha maggiore, il capo di tutti, per dimostrare di essere degni di rimanere nel suo branco.
Quell'anno anche la nostra sorellina più piccola aveva l'età giusta per combattere, e sebbene avevo paura che si facesse male, non ero riuscita a farla demordere! Era troppo testarda per cambiare idea, come me del resto.
Sembrerebbe strano, pericoloso o anche stupido, permettere di combattere a dei "ragazzini" di undici anni, ma noi cresciamo piu velocemente degli umani per poi fermarci 7 anni dopo la nostra nascita.
Comunque le regole erano semplici: Riuscire a resistere il più possibile.
Ed il primo che finiva a terra perdeva.Era vietato uccidere, ferire o tramortire l'avversario e le regole erano sempre le stesse da millenni. Da generazioni.
Ma a quanto pare le regole non valgono per tutti.Per parecchio tempo si rifiutarono di farci partecipare, anche se si trattava di un iniziazione obbligatoria. Come un passaggio all'età adulta.
E l'ammissione ufficiale nel branco.Ma eravamo spesso emarginate da tutti gli altri, o comunque ci sopportavamo a malapena.
Giusto magari per compassione, dopo tutto quello che avevamo passato.Nessuno di loro comprendeva come mai volessimo vivere in mezzo agli umani, o mortali, come li definivano loro. Dato che eravamo anche molto. Esposti possiamo dire.
Avevano paura che se un giorno ci avessero scoperti li avremmo trascinati a fondo con noi. E ci stavano alla larga, per precauzione oserei dire.
Beh, non potevamo farci gran che. Di certo una famiglia reale è difficile da far passare inosservata.
Molti Licantropi preferivano vivere nel cuore della foresta, spaventati, in un certo senso, dagli umani. Dato che coloro che sapevano e credevano nella nostra esistenza, ci davano la caccia da secoli! Molte persone innocenti sono state bruciate sui roghi, o smembrate.
Perfino trafitte con pugnali d'argento, per dare ascolto alle leggende.Tutte persone innocenti che hanno perso la vita per la convinzione di fanatici psicopatici. Mentre i veri lupi erano lontani chilometri.
Ma noi vivevamo comunque in mezzo a loro da più di cento anni, cercando ovviamente di passare inosservati, per quanto possibile.
Un altra cosa poi ha giocato molto a nostro sfavore:
Le mie sorelle ed io, eravamo diverse dagli altri membri del branco, eravamo metà angeli e metà licantropi, una natura ibrida dovuta ai nostri genitori.
Una cosa mai vista, credo.A giudicare dai loro pensieri li spaventavamo un po'. E questa cosa mi fa ridere tutt'ora.
Senza contare il fatto che noi, tutte e quattro, avevamo dei "poteri".
Una cosa molto rara, in un certo senso, poiché capitava a pochissimi Lica. Figuriamoci ad un intera famiglia, sembrava strano.Quali poteri avevamo?
Okay, allora per iniziare io avevo 3 sorelle, due più piccole di me ed una più grande.
Luna mia sorella più grande poteva vedere il futuro.
Poi c'era Katara, la più piccola, che era abile nella telecinesi.
Mentre Jenna era in grado di leggere nel pensiero, capacità probabilmente ereditata da nostro padre, dote concessa a pochi angeli.
Ed infine io: mi chiamo Kristen e posso dominare i quattro elementi.
Eravamo uniche nel nostro genere e ad ogni modo, sebbene gli altri potessero avere dei poteri simili ai nostri, qualsiasi fossero, nessuno riusciva ad eguagliare le nostre abilità. La nostra forza.
E purtroppo ammetto che questo non era molto d'aiuto.
Non ho idea del perchè avessimo tali poteri. Ma questo ci rendeva ancora più "diverse" non solo dagli umani, ma da tutti.
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E così il lupo si innamora dell'agnello...
Fantasy"Ma tu dì soltanto una parola, ed io sarò salvata." L'era medievale vista nel suo pieno splendore, nell'epoca di Re Artù e i cavalieri di Camelot, in questo racconto che vi lascerà col fiato sospeso, con colpi di scena inaspettati e suspence ad ogni...