18.Angelo Guerriero

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"Sei entrato nel mio mondo e non ti lascio andare, perché trasformi in bene tutto ciò che c'è di male."
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Siamo al confine delle mura che dividono il retro castello dalla foresta, schierati tutti e 10 in fila orizzontale.

"Le regole sono state già spiegate, dovrete solo riuscire a tornare con la bandiera adesso, ma fate attenzione, quando sentirete il corno suonare vuol dire che la bandiera è stata trovata e portata oltre la linea del traguardo e dovrete tornare indietro." Uther parla, ma in realtà nessuno lo degna di un briciolo d'attenzione.

Siamo troppo impegnati a guardarci tra di noi, giriamo la testa a destra e sinistra osservandoci a vicenda.
Anche se non sono sicura del perché.

"Potrete sfilare la bandiera ad un avversario che l'ha già recuperata, ma l'unica cosa che vi ricordo è di non imbrogliare, non attaccare, ferire o tramortire gli altri." sottolinea quest'ultima parte a gran voce. "E mi raccomando di non far fuori i cecchini, sono incaricati solo di attivare alcune trappole e controllare che la gara sia corretta." Spiega.

Sembrano tutti tesi e nessuno dice una parola, io saltello entusiasta per la prospettiva che questa gara promette.

Sono sicura che sarà più interessante delle prime due.

Uther prende un fazzoletto bianco dalla tasca e allunga il braccio. Conosco il gesto, appena il fazzoletto tocca terra possiamo partire.

Lo lascia.

Lo vedo fluttuare verso il basso e 3...2...1. Parto di scatto lanciandomi tra gli alberi, corro a velocità umana, ma mi diverto comunque, non riesco ad andare troppo piano, è nella mia natura essere veloce!

Guardo dietro gli altri che faticano a correre e cercano di accelerare per starmi dietro. E scoppio a ridere quando vedo che non ci riescono.

Schivo gli alberi, i cespugli ed i tronchi caduti, con la mia solita agilità.

Intravedo una trappola in lontananza, a circa 5 metri da me. Me ne accorgo appena in tempo e freno così bruscamente che creo un solco nel terreno lungo almeno un metro.

Devio e riprendo a correre.

Salto una corda che avrebbe attivato una rete, aggiro una fossa coperta da foglie e rami, ed in fine evito un trabocchetto che avrebbe fatto cadere una sorta di 'gabbia'.

Dopo qualche secondo mi fermo e riprendo fiato.

Che sciocca sono stata così presa dal divertirmi a correre che non ho pensato nemmeno di vedere dove potrebbe essere la bandiera.

Mi serve un punto di osservazione dall'alto.

Decido di salire su di un albero, semplicemente arrampicandomi, dato che qualche umano potrebbe vedermi.

Arrivo fin sulla cima, mi reggo ad un ramo sopra di me e mi sporgo in avanti, coprendomi gli occhi dal sole con la mano libera.

Dopo essermi persa per qualche secondo ad osservare il panorama ed a assaporare il vento fresco sulla pelle, mi rendo conto che purtroppo questo albero è troppo basso e non vedo niente di quello che mi serve.

Sospiro rassegnata e decido di cambiare punto di osservazione, lascio la presa con la mano e mi reggo in equilibrio, preparandomi a saltare giù.

"Attenta a non cadere!" Grida un ragazzo.

Mi spavento e, di tutto punto, cado. Istintivamente mi fermo a pochi centimetri dal terreno con il dominio dell'aria, giusto per non sbattere la faccia per terra.

E così il lupo si innamora dell'agnello...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora