40. Unire le forze

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"Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi."
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Un suono attutito, quasi come un fischio dopo un'esplosione. Delle grida lontane che mi arrivano smorzate, cariche di disperazione.

Percepisco un forte sentimento di terrore, paura... che aleggia intorno a me. Ma rimango rannicchiata a terra con le ali dispiegate sopra di loro.
Apro gli occhi mettendo a fuoco sei corpi sotto di me, nel buio più assoluto, sei corpi che ho avvolto e protetto. Sei corpi sdraiati a terra, che respirano a fatica, lentamente, come se fossero assopiti.

Sollevo la testa da quella cupola difensiva che ho creato, guardandomi intorno spaesata e socchiudendo gli occhi alla debole luce grigiastra.

Il vento impetuoso ha cessato di sfuriare, divenendo una semplice brezza leggera.

Alzo lo sguardo verso il cielo grigio, completamente coperto da una coltre di nubi. Dei lampi gli danno luce, facendo apparire tutto così surreale, tra il magico ed il pericoloso.
Qualcosa cade da quelle nuvole, piccoli granelli che fluttuano in balia delle correnti, simili alla neve.

Solo quando mi alzo e rivolgo il palmo della mano al cielo, mi accorgo di cos'è realmente.

Riscuoto le ali dallo strato di cenere grigia che le aveva coperte, prima di richiuderle, con qualche inceppo, dato che devono passare attraverso gli strappi che ho creato nella giacca, prima, con la furia del momento.

La levo, tenendola in mano, per evitare che qualcuno noti quei due tagli verticali, identici, uno di fianco all'altro. Sospetti oserei dire.

"Kristen!" Esclama Merlino.

Piano piano si alzano tutti, sorreggendosi o incespicando.
Sembrano affaticati, disorientati anche, eppure sono stata io a prendere l'ondata demoniaca. Esilarante.

Tuttavia... Tutto questo mi ricorda un periodo buio della mia vita, successe una cosa molto simile, una battaglia. Fu qualcosa che mi costrinse a diventare l'opposto di ciò che sono ora. Mi riscuoto da quei ricordi con un sospiro.

"State bene?" Chiedo agli altri.
Prima di rivolgere lo sguardo verso il villaggio e, di conseguenza, dare loro le spalle.

"Che è successo?" Mi chiede Artù.

"Troppo lungo da spiegare." Borbotto.

"Hai gridato: 'Sono demoni. State giù.'" Ribatte lui. "Ora devi spiegarti."

"Se già conosci la risposta perché me lo chiedi?" Controbatto a mia volta.

"Beh perché..." Rimane con l'indice alzato e puntato verso il nulla, mentre lo sguardo si perde ad osservare il pavimento.

"Bene." Concludo.
"Torniamo dentro, non è sicuro restare qui fuori."

"Quindi tutto qui?" Mormora Uriah. "Dei cosi volanti ci vengono addosso, ma non ci fanno niente, lei grida che sono dei demoni... E la storia si chiude qui?"

Lo guardo e lui risponde di rimando.

"Sì." Mi stringo nelle spalle.

"Come sapevi cos'erano." Mi chiede Tristepan. Anche se più che una domanda sembra esigere una spiegazione.

"Non hai idea di cosa mi sono trovata davanti in questi anni." Mi limito a dire.

E così il lupo si innamora dell'agnello...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora