2. Inizio

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In foto: Yves Clairmont

Il primo istante o la fase iniziale di un fatto, di un'azione che si estende nel tempo.

Yves ridiscese la collina di Montmartre per ritrovarsi nell’equivoco quartiere Pigalle,dove i locali a luci rosse attiravano ogni giorno una mole sempre più evidente di turisti a caccia di foto tipiche e di divertimento spicciolo. Le vetrine dalle luci violente dei sexyshop non erano altro che uno specchio per le allodole, negozi grotteschi che avevano perso la loro carica erotica nel corso degli anni. Solo chi conosceva bene Parigi e la sua storia sapeva dove trovare la vera perversione. I due locali di Amir si trovavano lontani dalle strade principali, in un dedalo di vie difficilmente raggiungibili da chi non sapeva cosa stava cercando. Ed era lì che Yves era diretto, seppure a malincuore.

Il ragazzo si guardò di nuovo intorno, aveva lasciato il suo autista parcheggiato su a Montmartre ed era certo che nessuno lo avesse seguito fino a lì. Mise su il cappuccio della felpa con cui aveva sostituito parte della sua divisa scolastica e con passi veloci si inserì all’interno dell’Heros. Il locale era buio e vuoto a quell’ora del pomeriggio, Yves incontrò lo sguardo dell’unica persona presente nella stanza: Era il barman del locale a cui il moro non piaceva affatto. Quello gli lanciò un’occhiata penetrante e smise di occuparsi della riserva di bottiglie per la serata.

“ Dov’è Amir?” Yves andò subito al sodo, non aveva alcuna intenzione di intrattenersi in quel posto più del tempo necessario per sbrigare i suoi affari.

“ E tu che devi farci con Amir?” domandò di rimando il ragazzo, mostrando tutta la sua irritazione.

“ E a te che importa? Muoviti, va a chiamarlo e non farmi perdere tempo.” Il moro parlò a denti stretti, non aveva bisogno di quell’ulteriore ostacolo. Ma il barman non aveva intenzione di mollare la presa, Yves lo vide stringere i pugni, mentre lasciava perdere i bicchieri e oltrepassava il bancone con aria minacciosa.
Se lo ritrovò a pochi centimetri dalla sua faccia, tanto vicino da poter vedere le pagliuzze verdi nei suoi occhi chiari e incazzati. Yves stava per scoppiare a ridere, quando improvvisamente un terzo ragazzo comparve nel loro campo visivo.

Amir era alto e ben piazzato, aveva capelli scuri e occhi di un nocciola terribilmente caldo. Aveva incrociato le braccia e osservato quella faida con un sorriso sornione sulle labbra.

“ Che succede, signori? Non posso lasciarvi un attimo soli a voi due.”

Yves aveva fatto un passo indietro, il sorriso era scomparso dal suo bel viso privo di espressione. Si limitò a lanciare un’altra occhiata verso il barman, per poi guardare direttamente l’altro.

“ Dii a questo coglione di portare rispetto e di filare a fare quello che gli dico quando entro qui dentro.”

L’altro fremette “ Ah, sì? E perché dovrei? Me ne sbatto dei tuoi soldi. Ricco o povero posso spaccarti la faccia e metterti al tuo posto. Vuoi provare?”

Yves rise di gusto, mentre Amir frapponeva il suo corpo tra i due e redarguiva il ragazzo “ Rémy, adesso basta. Dobbiamo parlare di affari qui … va di là.”

Il barman tremò dalla rabbia, stava ancora osservando il volto divertito di Yves. Lo vide sollevare una mano e dedicargli un saluto sfottente. Alla fine scosse la testa e cedette, ma non prima di aver lanciato uno sguardo furente verso Amir che non aveva fatto nulla per impedire all’altro di trattarlo in quel modo.

“ Lo fai scaldare sempre con questo tuo caratteraccio” Amir aspettò che Rémy uscisse, poi si diresse verso il bancone, “cosa posso offrirti? Ho dell’ottimo Gin, appena arrivato da un buon fornitore.”

À la tombée du jourDove le storie prendono vita. Scoprilo ora