56. Angoscia

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Stato di ansia e di sofferenza molto intensa che affligge l'animo di una persona per una situazione reale o anche, talvolta, immaginaria.

Yves era tornato a casa con un nuovo senso di agitazione che lo faceva tremare da cima a fondo. Era crollato sul letto, mentre tornava alla mente all'incontro inaspettato di poche ore prima.

Emilien lo aveva trovato. Dopo tutto quel tempo. Perché proprio adesso? Perché era dovuto riapparire quando tutto sembrava andare nel verso giusto?

Ecco come funziona la vita, pensò Yves, amareggiato. Abbassi la guardia per un attimo e tutto viene giù in una cascata di polvere e detriti. Come avrebbe fatto a quel punto? Che cosa diavolo volevano tutti da lui? Beh, non era difficile rispondere a quella domanda in realtà, Yves era ben consapevole che l'apparizione di Emilien aveva a che fare con l'imminente processo. Eppure si chiedeva come accidenti avesse fatto a trovarlo.

Quel dannato si aspettava davvero di incontrarlo il giovedì successivo? Bastò quel pensiero fugace per fargli risalire la bile in gola. No, lui aveva chiuso. Nessuno poteva costringerlo ad affrontare quell'inferno. Stava per sollevarsi dal letto e dirigersi verso il bagno con l'intento di fare una doccia calda, quando improvvisamente sentì dei passi in corridoio.

Dannazione.

Un tocco sulla porta, poi il viso ben noto di Andrea fece capolino all'interno della stanza.

Yves gli lanciò un'occhiata di fuoco, "chi diavolo ti ha detto che potevi entrare?"

L'altro sollevò le spalle in un gesto casuale, "faccio quello che mi pare. Dovresti saperlo ormai" disse soltanto, mentre cercava di decifrare l'espressione atterrita del francese. Ecco, non mi sono sbagliato, pensò Andrea. Emilien aveva davvero avvicinato il cugino, tutto nel corpo di Yves sembrava urlarlo.

"Che cazzo vuoi? Credevo che noi due non avessimo più niente da dirci. Togliti dalle palle" tornò alla carica Yves, malcelando il nervosismo.

Andrea era stanco di tutto, niente sotterfugi, niente mezze verità, guardò l'altro e decise di essere sincero e diretto.

"Ho visto Emilien a scuola. A giudicare dalla tua faccia, deduco che alla fine abbia deciso di affrontare la questione. Beh, chi lo avrebbe mai detto che perfino uno come lui fosse capace di tirare fuori le palle all'occorrenza."

Quelle parole suonarono assurde per Yves. Gli ci volle più di qualche secondo per decifrarne il messaggio. Andrea conosceva Emilien?

"Che cazzo stai dicendo? T-tu ... come puoi ..." disse soltanto, mentre l'altro parlava al suo posto.

"L'ho avvicinato tempo fa. Sai, per un breve istante della mia vita avevo anche deciso di darti una mano. Non si dica che Andrea non abbia un cuore" commentò l'italiano, appena sprezzante, poi continuò "l'ho trovato, so tutto di voi, del processo ... diciamo solo che sono stato io a spingerlo da te. Credevo che avrebbe potuto darti un aiuto concreto. In fondo avete vissuto lo stesso inferno."

Yves era rimasto di sasso, dentro di lui sentiva uno strano fuoco ribollire. Come aveva potuto? Come aveva osato?

"Figlio di puttana, non avevi il diritto di immischiarti nella mia vita! Chi diavolo ti ha mai chiesto niente? Perché non puoi odiarmi e basta?"

"Credi che non lo faccia?" Andrea scosse la testa, "eppure quello doveva essere il mio modo di espiare le mie colpe. Credo di averlo fatto più per me che per te, in realtà. Cos'hai intenzione di fare, Yves? Vuoi scappare dal tuo passato per sempre?" a quel punto lo aveva guardato dritto negli occhi, ma l'altro non era stato in grado di sostenere un'occhiata tanto intensa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 21, 2022 ⏰

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