32. Inesorabile

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Che non si può evitare o far cessare, a cui è impossibile sottrarsi.

Il cielo era terso e limpido su Parigi, una strana giornata calda e assolata nel bel mezzo di un ottobre che, fino a quel momento, era stato parecchio piovoso e turbolento. Yves si era svegliato tardi quella domenica, dopo un insolito sonno senza sogni durante il quale era riuscito veramente a riposare. Chiarire con Gaspard - ammesso che quell'accozzaglia di omissioni e mezze verità si potesse definire tale - sembrava avergli fatto bene alla fine, perché quel giorno si sentiva meglio.

Passò quello che restava della mattinata sui libri, a tentare di seguire i programmi che aveva tralasciato in quegli ultimi giorni, quando si sentiva troppo oppresso dal caos che era diventato la sua vita per poter pensare anche alla scuola.

Non sei comunque al sicuro, Yves. Non è cambiato proprio un cazzo in realtà ...

Sì, anche quello era vero. Eppure sentiva che Gaspard era con lui e che gli avrebbe guardato le spalle fino alla fine. E poteva contare anche sul sostegno di Victoria.

E su quello di Amir. Forse dovresti ricordartelo.

Era duro ammetterlo, ma Yves era consapevole che persino Amir aveva cercato in qualche modo di sostenerlo durante le ultime settimane disastrose. E il francese, in cambio, non aveva fatto altro che ignorarlo o, anche peggio, incolparlo per tutto quello che era successo. Era più facile credere che niente di quanto era accaduto dipendesse direttamente da lui, immaginare che fosse stata la disattenzione di Amir ad averlo condotto verso la sua rovina, ma le cose non stavano così.

Sei un tiranno. E' nella tua indole ... li hai derisi e sottomessi per troppo tempo. Hai agito senza pensare neanche una sola volta alle conseguenze delle tue azioni, troppo orgoglioso e sicuro di te per riconoscere la loro forza. E ora tu hai preso il loro posto. Da carnefice a vittima ... un ruolo a cui non ti abituerai mai.

Andrea. Rémy. Manech ... tre individui che singolarmente aveva fatto a pezzi più volte, ma che uniti rappresentavano la sua perfetta nemesi. E dopotutto, nonostante la rabbia e il disprezzo che provava per loro e per quello che gli avevano fatto, Yves si rese conto che poteva capirli.

Li hai fatti a pezzi ... e poi hanno reagito. Puro istinto di conservazione.

E di vendetta, ricordò a sé stesso. Ce l'avevano fatta, lui adesso era niente. Un ammasso di paure che andava avanti soltanto perché gli veniva imposto di farlo. Un burattino nelle mani di chi aveva sempre considerato inferiore a lui ...

Il destino sa essere ironico.

Ma non voleva pensarci, non quel giorno. Quella domenica l'avrebbe dedicata a chi gli era rimasto vicino nonostante le sue colpe. Era quello che era, un essere imperfetto che tentava di mostrarsi forte e infallibile perché era ciò che faceva da sempre, perché conosceva solo quel modo per andare avanti nella vita.

Fa del male prima che ti venga fatto. Nasconditi prima di essere scoperto. Fingi di essere chi vorresti essere davvero. Ingannali prima che possano ingannare te.

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Victoria aveva raggiunto il Café Beaubourg poco dopo pranzo. Aveva preso posto al solito tavolo esterno che dava sul lussuoso triangolo d'oro, la meta preferita di chi amava passeggiare nello sfarzo, circondato dai più famosi marchi francesi.

Era stata la prima ad arrivare e ora si accingeva ad accendere una sigaretta. Rimase a fissare la gente per un po', perdendosi nei suoi pensieri come le capitava sempre più spesso.

La conversazione con Gaspard della sera prima era stata una doccia fredda per lei. Si era messa in moto in fretta, entro un paio di ore aveva già contattato circa metà dei clienti e spesso era stata costretta a combattere contro la loro insistenza.

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