25. Abnegazione

1.1K 66 89
                                    

La disposizione spirituale di chi rinuncia a far prevalere istinti, desideri, interessi personali, per motivi superiori.

Andrea si era svegliato in un groviglio di coperte. Aveva aperto gli occhi a fatica, poi si era allungato oltre il letto per spegnere la sveglia che continuava a suonare imperterrita. Solo a quel punto si rese conto di non essere da solo. Noel aveva nascosto un sbadiglio dietro la mano e ora lo fissava con uno sguardo assolutamente soddisfatto, come un gatto dopo un lungo sonnellino ristoratore davanti al camino acceso.

In realtà avevano dormito ben poco, i muscoli di Andrea potevano testimoniare.

"Cazzo, è già mattina. Mi sono addormentato ..." biascicò l'ospite, con un sorrisino mezzo colpevole impresso sul volto assonnato. Era ancora nudo e con una bella erezione in vista che Andrea osservò con sguardo vagamente interessato. Era troppo tardi per un terzo round mattutino? La risposta venne un istante dopo, quando Lydia bussò piano alla porta e lo informò che la colazione era pronta e che avrebbe dovuto spicciarsi.

"E ora come diavolo facciamo?" Noel era scattato in piedi, adesso del tutto consapevole della presenza di altri in casa.

"Qual è il problema?" commentò Andrea, sbadigliando a tutto spiano "vestiti, ti offro la colazione."

"Ma loro lo sanno?" chiese ancora il ragazzo, con una lieve panico nella voce.

L'altro fece spallucce "lo sapranno adesso, vorrà dire. Dai, scendiamo."

Andrea era completamente a suo agio quando prese le scale che lo avrebbero condotto nella grossa sala da pranzo dei Clairmont, seguito da un imbarazzatissimo Noel che, invece, continuava a guardarsi intorno tra lo stupito e il circospetto. Era stato in quella casa parecchie volte, ma mai si era fermato fino a colazione, né pensava che Andrea lo avrebbe invitato a restare. L'italiano pensò che sarebbe stato divertente vedere la reazione di Yves quella mattina, anche se il semplice atto di metterlo a disagio non gli bastava più. Voleva distruggerlo e non avrebbe più aspettato Rémy. Alla fine del giorno lo avrebbe chiamato e avrebbe messo in chiaro un paio di cose.

La famiglia Clairmont era riunita a tavola come di consueto quando Andrea e Noel entrarono in sala. Gli occhi di tutti i commensali si sollevarono un attimo sul nipote, per poi fermarsi con aria accigliata su quella nuova aggiunta inaspettata. Andrea osservò in particolare Yves, non si perse la sua postura improvvisamente rigida, né quella linea sottile che turbava la sua fronte.

"Buongiorno, lui è Noel. Ha passato la notte qui." Spiegò candidamente l'italiano, poi invitò il biondo a sedersi e afferrò il pane tostato "cosa ti offro?" chiese proprio all'altro ragazzo che si sedette con aria spaesata e imbarazzata. Salutò la tavola con un "piacere di conoscervi", poi nascose il viso dietro una tazza di tè bollente come il suo viso rosso.

Jacques aveva ancora lo sguardo fisso sul duo, ma fu il tossicchiare di Lydia che lo risvegliò da quella sorta di trance in cui era finito. Così si schiarì la gola e parlò "Ehm, piacere. Lui è un tuo amico?"

Andrea sorrise oltre la sua tazza di caffè fumante, i suoi occhi erano ben piantati sul volto assolutamente impassibile del cugino, "Amico ... beh, in un certo senso potremmo definirlo anche così." commentò senza far nulla per celare la malizia nella sua voce. Anzi tornò a ridere piano, divertito dalla statua di pietra in cui si era tramutato Yves.

Poi Andrea allungò un braccio verso Noel e glielo passò oltre le spalle quasi con fare casuale. Jacques era ammutolito, mentre Lydia stava cercando di trovare qualcosa da dire per combattere l'imbarazzo generale in cui era caduta la tavola.

"Noel, hai detto? Cosa fai nella vita?" chiese amichevolmente la zia.

"Studio e mi mantengo lavorando in una palestra la sera." Spiegò il ragazzo con l'aria di uno che voleva annegare nel tè che stava bevendo. Andrea continuava ad accarezzargli le spalle in un massaggio che non passava inosservato.

À la tombée du jourDove le storie prendono vita. Scoprilo ora