Eravamo tornati troppo presto dal nostro weekend a Whistler. Volevo restare lì molto di più, perché l'aria di montagna riusciva a sollevarmi sempre il morale. Non appena fummo di nuovo allo chalet, trovai una busta nella cassetta delle lettere. Nessuno sapeva che eravamo lì, eccetto Cassandra. La aprii subitaneamente, leggendo ciò che la mia amica mi aveva scritto. "Non sapevo in quale altro modo contattarti. Ho scoperto il motivo della visita di Raven. È stata qui per chiedere aiuto al professor Xavier. Raven voleva che la aiutasse a trovare una persona con Cerebro. Non so se l'ha trovata. Comunque lei non è più alla scuola. Volevo informarti". Remy entrò in casa, intanto che io rimasi sullo zerbino a riflettere. Sul fondo della pagina c'era un post scriptum scritto in grassetto. "Mi manchi, torna presto". Sorrisi, prima di raggiungere Remy in cucina.
"È da parte di Cassandra?" annuii. "Voleva parlarmi di mia sorella. Sta cercando qualcuno". "Hai idea di chi possa essere?". "No..." dissi, titubante. Mi sedetti alla penisola, intanto che Remy ci versava del caffè. "...non credevo avesse altri conoscenti all'infuori di Charles, Hank e tutti gli X-Men". Lui mi guardò, perplesso. "Stai pensando di andare di nuovo alla sua ricerca, dico bene?". "Non ti mentirò. Vorrei tanto ritrovarla". Remy balzò in piedi. "Allora non c'è motivo per rimanere ancora qui. Facciamo le valigie. Ripartiamo per Westchester domani". Lo guardai raggiungere il soggiorno. "E con Henri? Come facciamo?". "Beh, a quanto pare non vuole conoscermi" Remy fece spallucce e percepii il suo senso di vuoto, l'angoscia e l'inquietudine che stava provando. Appena terminai di bere il mio caffè, salii in camera per aiutarlo con le valigie. Le stava velocemente riempiendo, come se non vedesse l'ora di andarsene. "Ti sei stancato di stare qui con me?" gli domandai, aggrottando la fronte. "Certo che no!" venne verso di me, prendendomi il viso tra le mani. "Voglio soltanto che tu sia felice, e vedo quanto stai soffrendo per la distanza che si è venuta a creare tra te e Raven. Torneremo a Westchester. Henri è acqua passata".
Per qualche assurdo motivo, percepii che stava dicendo la verità. Riempii il mio borsone e, prima di scendere per la nostra ultima cena nello chalet, mi buttai sotto la doccia, restandoci per dieci minuti. Per quanto poco fosse durata la nostra vacanza, ero stata davvero bene. Il Canada è un posto meraviglioso, che almeno una volta nella vita va visitato. Mi infilai l'accappatoio, asciugandomi alla bell'e meglio. Non appena ritornai in cucina, trovai Remy ai fornelli, con tanto di grembiule legato in vita. "Cosa fai?" scoppiai in una risata fragorosa. Lui si voltò verso di me, il viso paonazzo. "Stavo preparando la cena". Mi sporsi sulla penisola, notando che c'era la pizza in forno. "Da quando sai cucinare la pizza?". "Da sempre". Aggrottai la fronte, scettica.
"Custodivo questa dote per un'occasione speciale". "L'hai nascosta davvero bene, questa dote. E dimmi, a cosa devo l'onore?". Remy mi invitò a raggiungere il soggiorno. Perciò mi sedetti sul tappeto, mettendomi comoda. Lui restò in cucina, ad aspettare che la pizza fosse pronta. Tornò da me dopo qualche minuto, sedendomi accanto. "Bon apetit, mon amour" commentò in francese. "Sei sexy quando parli francese" dichiarai, imboccando un pezzo di pizza. "Oui". Mi passai la lingua sul labbro superiore. "Wow, questa sì che è una vera pizza". "Ti piace?" mi limitai ad annuire poiché avevo la bocca piena. Pulii il piatto in pochi secondi. "Avevo una gran fame!". "Ho notato!". Remy si sporse su di me per poi baciarmi con veemenza sulle labbra. Mi sollevò il viso, mettendomi una mano sotto al mento. "Sono stato davvero bene, qui con te. Lo dovremmo fare ogni anno".
"Non mi tentare. Sai che accetterei, senza pensarci due volte". Remy sorrise, tornando a baciarmi. "Non vorrei rovinarti alcuna sorpresa ma, c'è qualcosa che vuoi dirmi?" gli domandai, spezzando l'atmosfera che si era creata. "Cioè?". "Il tuo cuore ha aumentato i battiti. O ti stai innamorando sempre più di me, ogni minuto che passa, o sei emozionato per qualcosa in particolare". Remy arrossì. "Entrambe le cose, suppongo. Non ti si può fare alcuna sorpresa, eh?". Balzò in piedi, prendendo una sciarpa dal divano. Si sporse su di me, legandomela intorno agli occhi. "Cosa fai?". "Tu resta qui, ferma e in silenzio. Non sbirciare". Rimasi al buio per qualche secondo. Udii i passi di Remy camminare per tutta la casa. Era nervoso, emozionato. "Dimmi che hai preparato un'altra pizza" scherzai, affamata. "No!" urlò dal piano di sopra "...molto meglio". "Un dolce!" continuai, sentendolo ridere. Si stava avvicinando a me e, quando lo sentii a pochi centimetri di distanza, mi voltai verso di lui. Mi sfilò la sciarpa dagli occhi, mettendosi in ginocchio. "Cosa sta succedendo?". Domandai, emozionata. "Quello che pensi". Si portò le mani dietro la schiena, per poi mostrarmi una piccola scatola. "Remy?" sgranai gli occhi, intanto che lui apriva la scatola. C'era un anello d'argento, con un rubino incastonato. Remy lo afferrò, tenendolo tra le dita. "Lauren, ti ho amata dal primo momento in cui ti ho vista. Ti ho mentito e lo so che non avrei dovuto farlo. Penso sempre al matrimonio e, anzi, appena ti ho incontrata, ho capito immediatamente che saresti stata tu. Tu sei la donna che voglio accanto per il resto della mia vita...". Cercai di trattenere le lacrime, ma loro non vollero saperne, perciò sgorgarono come un fiume in piena. "Rendi felice questo idiota innamorato. Dimmi di sì". Rimasi letteralmente senza parole, perciò mi limitai a fare ripetutamente di sì con la testa.
Remy mi infilò l'anello all'anulare, baciandomi repentinamente. "Era questa l'occasione speciale?". "Sì". Il mio naso sfiorò il suo. Non mi ero mai sentita così felice, quindi gli confessai di amarlo disperatamente prima di finire per fare l'amore davanti al camino. Indossavo ancora l'accappatoio, perciò per lui fu particolarmente facile spogliarmi.
[...]
Il mattino seguente, il taxi fu nettamente in anticipo ma noi eravamo già pronti. Esitai, prima di lasciare quello chalet per sempre. Remy mi cinse a sé, accompagnandomi all'auto. Prendemmo l'aereo per Westchester a mezzogiorno, arrivando alla scuola nel pomeriggio. Questa volta non c'era Hank ad aprirci la porta. Remy sembrò esserne sollevato. Non gli andava molto a genio e nemmeno conosceva tutta la storia. Superato lo zerbino, trovai Alex vicino alle scale a parlare con un ragazzo con gli occhiali. "Alex Summers?" lo richiamai e lui mi guardò con occhi serrati. "Lauren, giusto?" mi limitai ad annuire. Sentii Cassandra farsi spazio tra le persone in corridoio, per potermi raggiungere e buttarmi le braccia al collo. "Che bello rivederti. Hai cambiato taglio di capelli!" me li sfiorai da sopra la spalla. "Sì, ho voluto cambiare look". La mia amica non si accorse del nuovo e scintillante particolare sulla mia mano destra, perciò decisi di rimandare le chiacchiere a più tardi.
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𝐁𝐞𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐠 𝐚𝐧 𝐗-𝐌𝐞𝐧 | 𝐋𝐮𝐜𝐲 𝐁𝐨𝐲𝐧𝐭𝐨𝐧
FanfictionCosa fare se, a soli cinque anni, scopri di avere un potere molto più grande di te che non riesci a controllare? Risulta fatale per chi ti sta intorno, quindi ti estranei, allontanando chiunque si avvicini. Pensi di essere l'unica al mondo, ma dopo...