1981.
Avevamo trascorso gran parte dell'inverno nello chalet, non ricevendo nessuna notizia da parte di Henri. Remy sembrò parecchio preoccupato al riguardo, quindi tentai di sollevargli il morale. "Si farà sentire, me lo sento". Lui aveva alzato gli occhi al cielo. "Certo, e lo deduci grazie al tuo sesto senso?". "No" ho scosso la testa, prendendogli la mano. "Perché quando l'ho sentito parlare con te, ho percepito la fiducia e la nostalgia. Anche lui vuole conoscerti meglio". Lui mi ha dato ragione, ma poi è andato via, rifilandomi la scusa della spesa. A volte dimentica che posso udire i battiti del suo cuore. Il frigo era pieno e noi non stavamo mangiando più di tanto. Arrivata la primavera, ho sentito la necessità di cambiare aria. Saremmo rimasti in Canada, ma ci saremmo spostati altrove. Un mattino di marzo, Remy si è destato prima di me. Questo perché, la sera prima avevo fatto le ore piccole, per poter terminare di leggere un libro. Quel romanzo mi aveva fatto compagnia per tutto l'inverno, e mi ero predisposta a finirlo nel minor tempo possibile. Avevo riempito la libreria nella camera da letto. In assenza di televisione e telefono, quando Remy non era in casa, erano i libri a farmi da amici.
Non avevo più sentito Cassandra da quella volta della cabina telefonica, quindi non venni a conoscenza delle notizie portate da Raven. Ho aperto lentamente gli occhi, la testa sprofondata nel cuscino. La prima cosa che ho visto, è stato il sorriso di Remy, perciò la giornata era iniziata nel migliore dei modi. "Ciao" mugugnai, tentando di mettermi a sedere. "Buongiorno, piccola" mi ha porto una tazza colma di caffè. "Che tu sia sveglio prima di me, è un vero miracolo. Nevica lì fuori?". Remy ha sorriso, tornando sotto le coperte. "No, anzi. Gli uccellini cinguettano e il vento soffia tra gli alberi. La primavera è ufficialmente iniziata" lo vedevo di buon umore, perciò l'ho guardato con occhi serrati. "Cosa c'è? Sei particolarmente infervorato, stamattina". Ha fatto spallucce, osservandomi bere il suo caffè. "Sono euforico, sì. Adoro la primavera. Bevi il tuo caffè, ci aspetta una meravigliosa giornata".
Ha scostato le coperte, per poi sfilarsi la maglia e andare in bagno. "Senti..." ho iniziato a dire, richiamandolo. Lui si è sporto dalla porta semiaperta. Continuava a sorridere e la cosa è risultata contagiosa. "...stavo pensando... ti va di andare a Whistler?". Remy si è fatto serio. "Si trova dall'altro lato della costa. Perché vuoi andare lì?". "Perché ho sentito dire che le cascate di Alexander sono stupende. Si può fare trekking, stare all'aria aperta..." Remy si è inumidito il labbro superiore, poi ha iniziato a camminare verso di me, poggiandosi al materasso con i palmi delle mani. "Non sarebbe una cattiva idea..." ha dichiarato, afferrandomi la tazza dalle mani "...però se accetto di venire lì con te, tu devi fare una cosa per me". Sono rimasta a guardarlo, in attesa. "Questo tuo nuovo taglio di capelli mi fa impazzire" afferma, prendendoli tra le dita. "...e vorrei tanto che facessi la doccia con me". Ho sorriso, scostando le lenzuola. Ero in bagno nel giro di pochi secondi. Mi sono sfilata la canottiera e i pantaloncini, entrando nella doccia con lui. Mi ha preso in braccio, agguantando la carne delle mie cosce con le sue dita affusolate. "Non sarò mai stanco di te, Laurie". L'ho baciato per minuti, mentre l'acqua continuava a scorrere sui nostri volti.
[...]
Prepariamo qualcosa per il viaggio, portandoci sacchi a pelo, una tenda, un thermos e una lanterna ad olio. Con l'aereo, ci abbiamo messo sette ore ad arrivare a destinazione. È mattina, perciò ci fermiamo per la colazione, restando a chiacchierare in quel posto rustico per un paio d'ore. Dopodiché ci dirigiamo alle cascate con la seggiovia. La città è colma di turisti con gli zaini in spalla, pronti a trascorrere un weekend lontani da tutto e tutti.
In presenza di alcuni di loro, percepisco qualcosa che sento solo in presenza di Remy, di Cassandra, di Hank, di Charles. Sono mutanti. Il mio ragazzo aiuta due uomini a montare le loro tende. Nel mentre mi avvicino ad una donna bruna che, meravigliata, ammira il panorama restando in piedi sull'orlo di un dirupo. "Che posto stupendo!" commento, attirando la sua attenzione. "Già, lo è". Risponde lei, restando con gli occhi fissi sul bosco. "È la sua prima volta qui?". La donna scuote la testa, sorridendo. "Io e mio marito veniamo ogni anno per il nostro anniversario". "Auguri, allora". Lei si volta verso di me, ringraziandomi. "Da quanti anni siete sposati?". "Quattro, oggi. Ma diversamente dai nostri precedenti anniversari, oggi c'è un evento particolare per cui festeggiare". Si porta una mano sul ventre. "Aspetta un bambino?" la donna ha gli occhi lucidi."Che meraviglia. Sono contenta per lei..." mi sorride ancora, voltandosi per poter tornare dal marito. Le porgo la mano per presentarmi. "Comunque io mi chiamo Lauren Darkholme". Lei ricambia il gesto. "Io sono Evelyn Pryde, piacere di averla conosciuta". Appena Remy torna da me, tiro su con il naso, percependo l'odore della pioggia. Lo avviso e lui scoppia in una risata. "Amore, c'è un sole che spacca le pietre. Non pioverà". "Ti ricordo che ho l'olfatto sopraffino. Non credermi, ma tra poco verrò a dirti te l'avevo detto". Vado verso la nostra tenda, afferrando la felpa per potermi cacciare il cappuccio in testa. Persino Evelyn mi guarda con fare scettico. Dopo qualche minuto, tutti odono il rombo basso e prolungato dei tuoni. Remy si volta verso di me, strabuzzando gli occhi. Mi mostro compiaciuta, alzando le spalle. Avanza verso di me, dicendo: "Non dire niente!".
Entra nella tenda prima che inizi il diluvio. Prima di poterlo raggiungere, Evelyn mi richiama. "Tu sapevi che avrebbe piovuto?". "Lo sospettavo" commento, alzando il naso verso il cielo."Diciamo che ho naso per queste cose". Evelyn mi sorride e, prima che possa andare via, aggiunge: "Sei speciale anche tu?". Mi limito ad annuire, mentre le prime gocce di pioggia mi sfiorano il viso. Mi affretto ad entrare nella tenda, trovando Remy avvolto in un plaid. "Spero non tiri vento, altrimenti finiremo nel lago". "No, non porta vento". Lui fa una smorfia, contrariato dalle mie mutevoli doti. Afferro il plaid, avvolgendomelo intorno alle spalle. "Ci sono diversi mutanti qui" commento a bassa voce, godendomi il piacevole rumore dello scrosciare dell'acqua. "Come fai a sapere che lo sono?". "Beh..." lo guardo negli occhi, cercando di descrivere le mie sensazioni "...quando sono vicino ad un mutante, percepisco un brivido lungo la schiena. Sai quella sensazione lungo la spina dorsale, quando hai un presentimento?" Remy si mostra perplesso. "Comunque è quello che provo. Fin quando non me lo ha fatto notare il professor Xavier, non ci avevo mai fatto caso. Come ho detto, credevo fossero solamente dei presentimenti". "E quando hai conosciuto me, che cosa hai provato?". "Ho pensato che fossi uno stronzo". Remy soffoca una risata, attirandomi a sé. "Hai pensato bene. Mi hai fatto perdere a poker per la prima volta in ventotto anni. Io ho pensato: questa ragazza dev'essere davvero speciale". "Ti ho fatto innamorare di me..." sorrido, soddisfatta. Mi bacia con desiderio, intanto che le gocce di pioggia si imbattono con violenza sulla nostra tenda.
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𝐁𝐞𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐠 𝐚𝐧 𝐗-𝐌𝐞𝐧 | 𝐋𝐮𝐜𝐲 𝐁𝐨𝐲𝐧𝐭𝐨𝐧
FanfictionCosa fare se, a soli cinque anni, scopri di avere un potere molto più grande di te che non riesci a controllare? Risulta fatale per chi ti sta intorno, quindi ti estranei, allontanando chiunque si avvicini. Pensi di essere l'unica al mondo, ma dopo...