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1979.

Grazie al mio udito speciale, cerco di captare dei segnali dall'esterno che mi facciano capire dove dirigermi. "Dobbiamo andare a sinistra". Commenta uno dei ragazzi. Lo guardo ed ha una benda sugli occhi. "Tu non ci vedi. Come fai a sapere dove andare?". "Lo so e basta". Prima di proseguire, Kayla mi blocca. "Io devo tornare indietro. Non posso andarmene così..." una dei prigionieri cerca di impedirglielo. È la ragazza con la pelle di diamante. Era qui anche due anni fa, quando mi hanno portata da Remy. "Devo tornare da Logan". "Vengo io con te..." inizio a dire, andando vicino a Kayla. "Voi pensate di riuscire a trovare l'uscita da soli?". Il ragazzo con la benda annuisce. "Ho tutto sotto controllo, andate". Io e Kayla torniamo da Logan, ma non lo troviamo dove lo abbiamo lasciato. È all'esterno, intento a combattere contro Viktor e un altro uomo con delle lame al posto delle mani. "Accidenti, chi diavolo è quello, adesso?". Kayla non risponde. Mi volto, vedendola contorcersi. Sento il suo respiro smorzato, l'odore di sangue e noto che si sta premendo la mano sul fianco sinistro. "Sei ferita?" annuisce, gli occhi lucidi. "Troveremo chi ci darà una mano. Aspetta qui..." la faccio sedere, intanto che vado a cercare Remy. Sembra essersi dissolto nel nulla ma all'improvviso appare in lontananza, mentre dà una mano a Logan. 

Vado da loro, dicendo a Logan che Kayla è ferita

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Vado da loro, dicendo a Logan che Kayla è ferita. Quindi si sbriga ad andare da lei, prendendola in braccio. "Dove sono i prigionieri?" domanda Remy. "Stanno cercando una via d'uscita. C'è il professor Xavier ad aspettarli". "E chi sarebbe?". "La mente più potente al mondo. È lui che mi ha aiutata ad acquisire il pieno controllo dei miei poteri". Fa una smorfia, guardando oltre la mia spalla. "Ed è un bell'uomo?". "Abbastanza" Remy se la ride, voltandosi. "Devo cercare Viktor, Logan lo ha lasciato andare". "No, Logan è salvo. Dobbiamo andare via prima che sia troppo tardi...". Lui sembra non volermi ascoltare. "Remy, smettila di cercare vendetta. Viktor e Stryker la pagheranno per quello che hanno fatto, ma non succederà oggi". Tira un grosso respiro, facendo di sì con la testa. "Hai vinto tu, Laurie. Come sempre hai ragione. Vado a prendere l'elicottero. Tu chiama Logan e la sua amica...". "No, io vengo con te. Non mi fido". Remy sogghigna, facendomi un cenno con la mano. Appena saliamo sull'elicottero, raggiungiamo Logan e Kayla. Lo vediamo riverso sul pavimento. "Dobbiamo andare". Logan si volta, ed ha due fori di proiettile sulla fronte. "Stai bene?". Gli domando. Remy è rimasto sull'elicottero. "Ti conosco?". "Sono Lauren, l'amica di Remy. Ci siamo conosciuti a New Orleans" mi avvicino a lui e mi afferra le braccia. "Non so chi diavolo sei". I fori di proiettile si riducono e capisco che può rigenerarsi. "Se sai chi sono, dimmi come mi chiamo". "Ti chiami Logan" lui sembra credermi.

 "Ti chiami Logan" lui sembra credermi

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"Dobbiamo sbrigarci. Stanno per arrivare le forze dell'ordine e a loro non piacerà come hai ridotto questo posto". Logan si guarda intorno. Kayla è sul pavimento, esanime. "Cosa le è successo?". "Penso sia morta". "Sì, è così. Non sento più il suo battito" Logan aggrotta la fronte. "La conoscevi?" Lui scuote la testa, alzandosi in piedi. "Troverò da solo la mia strada". "Sei sicuro?" annuisce, lasciandoci andare via. Torno sull'elicottero, osservando lo sguardo preoccupato di Remy. "Che è successo là fuori?". "Ha una specie di amnesia. Dice che vuole proseguire da solo". "E noi glielo lasciamo fare?" faccio spallucce, chiedendogli di tornare a New Orleans. Tornati in città, lasciamo l'elicottero nell'hangar, tornando al mio appartamento con il taxi. "Hai cambiato casa?" domanda il mio ospite, guardandosi intorno. "Sì, ho dovuto farlo. Sono stata via qualche mese...". "Mi ha detto Dave, di averti mostrato le carte nel mio ufficio. Spero tu ti sia resa conto che non ti avrei mai abbandonato". "L'ho capito. Non preoccuparti" gli offro una birra, mentre decido di darmi una sistemata. Sono sporca di polvere e sabbia dalla testa ai piedi. "Parlami di questo professore. Come lo hai trovato?" chiede Remy dalla cucina. "Oh, è una storia lunga. Dovrei prima parlarti di mia sorella". "L'hai trovata?". Mi cambio la maglia e torno da lui. "Sì, era a Berlino". Prendo una birra dal frigo, stappandola. Butto giù il primo sorso, sedendomi accanto a lui. "È una mutante, ed il suo potere non è invisibile come il nostro. È una mutaforma". 

Remy sgrana gli occhi

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Remy sgrana gli occhi. "Nel senso che potrebbe diventare chiunque?". "Esatto" bevo il secondo sorso, tenendo la bottiglia tra le mani. "Grandioso". "L'ho detto anche io. Ma lei non la pensa allo stesso modo. Si è sempre sentita un mostro". "Siamo tutti dei mostri, in confronto agli esseri umani. Semplicemente dobbiamo imparare a conviverci" annuisco, guardandolo negli occhi. "Il professore di cui ti ho parlato, mi ha elencato tutti i miei poteri. Quelli che ho avuto paura ad usare negli ultimi anni". "E cosa ti ha detto?" Remy finisce la sua birra, togliendosi il trench. "Oltre il poter addormentare le persone e alterare la percezione della realtà, posso captare i mutanti, capire quando una persona mente dal battito del cuore. Questo perché i miei cinque sensi sono amplificati. Per quanto riguarda i miei incubi, derivavano da dei ricordi di qualcun altro. In questi due anni, credo di aver visto quello che hai vissuto tu sull'isola. Ho compreso quanto tu abbia sofferto, per questo sono tornata al locale ieri per parlarti...". Remy mi prende la mano. "E cosa mi avresti detto, se quel tipo con gli artigli non ci avesse interrotto?". Prendo tempo, guardandolo attentamente. "Voglio provare una cosa. Mi dai il permesso?" domanda lui all'improvviso, quindi annuisco. Lui si posa la mia mano sulla sinistra del petto, così da poter sentire il suo cuore battere regolarmente. "Io non ti amo più, non mi fa alcun effetto vederti qui difronte a me, più bella che mai e con i capelli arruffati..." fa una pausa, sorridendo "...il mio cuore cosa ti dice?". 

Scoppio in una risata, percependo un tamburo impazzito nel suo petto

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Scoppio in una risata, percependo un tamburo impazzito nel suo petto. "Che stai mentendo alla grande, Gambit!". Repentinamente mi afferra il viso tra le mani, baciandomi con foga. Ora che posso controllare i miei sensi, sento tutto amplificato. Il suo cuore, il mio. Le mie dita che tremano solo toccando la sua pelle olivastra. Gli occhi verdi penetranti che mi scrutano, mentre mi fa stendere sotto di lui sul tappeto della cucina. "Dimmi che non sei stata con nessun altro, in questi due anni in cui non c'ero..." brontola, mordendomi il lobo dell'orecchio destro. "Non avrei mai potuto". "Peccato che io non possa capire se mi menti..." gli prendo il viso tra le mani. "Remy, non lo avrei mai fatto. Io ho amato sempre e solo te, anche quando avevo la sensazione che mi avessi abbandonato". "Piccola, credo che tu debba iniziare a convivere con l'intenzione di dover stare con questo idiota innamorato per il resto della vita". Facciamo l'amore, più intenso e passionale che mai. Con la sua capacità di poter caricare oggetti e persone, mi fa sentire instancabile e smaniosa. Stremata e appagata, mi addormento tra le sue braccia poco dopo la mezzanotte, posandogli un casto bacio nell'incavo del collo.

𝐁𝐞𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐠 𝐚𝐧 𝐗-𝐌𝐞𝐧 | 𝐋𝐮𝐜𝐲 𝐁𝐨𝐲𝐧𝐭𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora