Una volta che la scuola è ritornata alla normalità, anche gli studenti riprendono il loro posto, occupando le stanze e riprendendo le lezioni. Tutto sembra essere tornato esattamente come era prima. Alex è stato dimesso, ma dovrà portare la fasciatura al braccio per qualche giorno. Cassandra gli ha fatto compagnia in ospedale, dormendo lì e vegliando su di lui. Durante i preparativi per la festa, avvicino la mia amica che insolitamente sembra essere con la testa tra le nuvole. "Va tutto bene?" le domando mentre sistema i bicchieri sul tavolo da pranzo in soggiorno. Non ho mai visto un tavolo così grande in tutta la mia vita. Potrebbe ospitare più di quindici persone. "Come?" i suoi occhi leggermente a mandorla si posano su di me. "Sei sovrappensiero. È tutto ok?" annuisce, mostrandomi un meraviglioso sorriso. "Va meravigliosamente, in effetti". "Ne deduco che tra te e Alex sia andata bene mentre era in ospedale". "Non proprio..." lascia i bicchieri, mettendosi una mano sul fianco "...anzi. Ha detto che tiene molto a me, ma che non vuole riprendere la nostra relazione". "E allora come mai sei così di buon umore?". "Sono così di buon umore perché ho capito di amarlo" strabuzzo gli occhi, sorpresa. "Già, lo amo, perciò me lo riprenderò".
Va via, lasciandomi sola. Osservo per qualche minuto l'andirivieni di studenti, operai e aiutanti. Percepisco una tempia pulsarmi, quindi mi appoggio al tavolo per non perdere l'equilibrio. I dolori dovuti allo spreco di energie non sono sopiti dopo la terza guerra mondiale avvenuta al Cairo. Salgo in camera mia, poggiandomi delicatamente sul materasso e addormentandomi poco dopo. Quando mi risveglio, Remy è seduto accanto a me e mi tiene la mano. "Ehi..." gli sorrido, stiracchiandomi. "Buongiorno" risponde, soffocando una risata. "Non credevo fossi una da riposino pomeridiano". "Non lo sono, infatti. Che ore sono?" gli domando, mettendomi a sedere. "Quasi le sette". "Oh Dio, tra due ore c'è la festa". Alzandomi dal materasso ho l'ennesimo capogiro, quindi mi appoggio a Remy che preoccupato mi squadra dalla testa ai piedi. "Che cosa ti succede?". "Non lo so. Va avanti così da due mesi". Improvvisamente ho un flash riguardante i nostri ultimi giorni in Canada e mi rendo conto di una cosa. "Remy, devi fare una commissione per me". "Che cosa?". "Devi andare in farmacia..." il mio ragazzo aggrotta la fronte "...devi comprare un test di gravidanza". Lo vedo indugiare e restare senza parole. Poi corre via, lasciandomi seduta sulla poltrona ad interrogarmi sul futuro.
[...]
Indosso un abito rosso con una vistosa scollatura sul davanti. Non ho mai avuto l'occasione per metterlo e adesso sembra sia arrivato il momento perfetto. Prima di raggiungere il piano inferiore, mi scontro con Cassandra mentre esce dalla sua stanza. Entrambe ci guardiamo, complimentandoci a vicenda.
"Vuoi far cadere Alex ai tuoi piedi stasera?". "Può darsi" dichiara, mostrandomi un sorriso malizioso. "Di certo non lo escludo". Scendiamo le scale, trovando tutti gli studenti e i professori ammassati nella stessa stanza. Una musica di sottofondo proviene dal giradischi del professore. Rimbomba nell'aria grazie ad un audio stereofonico progettato da Cassandra stessa. "Mi piace essere d'aiuto" spiega, offrendomi un calice di vino. Non credo di poterlo bere, ma lo prendo volentieri per non destare sospetti. "Quindi rimarrai nella scuola?". "Se tutto va bene, sì. Anche se volevo informarti di una cosa. Mi hanno chiesto di lavorare al pentagono". "Dici sul serio?". Cassandra fa di sì con la testa, fiera di sé stessa. "Hanno bisogno di qualcuno con le mie capacità per poter entrare nei database governativi". "E come fanno a sapere dei tuoi poteri?" fa spallucce. "Credo ci conoscano tutti dopo quello che è successo a Washington dieci anni fa e per quello che stava per accadere al Cairo".
"Cosa potrebbe farti cambiare idea?" le domando, vedendola volgere lo sguardo verso destra. I suoi occhi si incrociano con quelli di Alex che, imbarazzato, leva il calice in alto, salutandola con un cenno. "Aspetto solo che la persona giusta mi chieda di restare". Quando resto da sola, Raven mi raggiunge. Insieme osserviamo Kurt e Scott parlare. "Gli dirai che è tuo figlio?". "Non credo. Ne soffrirebbe, perché dovrei parlargli di suo padre. Stavo pensando di andarmene un'altra volta. Non sono fatta per poter restare nello stesso posto per tanto tempo". "Raven, comprendo la tua voglia di viaggiare e di scoprire posti nuovi, ma qui hai una famiglia. Cosa farai con Hank?".
"Anche lui merita di essere felice e quella felicità non comprenderà mai me". Remy viene verso di me e Raven ci lascia soli. "Le hai detto qualcosa?" scuoto la testa, lasciando il calice di vino sul bancone. "Pensi che dovremmo dirlo al professore?". "Sì, dobbiamo farlo se abbiamo intenzione di andarcene". "Quindi hai deciso? Ne sei sicura?". Gli prendo entrambe le mani, posandogli un bacio casto sulle labbra. "Non sono mai stata tanto sicura in vita mia. Meritiamo di essere felici e di rifarci una vita. Tra poco più di sei mesi, io e te saremo in minoranza. Non voglio rischiare di perderti. Quello che è accaduto in Egitto ha cambiato tutti noi, perciò andiamo..." mi sfioro la pancia, avanzando verso il professore ed Erik. "Charles, io e Remy dovremmo dirti una cosa". Loro due si guardano, curiosi.
N/A: Si, lo so. Questo è un finale esplicitamente aperto, ma vi prometto che avrà un seguito. Un seguito che ho già in mente da più di due mesi, e che condividerò con voi molto presto. Intanto spero che l'intera storia vi sia piaciuta. Ho cercato di rendere omaggio agli X-Men che ho amato sin dai primi film, visti anni fa. Ho appuntato qualche modifica, perché come sempre non approvo le morti e le decisioni dei registi. Come con Natasha in Endgame. Grazie per avermi fatto compagnia durante questo viaggio nel mondo dei fumetti, e grazie a chi mi ha votato.
A presto. <33
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𝐁𝐞𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐠 𝐚𝐧 𝐗-𝐌𝐞𝐧 | 𝐋𝐮𝐜𝐲 𝐁𝐨𝐲𝐧𝐭𝐨𝐧
FanfictionCosa fare se, a soli cinque anni, scopri di avere un potere molto più grande di te che non riesci a controllare? Risulta fatale per chi ti sta intorno, quindi ti estranei, allontanando chiunque si avvicini. Pensi di essere l'unica al mondo, ma dopo...