XVIII

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t a l ì a

Continuo a camminare avanti e indietro sulla veranda della Casa Grande, davanti la porta chiusa da più di dieci minuti.
Lo faccio sempre quando sono nervosa, non smetto di muovermi, cerco di pensare ad altro per non mandare in fumo quella poca sanità mentale che mi rimane.

Chirone è lì dentro, chiuso con il Signor D, a discutere della profezia di Rachel. Nella mia testa le parole in rima prendono forma le une dopo le altre, e tutto inizia ad avere un senso. Un senso terribile.

La notte, calata da poche ore, risplende della luce della Luna, che mi tiene compagnia in questa interminabile attesa. Una marea di stelle punteggia il cielo, come delle lentiggini su un viso, e mentre disegno forme astratte, unendo quei brillanti puntini, il mio sguardo si incanta a fissare la Stella Polare.

Il volto di Drew inizia a prendere forma nella volta celeste. Chiudo gli occhi, e vedo i suoi, così freddi, come possono scaldarmi il cuore in questo modo? Sorride, e si illuminano ancora di più, le pupille si dilatano, smuovendo qualcosa di molto familiare nel mio stomaco. Chissà se anche lui mi pensa, qualche volta...

"Ogni singolo secondo di ogni singola ora." sento la sua voce nella mia testa, e sorrido, aprendo gli occhi. La sua immagine scompare.

Finalmente la porta si apre, rivelando il Signor D. Il dio mi osserva con i suoi luminosi occhi ametista. Le sue sopracciglia, folte e scure come la sua barba, sono arricciate in un cipiglio preoccupato.

«Entra, Talìa.» mi dice, aprendo completamente la porta, e non me lo faccio ripetere una seconda volta. Il mio nome è l'unico che il Signor D pronuncia correttamente, forse perché lui e mia madre hanno un profondo legame, e non la offenderebbe in nessun modo, come prendendomi in giro. Sono convinta che sbagli di proposito i nomi degli altri semidei, e voglio scoprire il perché. Ma adesso ci sono cose decisamente più importanti a cui pensare.

Oltrepasso la porta, e intravedo Chirone nel soggiorno, la metà del corpo da cavallo nascosto dentro la sua sedia a rotelle. Mi scruta attentamente con i suoi occhi chiari, invitandomi ad entrare con un cenno della mano. «Accomodati pure, Talìa.» indica la poltrona davanti a lui.

Faccio come dice, e anche il Signor D ci raggiunge, dopo essersi chiuso la porta alle spalle, con un inquietante cigolio di sottofondo.

«Allora... come sta tua madre?» mi chiede, e alzo un sopracciglio. Nella mia testa sento Zeus ridere per il solletico che il mio sopracciglio arreca ai divini piedi di mio nonno, così abbasso il sopracciglio.

«Bene, vi manda i suoi saluti, ad entrambi.» rispondo semplicemente, impaziente di arrivare subito al punto, ovvero alla profezia.

«Talìa Nott, la profezia dice che hai fatto un giuramento. Dimmi che non è quello che penso.» il Signor D mi guarda con i suoi occhi magnetici. Mando giù il nodo alla gola, distogliendo lo sguardo. Talìa sarà trasformata in un delfino in tre, due uno... Beh, almeno potrò comunicare con Drew.

«Talìa.» mi richiama Chirone, guardandomi con un'espressione che vuole dire 'Sono sicuro che tu non abbia fatto una simile scemenza, ma ti prego, dammi la tua conferma.'
«Ho fatto un giuramento sullo Stige.» dico, e piomba il silenzio.
Chirone si passa la mano sulla faccia, dalla fronte in giù, scuotendo la testa sconsolato.

«Per i mutandoni con i fulmini di Zeus, Talìa!» sbotta Dioniso, alzandosi dalla sedia. Il Signor D è come il mio zietto eccessivamente iperprotettivo. Forse le ricordo la mia mamma, ed è ancora scosso per averla persa durante tutti quegli anni che ha passato con me e papà, quasi 18 per l'esattezza.

«Io...» mi mordo il labbro.
«Sai quanto può essere pericoloso fare un giuramento sullo Stige?» mi rimprovera Chirone «Hai messo in pericolo te e chi ti sta intorno.«

Fire Tornado - Wizards of Olympus IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora