j a m e s
Da quando frequento questi semidei mi sono accadute parecchie cose strane. Mi sono ritrovato a guidare un'auto come se fossi in Fast&Furios, scappando da un terribile mostro-drago, oppure a pedalare nel cielo tra spiriti della tempesta che ci volevano morti, o ancora a raccogliere delle mele d'oro cercando di non essere cotto a puntino da un terribile mostro.
Infatti non mi sorprendo più di tanto quando mi ritrovo completamente solo in un antro oscuro, circondato da centinaia di serpenti, e con i piedi incastrati nelle sabbie mobili. Probabilmente sto sognando. Come si fa a riconoscere un sogno?
Ma certo, le dita! Nei sogni le persone hanno sempre delle dita in più. Sto per controllarmi le mani, quando sento una strana presenza, come un sussurro che proviene dalla terra sotto ai miei piedi.
"Progenie di Apollo, custode dell'Arco..." sento una voce, ma non vedo nessuno. Nel voltarmi, sprofondo ancora di più nella terra fangosa.
"Hey, chiunque tu sia, potresti tirarmi fuori da queste sabbie mobili?" chiedo, gentilmente.
"Taci!" tuona la voce, ed io alzo le mani.
"Okay, okay." mormoro "Che sbruffone..."Il tizio si schiarisce la voce. "Stavo dicendo, progenie di Apollo, custode dell'Arco..."
"Sì, lo hai già detto. Sono io, suppongo." gli dico "Dove mi trovo?""Presto lo scoprirai." mi risponde, piuttosto irritato "Se rivuoi ciò che hai perso, se rivuoi i tuoi ricordi, dovrai arrivare qui, ma non pensare che sarà un'impresa facile!" esclama, e i serpenti che mi accerchiano sibilano, spruzzando veleno dalle lingue biforcute.
"Dov'è qui, precisamente?" gli chiedo.
"Lo saprai." mi risponde, e alzo gli occhi al soffitto fatto di stalagmiti."Perché sono tutti così enigmatici?" do voce ai miei pensieri, poi una strana nebbiolina grigia scatta verso di me, attraversandomi il petto, ed io affondo nelle sabbie mobili.
Apro gli occhi di colpo, e la prima cosa che vedo è, per fortuna, un soffitto senza stalagmiti. Ci metto qualche minuto per abituarmi alla luce bianca che filtra dalla finestra, il risveglio per me è sempre traumatico, soprattutto quando vengo inghiottito dalla terra in un incubo.
Mi siedo sul comodo materasso, passando alla fase due della mia routine mattutina, ovvero sbadigliare rumorosamente per poi rituffarmi con la testa sul cuscino. Ma la voce di Talìa che urla mi fa scattare in piedi, e come un fulmine esco dalla stanza, spuntando su un corridoio.
La porta davanti a me si apre nello stesso momento, rivelando Abel in canottiera e pantaloncini del pigiama, e mi rendo conto che anch'io sono vestito come lui, solo che c'è un piccolo particolare... non ricordo di essermelo mai messo.
«Cos'è stato?» mi chiede Abel, e sentiamo altre urla provenire dalla stanza a fianco alla mia. Senza dire nulla, io e il Corvonero ci fiondiamo sulla porta, buttandola quasi giù, ritrovandoci davanti ad una scena parecchio inaspettata, e alquanto spaventosa.
Talìa continua ad urlare e dimenarsi nel sonno, urlando il nome di Leo, mentre calde lacrime scendono come cascate dalle sue guance. Poi dice un nome, che sembra smuovermi qualcosa dentro.
«Lily...» singhiozza Talìa «No!» urla ancora, e il ciondolo che porta al collo si solleva, cominciando a vibrare, emettendo un forte bagliore, i cui riflessi vanno a formare una sorta di aurora boreale all'interno della stanza.
«Talìa, svegliati!» Abel le si avvicina, mentre io sono ancora scosso per i battiti che il mio cuore ha perso quando ho sentito quel nome. Chi è... Lily? Perché ho questa strana sensazione, che mi attanaglia da sette mesi a questa parte, di aver perso un pezzo di me?
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Fire Tornado - Wizards of Olympus II
FanfictionSAGA: WIZARDS OF OLYMPUS SECONDO LIBRO. DA LEGGERE DOPO "WELCOME TO MY LIFE" . FIRE TORNADO Lo spirito del fuoco che minacciava il mondo è stato domato, e mentre i semidei fanno ritorno a casa, i maghi tornano...