III

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t a l ì a

Sono quel tipo di persona che tiene ai suoi amici più di qualunque altra cosa e tende ad affezionarsi facilmente. Ed è proprio quello che mi è successo con Percy, Nico e Leo. Tre perfetti sconosciuti che sono diventati i miei compagni di avventura e che adesso mi mancano tantissimo.

Durante la notte, nella mia testa, prende forma il mio peggior incubo: vedere i miei amici soffrire ed essere impotente davanti al loro dolore.

Mi ritrovo in una specie di grotta dalle rocce rosse, dall'alto cola della lava incandescente che va a riempire un cerchio di fuoco. Al centro del cerchio, c'è un pezzo di roccia sul quale un ragazzo è legato semi svenuto ad un palo.

Mi avvicino lentamente e quando il ragazzo alza leggermente la testa, cercando di respirare, il mio cuore smette di battere per qualche attimo.

Il capo gli ricade nuovamente verso il basso, i ricci scuri, sporchi e umidi per l'eccessivo calore, si muovono assieme alla testa. Vedo i muscoli delle sue braccia contrarsi nel tentativo di liberarsi dalle funi che lo stringono, ma fallisce. Leo Valdez urla dalla frustrazione.

«Leo!» provo a chiamarlo, ma ovviamente lui non può sentirmi. Mando giù il groppo in gola, avvicinandomi pericolosamente al cerchio di fuoco. Tendo una mano verso Leo, ma un guizzo di lava incandescente mi fa ritirare il braccio.

Leo urla di nuovo, alzando il viso verso l'alto e facendo forza sulle funi. I suoi polsi legati iniziano a sanguinare. «Fermati!» gli urlo contro, invano. «Ti farai ancora più male!»

«Lasciami andare!» urla Leo, e sento un'inquietante risata riecheggiare per tutta la grotta. «Lei non verrà, le dirò di non venire!» Leo continua a parlare con nessuno in particolare, poi sento una specie di fruscio, come le foglie mosse dal vento primaverile.

«Lei è già qui, figlio di Efesto.» sibila una voce femminile e Leo alza immediatamente lo sguardo, per un attimo i nostri occhi si incrociano e sento un forte dolore al petto. Poi Leo volta di nuovo lo sguardo, cercandomi con gli occhi colmi di paura.

«Non puoi vederla. Sta sognando, e presto verrà a salvarti. È una semidea... morirebbe per i suoi amici.» sento di nuovo quella voce, estremamente familiare, ma impossibile da riconoscere, alterata in quel modo.

«No! Talìa, non farlo! Riuscirò a liberarmi, te lo prometto!» dice Leo mentre le mie gambe iniziano a tremare. «È una trappola! Vuole te!» continua ad urlare mentre le immagini nella mia testa iniziano ad affievolirsi.

«Ti sto aspettando, figlia del fuoco...» quella voce mi fa gelare il sangue nelle vene mentre la voce di Leo che continua a urlare il mio nome mi riecheggia nella testa con un terribile eco.

«Talìa!» apro gli occhi di scatto quando sento Drew chiamarmi insistentemente.
Respiro a fatica, ho un forte mal di testa, le gambe che tremano ed un terribile groppo in gola.

Drew ha entrambe le mani sulle mie guance accaldate, sta muovendo lentamente i pollici nel tentativo di calmarmi. Poggio le mie mani sulle sue, mettendomi seduta sul letto dell'infermeria.

«Hey.» Drew mi guarda negli occhi, avvicinando il suo viso al mio, e davanti alle sue iridi azzurre sento i miei muscoli rilassarsi.
Farfuglio qualcosa su Leo, ma riesco a formulare una frase di senso compiuto solo diversi minuti dopo lo shock.

«Ho sognato Leo... è in pericolo, dobbiamo andare a salvarlo.» gli dico col cuore a mille e Drew mi attira a se, stringendomi al suo petto. Faccio tanti profondi respiri, cercando di togliermi l'espressione sofferente di Leo dalla testa.

Fire Tornado - Wizards of Olympus IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora