XII

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Ammirate questa stupenda opera (Albus e Lily-giglio) realizzata da skizzobea (ergetele templi e altari) e scusate se non ho aggiornato per un mese ma faccio il quarto liceo scientifico, capitemi :,D

a l b u s

Lascio andare la mano di mio padre quando atterriamo nel nostro giardino, dopo esserci smaterializzati da King's Cross. Mi guardo intorno, osservando il grande albero di quercia che fa ombra sul prato. Le quattro altalene sono ancora lì.

«Albus, non entri?» mi chiede dolcemente mia madre, con una mano poggiata sullo stipite della porta. Riesco a scorgere papà e James scherzare fra di loro, abbracciati, già dentro casa.

«Sì... tra un po'.» sorrido a mia madre e lei ricambia, poi si chiude la porta alle spalle. Sospiro e mi volto nuovamente verso le altalene, poi mi decido a raggiungerle.

Cammino sull'erba dove pochi anni prima io, James e Lily giocavamo come se l'unica cosa importante al tempo fosse vincere una partita a Gobbiglie. James lasciava andare sempre me e Lily in finale, ed io lasciavo sempre vincere lei. Penso che non se ne sia mai accorta...

Poggio una mano sul tronco robusto della quercia secolare, calpestando le grosse radici che sporgono dal terreno. Una volta mi ruppi un braccio inciampando in una di esse. Ricordo solo che James mi prese in braccio e mi portò dentro casa con i pianti miei e di Lily che gli fracassavano i timpani.

James è stato sempre il più forte, ammetto che a volte l'ho odiato terribilmente, soprattutto durante il primo anno di scuola, ma è sempre stato il mio punto di riferimento, il mio fratello maggiore. Non voglio che soffra per Lily, non voglio che soffrano nemmeno i miei genitori.

Mi siedo sulla mia altalena, la prima a partire da destra con la lettera A incisa nel legno. Ci vado un po' stretto, ma nulla di insopportabile. (Eh mio caro Al, per la gioia di Scorpius il tuo culo è diventato più grande. Okay, evaporo.)

Mi do' una lieve spinta e inizio a dondolare lentamente, poggiando la testa contro una delle due funi. James sa, o almeno, ha avvertito qualcosa. Quando eravamo ad Hogwarts ha preso me e Talìa in disparte per parlare, ma dopo che Tal ha avuto quel sovraccarico non ha più tirato fuori la questione, che è rimasta in sospeso.

Talìa... mi manca già. È strano non averla fra i piedi continuamente, e se penso che non la vedrò per i prossimi due mesi mi viene mal di testa. Negli ultimi giorni era un po' strana, ho la sensazione che non mi abbia detto qualcosa. Spero solo non si cacci nei guai, ma conoscendola...

«Merlino, ti è morto il gufo? Hai una faccia!» esclama James, sedendosi sull'altalena con su incisa la sua iniziale, la terza a partire da destra. Mi volto verso di lui, trovandolo a guardarmi con la sua solita espressione felice.

«Stavo solo... pensando.» gli rispondo semplicemente, ritornando alla realtà.
«E a cosa?» mi chiede lui, prendendo la rincorsa e iniziando a dondolare velocemente.

«Nulla di importante.» mormoro, distogliendo lo sguardo. James continua a dondolare ma sento i suoi occhi insistenti e curiosi su di me.
«Sai che se c'è qualcosa puoi parlarmene.» dice, addolcendo il tono della voce.

«Non c'è niente.» lo interrompo, forse troppo bruscamente. James resta in silenzio e inizio a sentire gli occhi pizzicare mentre mi ripeto di non piangere proprio qui e proprio adesso.

«Come va con Scorpius?» mi chiede.
«Cosa?» mi volto verso di lui, confuso.
«Scorpius... il tuo ragazzo. State insieme, no? Ci sono problemi?» mi chiede, osservandomi con uno strano sguardo indagatorio.

Fire Tornado - Wizards of Olympus IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora