Capitolo 17

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"Si goda la vacanza a Parigi signorina!" Esclamò il capotreno con un inglese maccheronico.
Laura lo ringraziò e uscì dalla stazione.

Ora bisognava risolvere soltanto una questione: da dove iniziare? Non sapeva da dove iniziare a cercare Newt o altre informazioni altrettanto importanti. Non c'era nessuno che le potesse dare una mano in quel momento.

Aspetta, qualcuno c'era, qualcuno che l'aveva invitata più volte in quella città, e che aveva un un indirizzo che ricordava quasi a memoria: Mathilde Delacour.

"Forse se l'avessi avvisata…" Pensò Laura, mentre si dirigeva verso la stradina che l'avrebbe portata nella casa della vecchia amica.
La donna arrivò davanti ad un alto palazzo color grigio topo e riconobbe subito il balcone di Mathi, poichè era decorato con delle splendide violette.
"Dovrebbe essere questo…" Laura suonò al campanello con la targhetta "Black Delacour".

"Chi è?"
Sorrise, sentendo una voce che le mancava da troppo tempo: "Un'amica."
Non ci furono parole dopo quell'affermazione, solo un cancello che si apriva ed un sospiro emesso dal citofono.
"Cosa ci fai qui?"
Laura si mise a ridere: Mathi era cambiata in tante cose, sia caratterialmente che fisicamente dalla prima volta che l'avevano incontrata, ma la sua espressione di disappunto era sempre la stessa.
"Ti sono mancata?"
Mathi alzò gli occhi al cielo: "Mi sei mancata un sacco!"
Le due si corsero in contro e si abbracciarono.

"Sono seria Laura… Cosa ci fai qui?"
"Be', devo trovare una vecchia conoscenza e rivedere la mia migliore amica."
"E?" Chiese Mathilde aggrottando le sopracciglia.
"E approfittare del fatto che il lavoro questa mia amica è quello di ritrovare le persone."
"Vieni dentro." 

Laura varcò la soglia della stanza pulendo i piedi sul tappetino nero davanti alla porta.
"Phineas sarà felicissimo di vederti… Phin, vieni a vedere chi c'è!"
Si sentirono dei passi provenire verso l'ingresso, e un uomo sulla quarantina con un grande sorriso in volto si presentò davanti alle due donne.
"Laura! Che piacere vederti!"

"Phineas!" Laura si diresse verso di lui a braccia aperte.
"Andiamo in cucina, così mi potrai parlare di questa "conoscenza" e intanto posso preparare il té."
Phineas la fece accomodare e cominciò ad aiutare la moglie per il té.

"Quindi?" Cominciò Mathi.
"Quindi cosa?"
"Sai, quando devo ritrovare qualcuno i conoscenti cominciano a dirmi il nome, una descrizione, se è un individuo pericoloso…" 
"Oh giusto: il suo nome è  Newt Scamander, è la persona meno pericolosa che conosca e…"
L'amica la fermò subito: "Newt Scamander?"
"Lo conosci?"
Mathi le versò il té e si sedette davanti a lei: "Diciamo che l'anno scorso a New York è stato la causa di gran parte dei nostri problemi."

"Oh…" 
Ci fu qualche secondo di totale silenzio, che fu interrotto da un forte rumore metallico provocato dal campanello.
"Vado io…" Phineas si alzò lasciando le due donne sole.
"Comunque, se sai che si trova Parigi forse abbiamo una speranza, una mia collega ha avuto una missione in questa città e sta seguendo una pista, da quel che so lei conosce questo Scamander, forse posso contattarla…"
"Grazie Mathi." Disse Laura.
Mathi le sorrise.
"Beh, Laura…" Phin entrò nella stanza, "Tua sorella ha preso esempio da te."

Da dietro alle sue spalle comparvero Lucy, con un'espressione che esprimeva tutto l'odio per sua sorella in quel momento, e Abbey.
"Ciao Laura." Disse quest'ultima leggermente imbarazzata dalla situazione.
Laura la salutò con un cenno della testa e rivolse il suo sguardo a Lucy.
"Vieni di là." La donna seguì la sorella, l'ultima cosa che sentì dalla cucina fu Phineas che offriva ad Abbey un po' di tè. 

Lucy e Laura si bloccarono nel bel mezzo del corridoio, che con la luce soffusa del lampadario e la tensione emanata dalla maggiore era abbastanza inquietante.
"Me lo sarei dovuto aspettare…" Lucy cominciò a girare avanti e indietro per la stanza, "Ti devo sempre trovare nei luoghi dove non devi essere! È diventata una routine ormai!"
"Calmati, per favore." Disse Laura portando le mani avanti.
"Calmarmi?! Sai quanto è pericolosa Parigi in questi giorni? Ci sono stati molti attacchi da parte delle forze oscure, e tu che fai? Ti presenti qui completamente a caso!"

"Sono qui per il professor Silente e per ritrovare Newt! E se non te ne fossi accorta mi so benissimo difendere da sola. Sono una giornalista, Lucy! Questo non è il primo posto pericoloso in cui vado!"
Lucy cercò di aprire la bocca per ribattere ma la sorella la fermò: "Sono stanca, ok? Sarebbe stato comprensibile se tu fossi semplicemente sorpresa di vedermi qui, ma farmi la ramanzina come se fossi mia madre non lo posso sopportare! Sono la tua maledetta sorella! E non venire fuori con la questione che ti sei sempre presa cura di me, perchè non regge in questo momento."

"Ma io mi sono sempre presa cura di te!" Esclamò Lucy con gli occhi lucidi.
"No, non è vero. Ci siamo sempre prese cura l'una e dell'altra, è da quando sono stata espulsa che mi tratti come se fossi mentalmente instabile o cose del genere!"
"Allora mi scuso!" La sorella strinse i pugni, "Mi scuso se ho paura che qualcuno ti ferisca nuovamente! Ma sai una cosa? Anch'io sono stanca di te, nel tuo continuo metterti in mezzo ai guai perchè non pensi mai prima di agire, sai cosa Laura? Le tue azioni si ripercuotono anche sugli altri!"

"Vuoi dire che quello che è successo in Italia è colpa mia?"
Lucy sbuffò e si stropicciò gli occhi, si erano sfogate abbastanza.
"È solo che ho abbastanza problemi a cui pensare, e il fatto che tu fossi al sicuro a Londra mi rassicurava abbastanza; ma hai ragione: ti sai difendere benissimo anche da sola."
"Ma hai ragione anche tu, troppe volte agisco senza pensare." Laura guardò la sorella con mezzo sorriso che Lucy ricambiò.

"Quindi devi trovare Newt?"
"Sì, per questo sono qui."
Mathi interruppe il discorso tra le due sorelle, presentandosi con un sorriso sotto i baffi: "Ehm… Disturbo?"
Lucy e Laura la guardarono male e Mathi cominciò a ridere:"Scusate!" Esclamò con le lacrime agli occhi, "È solo che sentirvi litigare mi diverte particolarmente!"

"La picchio io o tu?" Chiese Lucy.
"Volevo dire…" Si ricompose Mathi, ritornando seria, "Sono riuscita a contattare questa mia collega, secondo il suo patronus è sana e salva, mi ha dettato l'indirizzo, vogliamo andare?"
"Andiamo a trovare il nostro vecchio amico!"

Rose, papaveri e snasi ribelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora