Capitolo 4

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"No, no e no! Io non ci vado! Di' che sono malata!" Disse Laura, mentre si tirava la coperta color crema sulla testa. Hilary, con la pazienza messa a dura prova, le lanciò via il copriletto, facendo cadere l'amica per terra.
Laura si alzò dolorante: "Si può sapere che cosa ti prende? Ieri non volevi che io vedessi Newt!"
"Per tua informazione," disse Hilary, "neanche ora ne sono molto entusiasta, ma tu devi imparare a prenderti le tue responsabilità!"
La ragazza andò sconsolata verso l'armadio: "Cosa mi devo mettere?"
Hilary esaminò attentamente il guardaroba: "Non lo so, il cappottino bianco di ieri dovrebbe andar bene, i guanti di seta e... quel bellissimo fermaglio per capelli a forma di rosa!"
Laura si sedette nel letto, osservando il livido che si era procurata per la caduta: "Per il cappotto e i guanti sono d'accordo, ma il fermaglio era di mia sorella Lucy, le ho promesso che me ne sarei presa cura."
"Chissà come ti vorrà bene, quel fermaglio è pura arte, io non lo avrei dato a nessuno."
Laura sorrise: "In realtà non è stato così doloroso darmelo, lei ha i capelli lisci e quindi le scivolava sempre, poi non ha una grande passione per le rose, preferisce i papaveri." Disse, ricordando con gioia la sorella.
Laura si andò a vestire e, uscita dal bagno, salutò di fretta Hilary e si catapultò nella sala Grande, dove Newt la stava aspettando.
"Ciao Laura" le disse sorridente, "Dove ti va di andare?"
"Ehm... Non lo so, non conosco molto bene Hogwarts."
"Perfetto, una buona occasione per fartela esplorare." Così i due ragazzi si diressero nel giardino della scuola. Newt, per rompere il ghiaccio, cominciò a parlarle della sua materia preferita:
cura delle creature magiche.
Laura cercava di seguire i suoi ragionamenti: non era un'esperta in materia, però trovava le creature magiche molto interessanti.
"Io trovo molto affascinanti gli snasi. Una volta, una zia parecchio antipatica mi ha messa in castigo e uno snaso le ha rubato una collana molto preziosa, avresti dovuto vedere la sua faccia!" Newt si mise a ridere. Era strano come in quei pochi minuti la tensione tra i due fosse praticamente svanita.
"Parlando di te..." chiese il ragazzo, "che cosa vorresti fare dopo Hogwarts?"
Laura ci pensò un po':"Non lo so, a me basta aver vicino le persone che amo per essere felice, quando ero in Italia avrei potuto lavorare al ministero con mio padre o probabilmente sarei stata data in sposa a qualche giovane..."
"Ma?" La riprese Newt.
Laura fece un respiro profondo: "Ma è meglio che io non torni in Italia, non sono particolarmente desiderata."
Dopo quell'affermazione Newt capì che era meglio non entrare più nell'argomento. I due rimasero nel giardino per un po'.
Quando si fece l'ora di pranzo mangiarono e poi andarono nella sala comune di Tassorosso, con la promessa di studiare. Hilary li raggiunse poco dopo, e dovette ammettere che Newt non era poi così male, anzi, era molto simpatico e gentile.
"Fantastico!" esclamò Laura "Ho finito tutto il tema di trasfigurazione." Newt si grattò la testa, in cerca di ispirazione: "Io sono solo al primo paragrafo!" Hilary diede un'occhiata al suo lavoro, facendo qualche smorfia particolarmente buffa: "Newt, non so proprio come dirtelo... hai sbagliato praticamente tutto." Il ragazzo si accasciò su una poltrona, facendo un lamento di disperazione: "Perchè la professoressa Laurence deve darci questi compiti? Io sono negato nella sua materia!" Laura si fece scappare una risata alquanto divertita: "Newt, non disperarti, ti aiuto io, tieni i miei appunti."
Dopo aver aiutato il nuovo amico Laura e Hilary si misero a fare un torneo di scacchi, mentre Newt contava il punteggio: "Vince Hilary per un punto!" Esclamò il ragazzo, saltando, e facendo cadere la boccetta di inchiostro. "Dio mio Newt, calmati! Cerca di controllarti." Lo rimproverò Laura ridendo."Non so voi," continuò, "ma io ho una certa fame ed è pure ora di cena, che ne dite di andare nella Sala Grande?"
"Speravo che tu lo dicessi" disse Hilary, cercando di pulire la macchia nera che si era formata nel tavolino, "Tu Newt vieni con noi?"
"Io... io... ho dimenticato di prendere una cosa nella mia stanza... ehm... voi andate, vi raggiungo subito."
Così Laura e Hilary si incamminarono verso la sala Grande, interrogandosi sulla reazione di Newt. "Mi è sembrato veramente strano" disse Laura. Hilary alzò gli occhi al cielo: "Se lo conoscessi dal primo anno per te sarebbe la normalità" Laura cercò di rassegnarsi allo schietto pensiero dell'amica, ma ad un certo punto pensò di tornare indietro per controllare se fosse tutto a posto, e la possibilità le si presentò inaspettatamente.
" Dannazione!" esclamò Laura, guardando una scura macchia di inchiostro nel cappottino bianco:"Scusami Hilary, ma dovrei proprio correre nel dormitorio per cambiarmi, posso andare?"
"Non devi neanche chiedermelo." Le sorrise Hilary. La ragazza si diresse verso la sala comune di Tassorosso che stava accanto a quella di Serpeverde nei sotterranei, ma non fece in tempo ad entrare che sentì delle voci dietro ad una colonna.
"Non faccio in tempo a studiare che sei già andato a fare amicizia con quella... sconosciuta! " Come non detto, Leta Lestrange stava urlando contro Newt, che le faceva segno di calmarsi: "Leta, stai tranquilla, è una persona molto simpatica, dovresti conoscerla anche tu, magari parlandole in modo civile." Lestrange alzò le mani al cielo imprecando con parole sconosciute: "Sì, ovviamente! Vado da quella Marsh di cui non conosco niente."
"Cosa intendi dire con questo?"
"È possibile che io ti debba sempre spiegare tutto? Sai il perchè si è trasferita qui e non è rimasta in Italia? Sai qualcosa del suo passato? No! Nessuno sa niente di lei! È praticamente un fantasma!"
"È una persona riservata." Disse Newt, "Avrà le sue ragioni per non dircelo."
Leta cominciò a perdere la pazienza: "Potrebbe aver fatto qualcosa di terribile! Dicono che è stata espulsa! Potrebbe aver tentato di uccidere qualcuno." Laura sentendo quelle parole rabbrividì: la gente diceva veramente quelle cose di lei? È vero, era stata espulsa, ma non avrebbe mai tentato di far del male a qualcuno, neppure a Lestrange. A quel punto decise di intervenire nella conversazione tra i due: "Leta, io non ho ucciso nessuno!" Da Newt provenì un urlo isterico: "COSA CI FAI TU QUI?"
"È PAZZA! Ti ha seguito fino a qui!" Esclamò Leta: "Te lo avevo detto che era una poco di buono!"
La ragazza non sapeva se ridere o piangere:"Ok, forse la mia entrata in scena vi ha un po' sconcertati, ma io non sono un'assassina! Anzi, devo ammettere di essere stata cacciata via ingiustamente." Laura fece un respiro profondo, per avere la piena fiducia in Newt lo avrebbe dovuto fare: "E posso dirvi con tutta tranquillità perchè sono qui."
Il ragazzo cercò di fermarla: "Laura, non devi farlo, so che il passato ti riserva brutti ricordi!"
"Non ti preoccupare," gli sorrise Laura, "almeno sarai sicuro di poterti fidare di me"
"Allora," cominciò, "io sono stata espulsa..." Non riuscì a finire la frase: "Cosa ci fate tutti qui?" Hilary li stava guardando con quell'espressione arrabbiata che solo lei sapeva fare, spaventosa ma allo stesso tempo molto buffa. "Guarda un po', c'è anche la Smith, che ne diresti di esporre questa informazione anche a lei?" Disse Leta, che fino a quel momento era stata zitta."Sai, Hilary, la tua amica ci stava dicendo perchè è stata mandata via dalla sua amata scuola." Hilary prese per mano Laura: "Non starò certo qui ad ascoltare le tue sciocchezze, Lestrange."
"No Hilary, ha ragione, non sapete niente di me!" Esclamò Laura guardando Leta.
"Perciò arriverò al punto: ho amato una persona...e questa persona era la mia migliore amica, perciò una cosa abbastanza impossibile da capire per alcuni." Nella stanza si creò un silenzio tombale, e tutti gli occhi erano puntati sulla mal capitata.
"Tu cosa?" Chiese Newt più imbarazzato che mai.
"Hai sentito benissimo. La mia Cloe... suo fratello ci ha viste e la colpa è ricaduta su di me! Mi hanno espulsa per scandalo, e tre mesi dopo mi sono ritrovata su un treno, lontana dall'unica persona che mi voleva bene: mia sorella."
I quattro ragazzi rimasero in silenzio per qualche istante, ma furono sorpresi da una voce: "Sono tutti in pensiero per voi! Cosa ci fate qui?"
Era il professor Silente.

Rose, papaveri e snasi ribelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora