Capitolo 25

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La bacchetta di Hilary volò in aria e anche l'ultima speranza di farcela svanì: "Paul, sono tua sorella! Per favore, fermati!"

Paul le scagliò la Maledizione Cruciatus senza un minimo ripensamento.
Quel mostro non poteva essere il fratello che Hilary conosceva.
"Sei così patetica…" Iniziò, mentre la sorella si contorceva a terra, "Pensavi davvero che sarei tornato da te? Hilary, per me è come se tu fossi morta."

Hilary cercò di arrivare alla bacchetta, un'altro secondo in quella situazione e non sarebbe sopravvissuta. Aveva passato tutta la sua infanzia lontana da suo fratello e ormai per lei era un'abitudine sentire i suoi genitori lamentarsi di lui, perché ora che sapeva che Paul era senza speranza continuava a cercarlo? 

Non riuscì a muoversi di un altro centimetro quando vide che la bacchetta di Paul era lontana di un palmo dal suo viso.
"Ultime parole?" Chiese il fratello.
Hilary chiuse gli occhi, facendo scivolare una lacrima sulla sua guancia. Non poteva morire, non così, doveva fare ancora tante cose...

Riusciva a sentire il respiro di Paul e ne era terrorizzata. Era terrorizzata dal suo unico fratello.
La donna fece incontrare i loro occhi ambrati: "Rivoglio indietro mio fratello!"
Paul sorrise leggermente: "Sei stata così stupida a venire qui tutta sola, i tuoi amici ti hanno abbandonata finalmente?"

Non un'altra parola che un lampo di luce rossa si scontrò contro il petto dell'uomo, facendolo catapultare all'indietro.
"Se la tocchi ancora con un dito giuro che ti uccido, stupido bastardo!"

"Laura, sono io l'auror!" Esclamò Lucy fermando la sorella, probabilmente pronta a scagliare un incantesimo che si sarebbe rivelato mortale, "Prendi Hilary ed Abbey e scappate da questo posto!"
"Ma…"
"Laura, sono seria! Paul si sveglierà a momenti e se vede Hilary la ucciderà!"

Laura esitò per qualche secondo, ma quando vide Paul cercare di rialzarsi non ci pensò due volte: avrebbe protetto Hilary a qualunque costo.
Prese per mano Abbey e per un braccio il corpo tremante di Hilary, diede un ultimo sguardo a sua sorella e poi si smaterializzò.

Il viaggio fu disastroso: per tutti quei dieci secondi Laura provò una forte nausea e rischiò di perdere più di una volta Hilary. 

"Eccoci qua…" Abbey si alzò in piedi barcollando e diede un'occhiata all'appartamento in cui si erano incontrati qualche ora prima, "Per la prima volta ho pensato che sarei morta veramente"
Laura si mise seduta sul selciato cercando di non vomitare e guardò Hilary:  sembrava totalmente un'altra persona, di dieci anni più vecchia. Se non fossero arrivate in tempo la maledizione Cruciatus l'avrebbe fatta impazzire.

"Hilary?" Hilary non rispose e si mise a cercare la sua bacchetta nelle tasche della giacca, "Hilary, credo che la tua bacchetta sua rimasta nell'anfiteatro, Lucy te la riporterà appena la battaglia sarà finita."
Hilary continuò ad ignorarla, continuando a borbottare cose incomprensibili.
"Hilary, cosa diamine ti prende?"
La donna alzò lo sguardo: "Devo tornare lì, ho sbagliato tutto, è colpa mia. Ora sarà arrabbiato, non dovevi lanciare quell'incantesimo! Ce l'avrà a morte con me!"

"Sei impazzita?" Laura prese l'amica per le spalle, "Lui ce l'ha sempre avuta a morte con te! Io ho lanciato quell'incantesimo per proteggerti, se non ci fossi stata io saresti morta!"
Hilary si liberò dalla presa bruscamente e si alzò in piedi con fatica: "L'avresti potuto uccidere!"
"Si, ho rischiato!" Esclamò Laura, "E ora che mi ci fai pensare non averlo ucciso è l'unica cosa di cui mi pento!"

"LAURA!"

"Abbey, non sto parlando con te!"
Un silenzio tombale si fece spazio tra le tre. Perché Laura non se ne stava zitta una buona volta? 
Abbey fece un passo indietro e aprì la porta dell'appartamento: "Io vado dentro casa, quando voi due avete risolto siete le benvenute."

Rose, papaveri e snasi ribelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora