Capitolo 26

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"Leta è morta."

Laura rimase immobile, senza muoversi di un passo. Il suo cervello si rifiutava di elaborare l'informazione.

Guardò i presenti, tutti pronti ad una sua reazione. Cosa si aspettavano? Un urlo, un pianto?

"Preparo un po' di tè." Disse semplicemente, camminando verso la cucina.

Prese il pentolino, lo riempì d'acqua e lo posizionò sopra i fornelli.

Leta era morta.

Non l'avrebbe mai più rivista, non si sarebbe mai più lamentata di lei, non l'avrebbe mai più rimproverata per il suo vittimismo.

Leta era scomparsa dal pianeta Terra e non sarebbe mai più tornata.

Forse l'avresti dovuta perdonare fin da subito, ora se n'è andata e non la vedrai mai più. Tu e Lucy siete state egoiste a respingere ogni suo tentativo di riappacificazione.

Quel pensiero comparve all'improvviso nella mente di Laura, entrò di nascosto senza che lei si accorgesse di nulla.

Lo scacciò bruscamente: quello non era di certo il momento per i sensi di colpa.

Sei stata così stupida a non perdonarla. Alla fine eravate due amiche di infanzia, lei è sempre stata dalla tua parte, ricordi? L'hai subito messa nella tua lista nera per uno sciocco sbaglio in gioventù... forse Elio ha ragione, le tue abilità nel perdonare si sono un po' arrugginite negli ultimi tempi.

Perché stava pensando quelle cose? Doveva essere forte in quel momento, doveva elaborare e sostenere i suoi amici nel lutto. Ma come poteva aiutare quelle persone se non riusciva nemmeno a comprendere la gravità della cosa? 

Si sentiva triste e frustrata, ma non riusciva proprio ad esprimere le sue emozioni in quel momento.

Guardati, cosa penseranno gli altri di te? Non hai ancora versato una lacrima. Ti crederanno pazza, e come biasimarli?

Laura continuò ad ignorare quella stupida voce dentro la sua testa, si accertò che l'acqua stesse bollendo e la versò nella teiera di ceramica.

Ricordi cosa ti aveva detto Leta l'ultimo giorno del quarto anno ad Hogwarts?

La donna prese dei biscotti dalla credenza.

Ti aveva detto che voi due sareste state amiche per sempre. "Per sempre"... e invece tu l'hai abbandonata alla prima difficoltà. Com'è ironica la vita, o sbaglio?
Non fartene un cruccio, non sei stata l'unica ad essere egoista in quella situazione, Hilary e Lucy ti hanno accompagnata a braccetto. L'unico che l'ha perdonata è stato Newt… se è riuscito a perdonarla Newt, colui che ha subito il suo errore, perché voi non avete neanche provato a riallacciare i rapporti?

Laura mise due cucchiaini di zucchero nel tè.

Dillo, dillo che sei un'incapace, che non fai altro che allontanare le persone che tengono a te. Continui a dire che la vita è stata crudele, ma sei sicura che sia questa la verità? I tuoi stessi genitori non ti vogliono più vedere, credo che dobbiamo arrivare alla conclusione che tutti i tuoi problemi te li sei sempre creata da sola.
E smettila di dire che hai tanti amici che tengono a te, non lo hai ancora capito? Lucy ti tratta come se fossi ancora una bambina, a Hillary hai sempre fatto pena e Newt non ha mai provato a contattarti dopo la sua espulsione.
Sei da sola ormai, nessuno tiene veramente a te e…

La tazzina di tè cadde per terra.

"Laura, stai bene?"
Laura alzò lo sguardo: aveva il respiro affannato e gli occhi sgranati.
Newt la guardò allarmato e le ripetè la domanda, aggiungendo: "Sono preoccupato, non sembri tu in questo momento."
"Sto bene, aiutami a portare queste cose di là." Gli porse uno dei due vassoi e fece strada fino al salotto.

Rose, papaveri e snasi ribelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora