Capitolo 10

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Lucy
19 Marzo 1912

Lucy era in lacrime.
Si accasciò nel prato e si prese la testa fra le mani.

Dei suoi tre amici solo Bianca le era rimasta accanto.
Theseus e Tom li aveva persi.
Li aveva persi per colpa sua.

Prima che potesse scacciare via quel pensiero si sentì toccare la spalla: "Lucy?"
Newt si sedette accanto a lei. Lucy lo guardò per qualche secondo e si accorse di star parlando con il fratello del ragazzo che aveva appena lasciato: "Oh...ciao Newt."
"Stai bene?" Chiese il ragazzo sedendosi accanto a lei.
"No, non sto bene, perché non ne combino mai una giusta! Ho fatto soffrire Tom, ho fatto soffrire Theseus..."

"Fermati un attimo, cosa c'entra mio fratello? Siete fidanzati."
Lucy sbuffò: "Non lo siamo più Newt."
"Come scusa?"
"Hai sentito benissimo." Ripeté lei, "Perché pensavo che sarebbe stato impossibile stare con una persona che non si ama, ma non mi ero accorta che facendo così ho perso sia Tom che Theseus, ho rovinato tutto."
Il ragazzo le mise una mano sopra alla spalla: "Non dire così, hai fatto ciò che ritenevi giusto. Credimi, è meglio che sia finita."

"Come puoi dire questo?" Chiese Lucy singhiozzando, "Stiamo parlando di tuo fratello!"
Newt alzò gli occhi al cielo sospirando: "Credimi, lo so benissimo, e sono abbastanza intelligente per capire che, per quanto possa essere una brava persona,  non vi potrete mai amare in quel modo."
Lucy si appoggiò alla spalla del ragazzo: solo Newt la sapeva consolare in quel modo. Ogni volta che le succedeva qualcosa di brutto lui c'era sempre.

"Ora che faccio?"
"Non sono la persona giusta a cui chiederlo." Rispose Newt alzando le spalle, "Ma ti consiglio di stare alla larga da Theseus e i suoi amici, giusto per fare in modo che si abitui alla situazione. Nel frattempo hai ancora me, Leta, Laura, Bianca e tra poco forse anche Tom."

Lucy spostò lo sguardo sguardo su Tom mentre cercava di leggere un libro, ma per colpa delle urla dei coetanei l'attività gli riusciva poco e niente.
"Non sarai mai sola Lucy" disse Newt abbracciandola. Lucy ricambiò un po' goffamente.
"Mai"

16 Settembre 1906
Lucy stava camminando per corridoi deserti della scuola, aveva appena finito la sua prima lezione di difesa contro le arti oscure e si stava dirigendo verso i dormitori per riposarsi prima di cena.

Quella lezione era stata la più interessante di tutta la giornata, Lucy riusciva a capire gli incantesimi molto più velocemente degli altri compagni, suscitando vari sguardi stupiti da parte del professore che era la prima volta che vedeva una ragazza così interessata alla sua materia.

Lucy sapeva di essere diversa, lo aveva sempre sostenuto e non ne aveva mai fatto mistero.
Quando era più piccola le sembrava una cosa bella, in fondo proveniva da un piccolo paesino e le menti particolari e brillanti come la sua uscivano di più allo scoperto.
Spesso riceveva complimenti per la sua intelligenza e per i suoi genitori era un vanto.

Ma in quella scuola...
Erano quasi tutti purosangue, stupidi purosangue a parer suo.
Lucy non era considerata diversa, ma strana.
All'uscita dell'aula di difesa contro le arti oscure aveva ricevuto parecchie prese in giro: "Ehi, hai visto quella?" Aveva chiesto un ragazzino a un suo amico:"È Lucy Marsh, suo nonno è famoso per aver sposato una sangue sporco e aver introdotto del sangue non magico nella dinastia purosangue dei Marsh, ora quella famiglia si è ritrovata anche una come lei, hai visto come ha scagliato quell'incantesimo? Non può essere normale."

Lucy aveva fatto finta di non sentire, aveva imparato a contare fino a dieci prima di ribattere, ma non poteva negare che quelle parole le avevano fatto male.

"Guarda chi c'è"
Lucy alzò lo sguardo e sbuffò: "Lasciami stare Elio, non ti è bastato parlare male di me per tutta la lezione?"
"Non ti ho detto niente, anzi, sono rimasto molto colpito, una come te di solito non sa fare degli incantesimi con così facilità."
Elio si avvicinò a Lucy con un mezzo sorriso, la ragazza lo guardò e fece diventare i suoi occhi due fessure arrabbiate: "Cosa intendi con "una come me"?"
"Non far finta di non capire Lucy" disse Elio, "Ormai tutti sanno che il tuo sangue è sporco... un vero peccato, una mente come la tua avrebbe potuto fare molta strada e poi..."

"Elio, smettila." Nel portone di ingresso era comparsa una ragazzina piuttosto arrabbiata.
Si incamminò verso il ragazzo e si fermò davanti a lui cercando di mantenere certo un portamento nonostante la differenza di altezza.
Infatti non era particolarmente alta, ma riusciva comunque a incutere un certo timore grazie allo sguardo deciso.
Lucy si fermò un attimo ad osservare la sua salvatrice e uscì con la conclusione che era davvero graziosa: aveva i capelli fino alle spalle di un biondo molto chiaro, i suoi occhi erano castani e la pelle  rosea aveva qualche lentiggine.
"Cosa ci fai qui, Mathi? E soprattutto, perché la stai difendendo?"
La ragazzina, che a quanto pare si chiamava Mathi, incrociò le braccia al petto: "Qual è il tuo problema Elio? Adesso placchiamo la gente nei corridoi se hanno delle discendenze non-magiche?"

"Stavamo solo parlando." Cercò di giustificarsi Elio.
"L'hai appena chiamata Sangue-sporco!"
Elio alzò le mani in segno di resa, lanciò un'ultima occhiataccia a Lucy e si allontanò dalle due ragazze.
"Stai bene?" Chiese Mathi avvicinandomi a Lucy.
"Si, grazie. Però non mi aspettavo un secondo giorno di scuola del genere. Sai, essere placcata in giro per la strada non è una cosa che mi succede spesso"
Mathi rise e alzò un sopracciglio: "Anche per me non è stato il massimo, non tutti devono badare al proprio cugino. "
"Allora siamo in due" disse Lucy sorridendo, "Io sono Lucy."
Mathi le porse la mano: "Io sono Mathilde, Mathilde Delacour."

Rose, papaveri e snasi ribelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora