Capitolo 1

718 26 11
                                    

Le sarebbe mancata l'Italia. Laura stava guardando fuori dal finestrino del treno, pensando alla nuova scuola che avrebbe dovuto frequentare: Hogwarts. Questo sarebbe dovuto essere il suo quarto anno scolastico. Era stata cacciata dalla sua vecchia scuola per "scandalo" o almeno così lo chiamavano I professori, anche se lei trovava che non fosse giusto utilizzare quel termine.
A interrompere i suoi pensieri fu una buffa signora con un elegante vestito azzurro ed una folta chioma di capelli grigi: "Qualcosa dal carrello cara?"
"Due bastoncini di liquirizia grazie" Laura pagò la donna e si risedette a guardare il poetico paesaggio che si poteva ammirare dal finestrino.
Le sarebbe proprio mancata l'Italia: il caldo, il cibo, le tradizioni... Non avrebbe mai voluto trovarsi in quel treno, non avrebbe mai voluto lasciare i suoi amici, tanto meno la sua famiglia.
Odiava il freddo con tutto il suo cuore, e dove si trovava? In Inghilterra, dove la pioggia e l'umidità sono all'ordine del giorno.
Sconsolata si mise a mordere i suoi bastoncini di liquirizia, che le tennero compagnia per tutto il viaggio. Ad un certo punto il capo treno venne nel suo scompartimento per annunciarle che sarebbero arrivati tra qualche minuto, Laura lo ringraziò e si mise la sua nuova divisa. Si diede un'occhiata grazie ad un piccolo specchietto, per controllare di essere a posto: i suoi capelli erano di un castano ramato, mossi e fino alle spalle, aveva il viso pallido con le gote rosee e i suoi occhi erano di un castano scurissimo, con delle lunghe ciglia nere. Quando sentì la campanella del treno suonare fece un respiro profondo e scese con gli altri studenti. Si guardò intorno con aria persa: vedeva tutti  quei visi felici di studenti emozionati per l'anno nuovo, lei invece era da sola, non conosceva nessuno e non aveva nessuna persona su cui fare affidamento. Avrebbe soltanto voluto tornare in Italia... ma non poteva, la sua reputazione non glielo permetteva. Così si diresse verso una carrozza trainata da un thestral che, in teoria, l'avrebbe dovuta portare al castello. Durante il breve tragitto si domandò in che casata  sarebbe capitata: non conosceva molto bene le loro caratteristiche, ma non le importava, tanto non sarebbe riuscita a fare amicizia. Il sole, intanto, si nascose dietro le montagne, e un'allegra brezza autunnale cominciò ad accarezzare i visi degli studenti.  Arrivata al castello entrò con gli studenti del primo anno nella sala Grande. Non se la immaginava così bella e luminosa: quattro lunghi tavoli erano sistemati in fila per ospitare tutti gli studenti e in un altro  davanti a delle meravigliose vetrate c'erano  i professori; ma la cosa che colpì di più Laura fu il soffitto, trasfigurato in un magnifico cielo stellato. Ad un certo punto una professoressa vestita di verde cominciò a chiamare i nuovi studenti uno ad uno e a mettere sopra la loro testa un vecchio cappello: questi, dopo aver parlottato tra se è sè, annunciava la casata in cui sarebbe stato smistato lo studente.
"Laura Marsh"
Laura si diresse verso il piccolo sgabello e vi si sedette, cercando di non farsi prendere dall'ansia.
In quel momento sentì una voce sdridula nella testa. "Tu sei quella nuova vero? Non ti preoccupare, troveremo un posto anche per te: sei dotata di una fantastica intelligenza e creatività, tra questi non manca neanche la bontà e la lealtà verso il prossimo. Quindi la domanda che mi pongo è: Tassorosso o Corvonero ?" Ci fu un attimo di silenzio...
"Tassorosso!"
Un applauso dal tavolo dei tassi fece sorridere Laura, seguito da un invito di silenzio da parte del preside Dippet.
"Buonasera e bentornati o benvenuti a Hogwarts! Quest'anno c'è un evento più che speciale: dalla calda Italia è giunta da noi Laura Marsh, spero che la farete sentire a casa. Ho già assegnato a due studenti il compito di  farla ambientare nella nostra scuola. Detto questo, buona cena!"
In men che non si dica i piatti dei vari tavoli si riempirono di gustose pietanze. Laura non aveva molta fame, si sentiva lo stomaco chiuso: tutta quella gente sconosciuta le metteva ansia. Si mise comunque a mangiare, per la paura di svegliarsi la notte con lo stomaco brontolante. A metà della cena una ragazza dai capelli neri si sedette accanto a lei:
"Ciao!" esclamò, con tanto entusiasmo nella voce.
"Ciao?" Rispose Laura incerta, con un mezzo  sorriso.
"Io mi chiamo Hilary"
"Io Laura "
"Lo so, sei piuttosto in vista da queste parti."
Laura la guardò per un attimo non sapendo cosa dire. Ci fu un silenzio imbarazzante tra le due, ma poi Laura aggiunse:"Tu sai quali sono gli studenti che mi dovranno fare da guida?"
"Ehm... Si! La prima è Leta Lestrange, è una serpeverde, è quella ragazza dai capelli ricci"
Hilary indicò una bellissima ragazza dalla pelle scura e piuttosto imbronciata.
"Il secondo è Newt Scamander: è un Tassorosso, è molto strano ed é accanto a quel primino."
Laura si girò verso destra e notò un ragazzo lentigginoso che contemplava il vuoto.
Fantastico, pensò Laura, i due strani li hanno rifilati a me.
Hilary continuò parlarle per tutto il tempo: era molto simpatica ed aveva idee che Laura condivideva in tutto e per tutto.
Alla fine della cena il preside Dippet raccomandò ai prefetti di aiutare quelli del primo anno a trovare la loro sala comune.
Laura non ci pensò due volte a seguirli, ma fu fermata da una voce sconosciuta, il cui proprietario si rivelò essere Newt Scamander.
"Ciao Laura, io sono Newt ed ho il compito di farti ambientare a Hogwarts!" Sembrava che il ragazzo si fosse imparato quella frase a memoria per non fare brutta figura.
"Ciao Newt, per iniziare che ne diresti di indicarmi dove sono i dormitori dei Tassorosso?"
"Ehm... Si! Ovviamente! Vieni con me." I due ragazzi si incamminarono verso i sotterranei. Tutti e due quella sera erano silenziosi: Newt perchè era troppo timido, invece Laura non sapeva proprio come iniziare una conversazione con un individuo strano e taciturno come il suo accompagnatore.
"Tu conosci Leta Lestrange? Siete amici? " Chiese Laura per interrompere quello stupido silenzio.
A quelle parole Newt sbiancò, le sue orecchie diventarono di un rosso scarlatto, e la sua mascella si irrigidì.
"Si... più o meno... Credo di si...insomma hai capito"
Laura fece una piccola risata divertita:"Scusa, ma effettivamente non ho capito, siete amici oppure no?"
"È complicato " quelle furono le ultime parole che Newt pronunciò durante quel breve tragitto.
Arrivati alla Sala comune, Newt indicò a Laura il suo dormitorio e poi andò a dormire. 
La ragazza fu accolta da Hilary, che la aveva aspettata per tutto il tempo. Le indicò il bagno che avrebbero dovuto condividere, la scrivania che avrebbe potuto usare e il mobiletto da toilette per sistemare le sue cose.
Laura si preparò per andare a letto, si fece una doccia e si legò i capelli in una treccia. Prima di andare a dormire, però, scrisse una lettera a sua sorella Lucy, l'unica in Italia a trattarla come un degno essere umano.
Le raccontò degli strambi compagni di classe e del simpatico preside Dippet. Avrebbe voluto averla vicina in quel momento, ma lei era dovuta rimanere nella vecchia scuola.
Per sua grande fortuna, quel giorno nessuno le aveva chiesto il  perchè del suo trasferimento, si sarebbe vergognata troppo, e poi non aveva inventato ancora un scusa abbastanza credibile.
Dopo aver ordinato il pennino e l'inchiostro, aver messo la lettera nella busta ed essersi rimboccata le coperte, si addormentò, con la testa piena di pensieri e paure.

Rose, papaveri e snasi ribelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora